VENEZIA 76 : AMERICAN SKIN (recensione di Catello Masullo)

AMERICAN SKIN

VENEZIA 76 : RECENSIONE DI CATELLO MASULLO

(credits e sinossi dal sito della Biennale)

AMERICAN SKIN

Sconfini

Regia: Nate Parker
Produzione: Eagle Pictures (Tarak Ben Ammar), Mark Burg Media (Mark Burg), Tiny Giant Entertainment (Zak Tanjeloff, Nate Parker), Sterling Light Productions (Lukas Behnken)
Durata: 89’
Lingua: inglese
Paesi: Usa
Anno: 2019
Interpreti: Nate Parker, Omari Hardwick, Beau Knapp, Theo Rossi, Shane Paul McGhie, Miluana Jackson
Sceneggiatura: Nate Parker
Fotografia: Kay Madsen
Montaggio: Billy Weber, Matthew Feinman
Scenografia: Geoffrey Kirkland
Costumi: Tiffany White Stanton
Musica: Henry Jackman
Suono: David Gianmarco
Effetti visivi: George A. Loucas

SINOSSI

Lincoln Jefferson è un veterano del corpo dei Marines e lavora come custode in un prestigioso liceo della California: un lavoro che si è trovato per garantire l’iscrizione alla scuola del figlio quattordicenne, KJ. Una notte, Lincoln e KJ vengono fermati dalla polizia e l’alterco che ne scaturisce culmina nel ferimento fatale del ragazzo disarmato. Fiducioso che la giustizia farà il suo corso e garantirà un regolare processo, Lincoln è sgomento quando apprende che l’agente responsabile di avere premuto il grilletto rimarrà impunito e tornerà regolarmente in servizio senza essere rinviato a giudizio. Il protagonista prende disperatamente in mano la situazione e si trova coinvolto in una serie di eventi che spera renderanno giustizia al figlio.

COMMENTO DEL REGISTA

Perché questo film oggi? In risposta alle innumerevoli ingiustizie e divisioni in essere nel nostro Paese, ho messo a punto un servizio di pubblicità progresso uno spunto di riflessione che spero sfiderà il sistema di oppressione, promuovendo un dialogo profondamente necessario tra le forze dell’ordine e i membri della comunità di colore. Questo progetto darà il via a un forum pubblico in cui ogni individuo su entrambi i fronti potrà esternare liberamente i sentimenti che nutre nei confronti delle circostanze che determinano molte delle decisioni prese e che impattano sia la vita dei cittadini che dei responsabili dell’applicazione della legge.
Questo progetto esplorerà i divari spesso creati dalla storia, dalla politica e dai media che inficiano la sana comunicazione e le relazioni tra i cittadini della nostra nazione. Riusciremo in questo intento spingendo questi gruppi di persone a fare parte congiuntamente di un ambiente controllato. La mia speranza è che questo dialogo possa sanare queste relazioni interrotte e servire come misura preventiva, incoraggiando entrambe le parti a fermarsi un attimo, un attimo che può salvare una vita.

PRODUZIONE/DISTRIBUZIONE

PRODUZIONE 1: Tarak Ben Ammar – Eagle Pictures
Via Pompeo Magno 1
00192 – Roma, Italy
Tel. 06/3269101
Mob. 33611276568
tarak@tarak.us
http://www.eaglepictures.com

PRODUZIONE 2: Mark Burg – Mark Burg Media
14050 Aubrey Road
90210 – Beverly Hills, United States
Tel. 1-818-809-9458
Mob. 818-809-9458
mark@markburgmedia.com

PRODUZIONE 3: Zak Tanjeloff, Nate Parker – Tiny Giant Entertainment
21031 Ventura Blvd
91364 – Woodland Hills, United States
Tel. 19412848500
zak@tinygiantent.com
http://www.tinygiantent.com

