BREVE STORIA D’AMORE, RECENSIONE DI CATELLO MASULLO

Foto di Catello Masullo (16 ottobre 2025), da sx: la produttrice Samanta Antonnicola, Valeria Golino, Adriano Giannini, Ludovica Rampoldi, Pilar Fogliari, Andrea Carpenzano, i produttori Nicola Giuliano e Viola Prestieri di Indigo Film

 

BREVE STORIA D’AMORE, RECENSIONE DI CATELLO MASULLO

 

BREVE STORIA D’AMORE
[Titolo inglese/internazionale. A BRIEF AFFAIR]

 

 

CREDITI

 

 

 

scritto e diretto da LUDOVICA RAMPOLDI

 

fotografia

 

GOGÒ BIANCHI
montaggio

 

FRANCESCA CALVELLI

 

musica

 

FABIO MASSIMO CAPOGROSSO
scenografia

 

MASSIMILIANO NOCENTE
costumi

 

STEFANO CIAMMITTI
suono

 

GIANLUCA SCARLATA

 

montaggio del suono LILIO ROSATO

 

aiuto regia

 

SERENA FILIPPONE

 

casting GABRIELLA GIANNATTASIO

 

organizzatore generale GIUSEPPE DI GANGI

 

produttore esecutivo

 

GENNARO FORMISANO
produttore associato STEFANO d’AVELLA

 

 

prodotto da

 

NICOLA GIULIANO
VIOLA PRESTIERI
FRANCESCA CIMA
CARLOTTA CALORI

 

una produzione

 

 

con il contributo del

 

 

distribuito da

INDIGO FILM   HT FILM   con RAI CINEMA

 

 

FONDO PER LO SVILUPPO DEGLI INVESTIMENTI NEL CINEMA E NELL’AUDIOVISIVO DEL MINISTERO DELLA CULTURA

 

01 DISTRIBUTION

 

vendite internazionali TRUE COLOURS

 

 

Durata 98 min
Anno 2025
Nazionalità Italiana
Lingua Italiano

 

 


CAST

 

 

 

PILAR FOGLIATI Lea

 

ADRIANO GIANNINI

 

Rocco
ANDREA CARPENZANO Andrea

 

e con  
VALERIA GOLINO Cecilia

 

MASSIMO DE LORENZO Umberto

 

BETTI PEDRAZZI Barista

 

MONICA NAPPO Adele

 

LORENZO GIOIELLI

Sergio
PIA ENGLEBERTH Pianista

 

GIULIA MAENZA Geraldina

 

GISELDA VOLODI

 

Receptionist
SELENE CARAMAZZA Attrice serie tv

 

 

 

 

 

SINOSSI

 

Questa è la storia di due coppie. I trentenni Lea e Andrea, e i cinquantenni Rocco e Cecilia. Quattro personaggi i cui destini collidono la sera in cui Lea conosce Rocco in un bar e inizia con lui una relazione clandestina, consumata in una stanza d’albergo. Un tradimento come tanti, in apparenza, che prende una piega imprevista quando Lea comincia a infilarsi nella vita di Rocco, fino a coinvolgere i rispettivi compagni in una resa dei conti finale.

 

NOTE DI REGIA

 

Ho scritto la prima bozza di questa storia molto tempo fa. Avevo venticinque anni, e idee intransigenti e assolute sulle relazioni – quella perentorietà che si può avere solo davanti a cose di cui non si sa niente. Quando ho ripescato quel vecchio soggetto, anni dopo, mi sono trovata davanti le stesse domande da cui ero partita. Cos’è una coppia? Come funziona, quali sono i suoi confini, cosa la tiene insieme e cosa la fa naufragare, cosa è lecito e cosa inaccettabile nell’unione tra due individui? Solo che di risposte non ne avevo più, non così perentorie almeno. «Non c’è niente di più impenetrabile di una coppia. Non riesci a capirla una coppia, neanche quando ne fai parte» dice Yasmina Reza in Felici i felici. E se non riesce a capirla lei, figuriamoci io. D’altra parte, proprio ciò che è misterioso e impenetrabile merita di essere esplorato.

 

Da qui l’idea di fare di questa storia il mio primo film da regista, cercando una strada personale al tema più logoro del mondo: lei, lui, l’altro – e l’altra. Avevo in mente un tono e un ritmo preciso, il languore dei pomeriggi in un albergo in disarmo, i dialoghi dopo il sesso, le bugie guardandosi negli occhi, le risate di chi ride insieme per la prima volta, l’inquietudine di chi vede la propria vita partire alla deriva. Volevo che fosse un film serio ma non drammatico, essendo l’ironia lo strumento più affilato per andare in profondità. E volevo che avesse un passo di racconto capace di coinvolgere lo spettatore, depistandolo e interrogandolo come in un mistery o in un thriller psicologico. Far convivere questi tre elementi – il romance, l’ironia, il thriller – è stata la sfida maggiore.

