Foto di Catello Masullo (21 ottobre): Dario D’ambrosi
IL PRINCIPE DELLA FOLLIA, RECENSIONE DI CATELLO MASULLO
Giovanni Saulini e Silvia Innocenzi presentano IL PRINCIPE DELLA FOLLIA un film di Dario D’ambrosi.
una produzione RED POST PRODUCTION presentato in anteprima alla 20° Festa del Cinema di Roma sezione “Special Screening”
CAST ARTISTICO Stefano Zazzera Alessandro Haber Andrea Roncato Carla Chiarelli Mauro Cardinali e per la prima volta sullo schermo Gianluca Fraternale
CAST TECNICO soggetto e sceneggiatura: Dario D’Ambrosi regia: Dario D’Ambrosi prodotto da: Giovanni Saulini, Silvia Innocenzi produzione: Red Post Production fotografia e montaggio: Davide Leone scenografia: Pasquale Tricoci costumi: Raffaella Toni musiche originali: Stefano Ratchev nazionalità: Italia formato: DCP durata: 90 minuti anno di produzione: 2025 lingua originale: italiano
SINOSSI
Il dolore non appartiene mai a un solo individuo, ma segna un’intera famiglia. Stefano Zazzera, affetto dal morbo di Parkinson, porta in scena un’interpretazione che supera la finzione, se il Joker è stato celebrato come icona della follia, qui la sofferenza è reale, autentica, vissuta sulla pelle.
SOGGETTO Una famiglia in cui il dolore e la malattia non appartengono mai a un singolo individuo. Non si tratta solo del figlio disabile, ma di ogni vita che gli sta accanto. Molti hanno esaltato il personaggio di Joker come un’interpretazione magistrale di una condizione psichica, ma alla luce dell’esperienza del regista, che da oltre quarant’anni lavora con ragazzi affetti da patologie psichiche e fisiche, quella performance appare come una “macchietta” se confrontata con l’intensità e la verità del protagonista, Stefano Zazzera. La sua interpretazione non è costruita a tavolino, è il dolore vissuto sulla pelle, la fragilità e la forza che emergono da un corpo e da un’anima segnati dal morbo di Parkinson. Lo spettatore non assiste a una recitazione, ma entra in una ferita viva, sente il peso di un’intera famiglia, e tocca con mano ciò che troppo spesso viene ignorato, la disabilità non riguarda mai un solo individuo. Una corsa notturna in taxi per le strade di Jesi. La solita routine monotona per Francesco (Andrea Roncato), tassista solitario e taciturno. Una notte di lavoro come tante altre, pochi clienti, tutti diversi e tutti uguali. Ma durante una pausa al bar, sullo schermo televisivo irrompe una televendita inquietante: non si vendono oggetti, ma esseri umani. Un presentatore paralitico, Luca (Stefano Zazzera), cerca di “piazzare” due anziani artisti, una ex-gloriosa ballerina del Teatro dell’Opera di Roma (Carla Chiarelli) e un clown anziano, buffo e malinconico (Alessandro Haber). Luca li deride, li punisce con parole e sguardi per la loro impossibilità di rivivere i passati gloriosi.
Francesco, travolto dalla curiosità e dallo sgomento, scopre il pezzo forte della trasmissione, Vanessa, un travestito affascinante (Mauro Cardinali), che si esibisce in uno spogliarello sensuale e provocante. La sua presenza conferma a Francesco che tutto ciò accade nel palazzo in cui aveva lasciato il travestito poco prima. Francesco diventa testimone di un mondo consumato dal dolore e dal rimorso, persone incapaci di affrontare la vita accanto a un figlio disabile. Luca vuole “vendere” la propria famiglia, per punire un colpevole invisibile che tutti portano dentro. Flashback mostrano frammenti crudi di questa famiglia, una madre che cerca di esorcizzare il proprio rimpianto per la carriera perduta; un padre assente, prigioniero dei propri sogni di artista; due figli segnati da un destino impossibile da condividere, uno malato, dal volto distorto, privato di ogni gioia, l’altro sano, intrappolato nella perfezione come se il fratello fosse uno specchio deformante che non può ignorare. Ma Luca, inizialmente percepito come un mostro, mostra fragili lampi di dolcezza, tornando bambino nella sua stanza colma di giocattoli. È qui che, in un finale poetico e liberatorio, Luca e Francesco giocano come amici di vecchia data, accettando il passato, incontrando la loro umanità e guardando al futuro. In questa storia non ci sono buoni o cattivi. Ci sono solo persone intrappolate nel proprio dolore, vittime di ciò che non hanno scelto, condannate da ferite invisibili. Eppure, tra angoscia e disperazione, emerge la possibilità di guardare in faccia il passato, di affrontare la propria fragilità, e di scoprire che quando un ragazzo disabile sta bene, non sta bene solo lui, stanno bene la madre, il padre, i fratelli, i nonni, il condominio, il quartiere. È un’onda che può toccare milioni di persone, ed è da questa forza condivisa che può nascere davvero una società nuova e migliore.