PRODUZIONE 4: Lukas Behnken – Sterling Light Productions
2950 Los Feliz Blvd; Suite 204
90039 – Los Feliz, United States
Tel. 13238411611
lukas@sterlinglightproductions.com
rd@beggarkings.com
http://www.sterlinglightproductions.com
https://www.facebook.com/Sterlinglightproductions/
DISTRIBUZIONE INTERNAZIONALE/WORLD SALES:

DISTRIBUZIONE ITALIANA: Roberto Proia – Eagle Pictures
Via Pompeo Magno 1
00192 – Roma, Italy
Tel. 06/3269101
Mob. 06/3269101
roberto.proia@eaglepictures.com
http://www.eeaglepictures.com

UFFICIO STAMPA ITALIA: Pierluigi Manzo – Manzo Piccirillo
Via Emanuele Filiberto 257
00185 – Roma, Italy
Tel. + 39 347 013 3173
Info@manzopiccirillo.com

UFFICIO STAMPA INTERNAZIONALE: Adele Ibbotson – DDA
192-198 Vauxhall Bridge Road
SW1V 1DX – London,UK
Tel. 02079329800
americanskin@ddapr.com

 

RECENSIONE : Il film comincia con il raccontare una storia sentita e vista mille volte : una pattuglia della polizia in USA, ferma un’auto condotta da un uomo di colore, ed uno dei poliziotti, bianco, spara ed uccide il figlio 14enne del conducente, disarmato, e al processo viene assolto, da una giuria di bianchi e da un giudice bianco, provocando disordini e forti reazioni dalla comunità di colore. La poca originalità’ del film si ferma, però, quasi subito. Quando la storia, con un grande colpo d’ala, vede il padre del ragazzo ucciso, ex marine, con un drappello di fedelissimi, prendere in ostaggio il capitano del distretto di polizia dove lavora il poliziotto omicida, e tramite l’ostaggio, sequestrare l’intero distretto. Ammanettare tutti i poliziotti, liberare i reclusi, tutti di colore o ispanici, chiamati a far parte di una improvvisata giuria, per ripetere il processo al poliziotto uccisore. E qui le cose si fanno dannatamente interessanti. E acquistano una grande originalità’. Il film riesce a raccontare, senza schierarsi. E ci fa capire che l’omicidio del ragazzino disarmato da parte del poliziotto, apparentemente ingiustificato, e’ invece il frutto di un clima di tensione che si e’ creato negli USA. Un paese in cui la mentalità e’ che se si vede uno correre per strada, se e’ bianco e’ uno che sta andando di corsa a lavorare ed a produrre PIL, se invece e’ un nero, allora sta scappando da una rapina e va abbattuto a pistolettate senza indugi. Un paese in cui ci sono più armi da fuoco che cittadini. Dove circola il 40% delle armi da fuoco del mondo, detenute da meno del 5% della popolazione mondiale. Un paese nel quale, nel solo 2019, le sparatorie di massa sono state 251. Quelle con almeno tre morti, escluso il killer, sono state 32, con un totale di 136 morti. Un paese in cui i poliziotti sono realmente terrorizzati di essere uccisi da persone di colore armate alle quali stanno chiedendo i documenti per un comune controllo. Il terrore e’ certamente lo stato d’animo meno adatto a mantenere il sangue freddo ed a valutare il da farsi. Una frazione di secondo di incertezza può significare che chi ti sta di fronte ti può sparare. Ed allora, nella concitazione, gli spari prima tu. E’ questa la follia assoluta alla quale gli americani si sono, volontariamente, condannati. Emblematica la frase che uno dei poliziotti pronuncia durante il processo improvvisato nel distretto sotto assedio : “Volete essere sicuri? E’ questo il prezzo!”. Di tutta evidenza gli americani accettano di pagare questo prezzo (anche perché a pagarlo e’ soprattutto la minoranza di colore). Speriamo che chi vuole importare questa follia anche da noi non riceva abbastanza consensi. Il film ce lo suggerisce, in modo efficace ed agghiacciante. Da non perdere.

VALUTAZIONE SINTETICA COMPLESSIVA : 7.5