 

Ho cercato di osservare questi quattro personaggi alla giusta distanza, come il protagonista guarda le sue formiche nella teca: creature che si affannano, ignare che il mondo non si esaurisce in quella scatola di plexiglass. Li ho raccontati senza giudizio, rispecchiandomi in ognuno di loro, perché tutti abbiamo tradito, siamo stati traditi, o siamo stati l’altra donna, l’altro uomo. E in questo storto triangolo ho voluto creare un legame tra le due donne in cui una salva l’altra, donandole un’altra prospettiva e gli strumenti per uscire dalla teca in cui ha ristretto il suo orizzonte.

 

Alla fine, ho capito che l’unico atteggiamento possibile di fronte al mistero è accettarlo. L’esistenza dell’altro, la sua vita intima, desiderante e segreta, così come la propria. E che la vita di coppia è, come nella scena iniziale, una partita a scacchi in cui nessuna strategia può salvarti dal prendere un pugno in faccia, e sanguinare.

 

LUDOVICA RAMPOLDI
Biofilmografia della regista

Ludovica Rampoldi lavora come sceneggiatrice per il cinema e la televisione. Tra le collaborazioni: quella con Marco Bellocchio (Il traditore presentato in concorso al Festival di Cannes nel 2019, per il quale ha vinto il David di Donatello e il Nastro d’Argento per la migliore sceneggiatura, e Esterno notte, presentato a Cannes Premier nel 2022, candidato ai David come miglior sceneggiatura, vincitore del Nastro d’Argento per miglior serie), Bernardo Bertolucci (The Eco Chamber che doveva essere l’ultimo film del regista), Gabriele Salvatores (Il ragazzo invisibile, Nastro d’Argento per miglior soggetto e Young Audience Award agli EFA). Tra i suoi altri lavori, La doppia ora, regia di Giuseppe Capotondi, presentato in concorso a Venezia nel 2009, premiato con la Coppa Volpi e candidato come miglior opera prima ai David di Donatello e agli EFA.

Recentemente ha firmato il copione del film Il maestro di Andrea Di Stefano (Selezione Ufficiale Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia) e di Primavera, esordio alla regia di Damiano Michieletto presentato al Toronto International Film Festival, entrambi prossimamente in uscita.

Per la tv ha creato e scritto serie di successo, tra cui The Bad GuyGomorra, la trilogia 1992/1993/1994, e ha lavorato all’adattamento italiano di In Treatment. Ha creato la miniserie Nemesi, per la regia di Piero Messina, con Pierfrancesco Favino e Barbara Ronchi, in uscita su Netflix nel 2026.

 

 

RECENSIONE DI CATELLO MASULLO: Ludovica Rampoldi, dopo aver sceneggiato moltissimi film, si è decisa a dirigerne uno. Aveva scritto questo soggetto quando aveva 20 anni. E lo ha covato a lungo. Riscrivendo la sceneggiatura più volte. Dopo aver tentato vari registe e registi, ed avendo ricevuto più di una volta inviti a dirigerla lei stessa, si è arresa… Gli anni passati hanno ammorbidito la rigidità moralista dei 20 anni e il prodotto odierno ha molte meno risposte e più domande al pubblico. Il film gioca abilmente con i generi, la commedia, il romance, il thriller psicologico. Trovando in questo un suo sguardo originale. Il quartetto di attori è straordinario e straordinariamente diretto. Un’opera di esordio d’autore, di tutto rispetto. Ancora una volta la Indigo Film (assieme a Rai Cinema) tiene a battesimo una neo-regista, fornendole mezzi adeguati ad una produzione di qualità, la sua specialità.

Curiosità, ho chiesto alla regista: “Ludovica, con una reminiscenza liceale sulle figure retoriche, il sottotitolo di questi film avrebbe potuto essere chiasmo. La rottura del chiasmo è simboleggiata dalle formiche che ritrovano finalmente la perduta strada di casa?”. La risposta di Ludovica Rampoldi: “l’immagine delle formiche che tornano a casa, il posto sicuro. C’erano delle intromissioni, invasioni di elementi disturbanti. Avendo fatto un po’ di ricerca sulle formiche, loro fanno veramente la spirale della morte. Sono convinte che quella davanti sa la strada e muoiono di stenti se non si interrompe la spirale”.

”.

 

VALUTAZIONE SINTETICA: 7.5