Riflessioni artistiche del regista Dario D’Ambrosi
Permettetemi una riflessione personale, molti hanno considerato il personaggio di Joker un’interpretazione magistrale di una condizione psichica. Eppure, alla luce della mia esperienza di oltre quarant’anni con ragazzi affetti da patologie psichiche, quella performance mi appare come una sorta di “macchietta” se paragonata all’intensità e all’autenticità di Stefano Zazzera, protagonista de Il principe della follia, che vive realmente con il morbo di Parkinson. La sua interpretazione non è una rappresentazione costruita a tavolino, ma la condivisione sincera del suo dolore, delle sue fragilità e della sua forza. Zazzera riesce a trasmettere la sua sofferenza senza mai cadere nel pietismo, e proprio per questo lo spettatore può vivere un’esperienza artistica ed emotiva unica e irripetibile. In questo film, inoltre, non viene raccontata soltanto la condizione di un singolo individuo, ma la tragedia dell’intera famiglia che vive accanto a un figlio con disabilità fisica e psichica. Un aspetto che spesso viene dimenticato o messo da parte, ma che invece è parte integrante e dolorosa di questa realtà. La malattia non riguarda mai una sola persona ma coinvolge chi condivide la casa, la vita e il peso quotidiano delle fragilità. In qualità di fondatore e direttore del Teatro Patologico, dopo quarant’anni di lavoro con persone con disabilità fisica e psichica di tutto il mondo, ho voluto concentrare in questo film tutte le esperienze accumulate. Lavorare in questo ambito mi ha arricchito professionalmente e artisticamente, e soprattutto mi ha insegnato che queste persone, spesso escluse socialmente, possono invece essere integrate, esprimere emozioni profonde e cambiare la visione della disabilità. Il principe della follia vuole, e deve, essere un messaggio di grande coesione, con la stessa forza che ho portato avanti nei miei spettacoli teatrali con attori disabili. Qui la diversità viene raccontata senza retorica, ma con una forte valenza simbolica, per mostrare e dimostrare come il disabile debba essere riconosciuto e rispettato. Il protagonista, attraverso la terapia del ricordo, porta in superficie la sofferenza accumulata nella sua vita e, con l’aiuto del padre e del fratello, rivela come le fragilità siano spesso generate da fattori esterni e non soltanto personali. Sono convinto che Il principe della follia segnerà una tappa importante per la cinematografia italiana, così come è già accaduto in ambito teatrale con il Teatro Patologico sui palcoscenici più importanti del mondo (Tokyo, Londra, Los Angeles, Johannesburg, San Paolo), alla sede delle Nazioni Unite a New York, al Parlamento Europeo a Bruxelles e, recentemente, al Teatro Ariston durante la terza serata del Festival di Sanremo, con un picco di 16 milioni di telespettatori. E ricordatevi sempre quello che ripeto da anni, quando sta bene un ragazzo disabile, non sta bene solo un individuo, ma anche la mamma, il papà, i fratelli, i nonni, il condominio, il quartiere. E così milioni di persone possono stare meglio, ed è da qui che può nascere davvero una società migliore.
Società di produzione – RED POST PRODUCTION La società RED POST PRODUCTION, costituita nel 2012, svolge l’attività di produzione cinematografica oltre a servizi di post-produzione digitale audio e immagine. Nel 2023 Red Post Production ha prodotto il film documentario “Oltre la valle” diretto da Virginia Bellizzi. Il film è stato realizzato con il contributo “Selettivi – opere di giovani autori” del MIC e con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund. Il documentario “Oltre la valle” è stato selezionato in concorso a: – 41 Torino Film Festival (sezione documentari italiani) 2023 – Sguardi Altrove Women’s International Film Festival 2024 Menzione speciale dalla giuria degli studenti Iulm – Trento Film Festival 2024 – Festival Valpolicella 2024 – Social World Film Festival 2024 – Glocal Film Festival – Piemonte Movie 2024 Premio della Montagna Villar Perosa Premio Professione Documentario Nel 2025, la Red Post Production ha prodotto il film lungometraggio dal titolo “Il principe della follia” per la regia di Dario D’Ambrosi.
Per la parte di post-produzione è specializzata nelle lavorazioni di montaggio, color-correction, visual effects, montaggio del suono, mix audio, fasi che caratterizzano l’ultima fase della produzione audiovisiva digitale. Dal 2017 la società si occupa anche di restauro cinematografico, offrendo servizi di digitalizzazione della pellicola e restauro filmico. L’esperienza del suo fondatore e amministratore ha consentito di apportare alla società le competenze e la solidità necessarie alla realizzazione dei propri progetti: Giovanni Saulini ha prodotto e realizzato negli anni numerosi film e documentari.
NOTE: CANDIDATO AL PREMIO SORRISO DIVERSO – ROMA 2025
RECENSIONE DI CATELLO MASULLO: Dario D’Ambrosi fa un lavoro straordinario da oltre 40 anni con disabili mentali e fisici, esaltando le loro abilità artistiche nel campo della recitazione, con il suo benemerito Teatro Patologico, dai lui fondato e diretto. Questo film è il trionfo del suo lavoro, con la interpretazione insuperabile di Stefano Zazzera, che vive artisticamente la sua sindrome di Parkinson, spingendo costantemente lo spettatore fuori della propria zona di conforto. La macchina da presa mobile che lo pedina, ci porta in contatto carnale, materico, fisico, con la sua reale sofferenza. Provocando una “sim-pathia”, nel senso più squisitamente etimologico del termine, e una empatia irresistibili. Metafora potentissima della generalizzata sofferenza di tutte le famiglie che si trovano ad affrontare questa tipologia di grave sindrome invalidante, che rende malati gravi tutti i componenti della famiglia. Rifuggendo ogni pietismo ed ogni retorica. Onore al merito. Degna di nota la colonna sonora, firmata da STEFANO RATCHEV, edita da EDIZIONI CURCI.
VALUTAZIONE SINTETICA: 6.5/7
