ALLA FESTA DELLA RIVOLUZIONE, RECENSIONE DI CATELLO MASULLO

Foto di Catello Masullo (24 ottobre 2025), da sx. la moderatrice Alessandra De Luca, Riccardo Scamarcio, Silvio Muccino, Maurizio Lombardi, Arnaldo Catinari, Valentina Romani, Nicolas Mauras, Federica Lucisano, Paolo Del Brocco

 

ALLA FESTA DELLA RIVOLUZIONE, RECENSIONE DI CATELLO MASULLO

Cast Tecnico

Regia ARNALDO CATINARI
Soggetto e sceneggiatura SILVIO MUCCINO E ARNALDO CATINARI
Liberamente ispirato all’opera letteraria ALLA FESTA DELLA RIVOLUZIONE

di Claudia Salaris

Edita da Società editrice il Mulino Spa

Casting LAURA MUCCINO (u.i.c.d.)
Montaggio CONSUELO CATUCCI
Fotografia ARNALDO CATINARI (AIC)
Scenografia TONINO ZERA
Costumi URSULA PATZAK
Musiche originali MAURIZIO FILARDO
Organizzatore generale MICHELA ROSSI
Produttore delegato MARIA TERESA FAVIA
Produttore esecutivo ROBERTO ANDREUCCI
Prodotto da FULVIO e FEDERICA LUCISANO
Una produzione ITALIAN INTERNATIONAL FILM
con RAI CINEMA
Con il contributo di Regione Friuli Venezia Giulia

Friuli Venezia Giulia Film Commission

 

Distribuzione

 

01 Distribution

Ufficio stampa PUNTOeVIRGOLA
Durata 98 minuti

 

Cast Artistico

Beatrice Superbi VALENTINA ROMANI
Giulio Leone NICOLAS MAUPAS
Gabriele D’Annunzio MAURIZIO LOMBARDI
Dimitri Pavlov DARKO PERIC
Pietro Brandi RICCARDO SCAMARCIO
 

Alceste De Ambris

 

DANIELE PAOLONI

Guido Keller LUCA TANGANELLI
Sara SUSANNA ACCHIARDI
Warren Finch TIM DAISH
Bakunin

 

Leon Kochinsky

GIUSEPPE GAIANI

 

JULIEN BOUANICH

LOGLINE

Fiume, 1919. Intrighi politici, amori impossibili e vendette private si intrecciano sullo sfondo della rivoluzione visionaria guidata da D’Annunzio.

SINOSSI

  1. Nell’incandescente clima politico che precede il fascismo, Beatrice, una determinata spia al servizio della Russia, è a Fiume il giorno in cui il vate ed eroe di guerra Gabriele D’Annunzio dà il via alla sua rivoluzione visionaria. Ma proprio durante la festa d’insediamento si trova coinvolta in un attentato alla vita del Poeta- Guerriero. Scoprire quali sono i nemici della rivoluzione è di prioritaria importanza: per Beatrice che è lì per proteggere D’Annunzio, per Pietro, il capo dei servizi segreti italiani combattuto tra dovere e ideali, e per Giulio, un medico, disertore della Grande Guerra, vicino agli ambienti anarchici. Sullo sfondo di una rivoluzione che intende cambiare il mondo, le vite di Beatrice, Pietro e Giulio si intrecciano rivelando una realtà in cui intrighi politici, amori impossibili e vendette private collideranno finendo per modellare non solo il loro destino ma anche quello di Fiume, di D’Annunzio e dell’Italia, che all’alba degli anni 20 si trova ad un bivio cruciale tra dittatura e rivoluzione.

NOTE DI REGIA

Tra l’oscurità della Prima Guerra Mondiale e il nero pece del nascente fascismo, ci fu un breve momento in cui tutto sembrava possibile. Gabriele D’Annunzio, il poeta- guerriero, prese con la forza dell’arte e della poesia la città di Fiume, creando un atto futurista che chiamò a raccolta artisti, idealisti e reduci in un magnifico crogiolo di libertà. In questa utopia, l’omosessualità era ammessa, l’uso di droghe era comune, uomini e donne erano considerati alla pari e una costituzione avveniristica metteva al centro l’uomo e l’arte.

Una sorta di mondo alla rovescia che attirava l’attenzione da tutto il mondo, dalla Russia di Lenin al nascente fascismo, fino ai timori di Giolitti e degli alleati che temevano che la Rivoluzione uscisse dai confini di Fiume.

In questo contesto storico unico si svolge la storia di “Alla Festa della Rivoluzione”, una vicenda di vendetta, redenzione e amore che vuole essere un film popolare, avvincente e intrigante

 

ARNALDO CATINARI

Arnaldo Catinari ha al suo attivo circa 100 lungometraggi come autore della fotografia collaborando con i maggiori registi italiani. Come regista il suo primo film è del 1992 Dall’altra parte del mondo, firma poi la serie Suburra per Netflix, Vita da Carlo per Amazon e sempre per Amazon Citadel, Diana una serie internazionale prodotta dai Russo Brothers.

 

 

 

RECENSIONE DI CATELLO MASULLO:

“Credo che il compito della mia vita sia rimuovere gli ostacoli che si frappongono tra il sogno e il sognatore”, afferma in questo film, in modo significativo ed evocativo, Gabriele D’Annunzio (magnificamente interpretato da Maurizio Lombardi). Si potrebbe condensare in questo motto programmatico l’avventura di Fiume del Vate. Un episodio storico, della fine della prima guerra mondiale, che non ha eguali nella storia della umanità, se non, per qualche verso, nella Repubblica di Weimar. Una storia poco raccontata (rimozione freudiana di cose che spaventano i poteri, tutti?) di bellezza e poesia al potere, di totale parità di diritti per tutti, donne e uomini, senza preclusioni alcuna per razza, colore della pelle, credo religioso e preferenze sessuali. Precursore ante-litteram della rivoluzione globale seguita ai moti del 1968, delle lotte per le conquiste dei diritti civili e della parità di genere, tutt’ora in corso.  Film significativo, visivamente portentoso, di grande accuratezza, ben scritto, diretto ed interpretato. Da non perdere.  

Curiosità, ho chiesto al regista e direttore della fotografia: “Arnaldo, il trionfo della luce e delle ombre sono frutto della tua arte principale, ma aveva bisogno anche di sontuosità delle scenografie di Tonino Zera, che aveva già incontrato le sue vicende professionali con il personaggio di D’Annunzio ne IL CATTIVO POETA, come avete lavorato assieme? Escludendo le tante regie per le serie, questo film è la tua opera prima di regia di finzione per il cinema? “. La risposta di Arnaldo Catinari: “la sfida più grande era la costruzione di un mondo. Nel secondo futurismo di Marinetti. Le scelte visive erano le città invisibili di S. Elia. Cose uniche nel futurismo, super moderne. Tonino, con Ursula ai costumi, ha costruito un mondo anarchico. Lavoro non solo filologico, ma raccontare le emozioni di Fiume. Il costume di Beatrice iconico. Tutto è iconico. Riferimenti berberi. La grande scommessa era creare un mondo in cui i personaggi potessero sentirsi dentro. È poi intervenuto anche l’attore Maurizio Lombardi: “è stato divertentissimo. Stupore e scoperta. Di un mondo, studiando male a scuola, quella è una Babele meravigliosa, di lussurie, di sesso. Carta del Carnaro, se fosse una costituzione di uno Stato sarebbe avanti anni luce. Il vate, tutt’altro da quello che ci insegnano”.

 

 

 

VALUTAZIONE SINTETICA: 7.5/8