Il signore delle formiche (Recensione di Catello Masullo)

Il signore delle formiche (Recensione di Catello Masullo)

(credits e sinossi da cinematografo.it)

  • Il signore delle formiche

ITALIA – 2021

 

Sinossi: Alla fine degli anni 60 si celebrò a Roma un processo che fece scalpore. Il drammaturgo e poeta Aldo Braibanti fu condannato a nove anni di reclusione con l’accusa di plagio, cioè di aver sottomesso alla sua volontà, in senso fisico e psicologico, un suo studente e amico da poco maggiorenne. Il ragazzo, per volere della famiglia, venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico e sottoposto a una serie di devastanti elettroshock, perché “guarisse” da quell’influsso “diabolico”. Alcuni anni dopo, il reato di plagio venne cancellato dal codice penale. Ma in realtà era servito per mettere sotto accusa i “diversi” di ogni genere, i fuorilegge della norma. Prendendo spunto da fatti realmente accaduti, il film racconta una storia a più voci, dove, accanto all’imputato, prendono corpo i famigliari e gli amici, gli accusatori e i sostenitori, e un’opinione pubblica per lo più distratta o indifferente. Solo un giornalista s’impegna a ricostruire la verità, affrontando sospetti e censure.

  • Regia: 

Gianni Amelio

  • Attori: 

Luigi Lo Cascio

– Aldo,

Elio Germano

– Ennio,

Sara Serraiocco

– Graziella,

Leonardo Maltese

– Ettore,

Anna Caterina Antonacci

– Maddalena,

Rita Bosello

– Susanna,

Davide Vecchi

– Riccardo,

Maria Caleffi

– Carla,

Roberto Infurna

– Manrico

  • Colore: C
  • Genere: DRAMMATICO
  • Produzione: SIMONE GATTONI KAVAC FILM, BEPPE CASCHETTO PER IBC MOVIE, MORENO ZANI E MALCOM PAGANI PER TENDERSTORIES, CON RAI CINEMA
  • Distribuzione: 01 DISTRIBUTION (2022)
  • Data uscita 8 Settembre 2022
  • NOTE

– REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA, REGIONE LAZIO, MIC – DIREZIONE GENERALE CINEMA E AUDIOVISIBO.

– PRESENTATO IN CONCORSO ALLA 79. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2022).

 

-CANDIDATO AL PREMIO SORRISO DIVERSO VENEZIA 2022 ALLA 79. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2022).

 

Recensione di Catello Masullo: Potrebbe apparire paradossale che la più grande discriminazione che si sia perpetrata in Italia (l’unica condanna in Italia, e nel mondo, per plagio) si sia verificata nel 1968. Proprio l’anno dei moti giovanili che hanno permesso la più grande liberalizzazione dei costumi ed apertura di vedute che il mondo occidentale ricordi. A rifletterci, però, la colossale macchinazione descritta dal film appare proprio come una reazione ai moti rivoluzionari del ’68, da parte della componente più retriva e reazionaria della società italiana, figlia del ventennio, di cui usava le (assurde) leggi ancora in vigore per decenni dopo la caduta del fascismo. Il film racconta, liberamente, fatti agghiaccianti, compiuti in nome della legge. Che hanno visto come vittime un intellettuale finissimo, poeta sommo e valente scienziato come Aldo Braibanti, condannato (ingiustamente) a nove anni in carcere e poi ritirato a vita privata, e soprattutto, il suo giovane compagno Giovanni Sanfratello, allora 23enne, in perfetta salute fisica e mentale, che fu brutalmente rapito da suoi familiari, portato via a forza dalla sua abitazione romana, condotto alla città natale, internato in manicomio, dove ha subito inenarrabili torture, che lo portarono ad avere 11 coma da barbiturici e oltre 40 elettroshock. Il caso è stato già portato sul grande schermo da un densissimo documentario di Massimiliano Palmese e Carmen Giardina, che riporta le interviste di familiari e di grandi intellettuali che, soli, presero le difese di Braibanti, come Marco Pannella, Pier Paolo Pasolini, Alberto Moravia, Umberto Eco e, soprattutto, Elsa Morante. Gianni Amelio, con un riuscito film di finzione, si concentra sui caratteri, più che sulla cronaca, sulla poesia più che sulla prosa, sui concetti alti, come la libertà individuale, la vera imputata alla sbarra. Attori impagabili, confezione di classe. Un film necessario, indispensabile, da non perdere.

Curiosità: nel film appare in un fotogramma, il volto espressivo di Emma Bonino, a testimonianza, silente, del grande ruolo nello scuotere le coscienze che ebbe il partito radicale di Pannella e Bonino nel caso di specie.

Valutazione sintetica: 8