È stata la mano di Dio (Recensione di Catello Masullo)

È stata la mano di Dio (Recensione di Catello Masullo)

(credits e sinossi da cinemtografo.it)

ITALIA, USA – 2021

 

Sinossi: La storia di un ragazzo nella tumultuosa Napoli degli anni Ottanta. Una vicenda costellata da gioie inattese, come l’arrivo della leggenda del calcio Diego Maradona, e una tragedia altrettanto inattesa. Ma il destino trama dietro le quinte e gioia e tragedia s’intrecciano, indicando la strada per il futuro di Fabietto.

 

CANDIDATO AL “PREMIO DI CRITICA SOCIALE VENEZIA 2021” ALLA 78esima MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMTOGRAFICA DI VENEZIA

  

Regia: 

Paolo Sorrentino

  • Attori: 

Filippo Scotti

– Fabietto Schisa,

Toni Servillo

– Saverio Schisa,

Teresa Saponangelo

– Matia Schisa,

Marlon Joubert

– Marchino Schisa,

Luisa Ranieri

– Patrizia,

Renato Carpentieri

– Alfredo,

Massimiliano Gallo

– Franco,

Betti Pedrazzi

– Baronessa Focale,

Biagio Manna

– Armando,

Ciro Capano

– Capuano,

Enzo Decaro

– San Gennaro,

Lino Musella

– Mariettello,

Sofya Gershevich

– Yulia,

Carmen Pommella

– Annarella,

Paolo Spezzaferri

– Prete anziano,

Rossella Di Lucca

– Daniela,

Antonio Speranza

– Carabiniere,

Lubomir Misak

– Americano,

Cherish Gaines

– Americano,

Alfonso Perugini

The Hand of God

  • Durata:130′
  • Colore:C
  • Genere:DRAMMATICO
  • Produzione:PAOLO SORRENTINO, LORENZO MIELI PER THE APARTMENT, SOCIETÀ DEL GRUPPO FREMANTLE
  • Distribuzione:NETFLIX

NOTE

– IN CONCORSO ALLA 78. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2021).

 

Recensione di Catello Masullo: Paolo Sorrentino non sbaglia un film. Occupa già di diritto un posto di rilievo nella storia del cinema italiano (e non solo), ma, di questo passo, si avvia a diventarne una pietra angolare. Dopo le tante fortunate avventure internazionali ed i tanti meritati riconoscimenti, avverte l’urgenza di tornare da dove era partito. Dalla sua Napoli. Con un film di fortissima impronta autobiografica. Raccontando la sua storia da 17enne nella seconda metà degli anni ’80. Un romanzo di formazione fulminante. Condensato nella citazione da Diego Armando Maradona, posta ad esergo iniziale del film: “Ho fatto quello che ho potuto. Non credo di essere andato male”. Il film è intriso di deliziosa, colta, raffinata ed ineguagliabile ironia. Ed anche auto-ironia. Non disgiunta anche da una buona dose di autocritica, come quando si fa dire dal personaggio di Antonio Capuano, con il quale ha cominciato a muovere i primi passi nel cinema e che considera suo maestro (e fonte di ispirazione, assieme a Fellini, Talking Heads, Scorsese e Maradona): “nessuno inganna il proprio fallimento, e nisciuno se ne va mai veramente da questa città… che te ne vai a fa a stu’ cazzo e Roma…? In questa città ci stanno tante cose da raccontare… ‘a tiene coccosa ‘a raccontare?”. Sorrentino ha appreso bene la lezione. Di cose da raccontare ne ha inventante tantissime da allora. E finalmente ne ha volute raccontare anche di sé e della sua Napoli: una “essenza” di napoletanità, pura al 100%, come l’arabica che la inebria. Il film rasenta di continuo il capolavoro assoluto. Eguaglia e forse supera la perfezione assoluta delle produzioni della scuola inglese di cinema, la migliore del mondo. Vedendo il film mi è venuto in mente un film del 2019, “Downton Abbey”, di Michael Engler. Un famoso politico molisano decaduto direbbe, “ma che c’azzecca”?. Me lo ha ricordato per la perfezione assoluta delle ricostruzioni storiche, per la insuperabile bravura degli attori, tutti, dai protagonisti, ai ruoli con minore presenza. Tutti diretti magistralmente e curati allo stesso modo. Per la concatenazione delle azioni, delle gag, per la sottile ironia. Ma “E’ stata la mano di Dio” ha qualcosa in più della perfezione inglese: la magia e le suggestioni sensuali di Napoli. San Gennaro e ‘o munaciello sono una immagine di inarrivabile genialità. La Napoli che Sorrentino ci mostra è di una bellezza da togliere il fiato, come la Roma de “La Grande Bellezza”. Come solo i grandi sanno fare. E come solo quelli che amano davvero sanno fare. Amore per la città, per i napoletani. E per il cinema, con l’omaggio al Sergio Leone di “C’era una volta in America”, il primo dei suoi 5 film preferiti, essendo gli altri “La dolce vita”, “Otto e mezzo”, “Roma” e “Amarcord”, tutti e quattro di Federico Fellini. E ce n’è anche per chi lo “accusa” di essere troppo felliniano: una scena magistrale in cui il giovanissimo futuro cineasta spia da un uscio socchiuso una sessione di provini del grande maestro dell’onirico. Da non perdere.

FRASI DAL CINEMA: “Agerola, che posto cafone!

C’è l’aria buona.

Tutti i posti cafoni hanno l’aria buona!”. (La baronessa/Betti Pedrazzi, e Teresa Saponangelo).

 

“Il cinema non serve a niente. Però ti distrae. E allora il giornalista gli deve aver chiesto: “Distrae da che cosa?”, e Fellini gli ha risposto: “Distrae dalla realtà. La realtà è scadente!”. (Marlon Jubert a Filippo Scotti)

 

“Grazie a Dio!”.

Ma che grazie a Dio! Grazie a me! So’ je che te l’aggio accattato l’abbonamento!”. (Filippo Scotti e Toni Servillo).

 

“Come mai non eri andato pure tu, a te piace sciare.

Sono andato allo stadio a vedere Maradona.

È stato lui che ti ha salvato! È stata la mano di Dio!”. (Renato Carpentieri e Filippo Scotti).

 

“Fumatela! È la parte migliore del sesso!”. (La baronessa/Betti Pedrazzi, a Filippo Scotti, porgendogli una sigaretta).

 

“Fabié, che vuoi fare da grande?

Vorrei fare qualcosa che mi vergogno da dire. Una cosa da pazzi…

Se è una cosa da pazzi, stai parlando con la persona giusta!

Vorrei fare il regista cinematografico.

E, quando lo fai, chiamami. Potrei diventare la tua musa!

Lo sei già la mia musa!”. (Luisa Ranieri e Filippo Scotti).

 

“nessuno inganna il proprio fallimento, e nisciuno se ne va mai veramente da questa città… che te ne vai a fa a stu cazzo e Roma…? In questa città ci stanno tante cose da raccontare… ‘a tiene coccosa ‘a raccontare?”. (Ciro Capano (Antonio Capuano) a Filippo Scotti)

Valutazione Sintetica: 8.5