Wild Nights, Tamed Beasts, RECENSIONE DI CATELLO MASULLO
SINOSSI:
Ye Xiaolin è una giovane badante che accetta di accudire un anziano malato che vive in un edificio fatiscente ai confini della città. Arrivata in casa incontra Ma Deyong, il figlio dell’uomo, guardiano di uno zoo in fallimento. Tra i due nasce un legame enigmatico, mentre la natura oscura di Xiaolin inizia a manifestarsi. Come un angelo della morte, la ragazza è solita alleviare la sofferenza dei suoi pazienti ponendo fine alla loro vita. Ma Deyong, il suo vecchio leone Pi Pi e Xiaolin hanno qualcosa in comune, una condanna: essere creature imperfette in una società in cui solo il più forte si salva.
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(in ordine di titoli di coda)
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RECENSIONE DI CATELLO MASULLO:
Meritato il Premio alla Regia alla cinese Wang Tong, che alla sua opera prima fa subito centro e convince la Giuria della XX Festa del Cinema di Roma, presieduta da Paola Cortellesi (che di opere prime se ne intende…). Opera ambiziosa, che ci restituisce il mistero e l’ambiguità di una società cinese sempre più popolata e sempre con più contraddizioni e mancanza di senso della vita. Vite ingabbiate, come e più del vecchio leone costretto in un enorme e mai terminato appartamento. Film ricco di simbolismi ed allegorie. Con attori in grande forma, diretti da mano già sicura e padrona del mezzo espressivo. E molte raffinatezze e originalità di regia, come gli split screen di una stessa scena ripresa da punti di vista diversi (una rivisitazione mai vista prima del celeberrimo “Rashomon” di Akira Kurosawa, del 1950). Sorprende leggere nei titoli di coda che si tratta del primo film cinese ad essere girato con attrezzature tutte prodotte in Cina. La sorpresa maggiore è che non sia già stato fatto prima. Esordio promosso a pieni voti.
VALUTAZIONE SINTETICA: 8
