VENEZIA 76 : SANCTORUM (recensione di Anna Piccini)

SANCTORUM

VENEZIA 76 : RECENSIONE DI ANNA PICCINI (5 settembe)

 

Estratto dalla cartella stampa 34. Settimana della Critica ( a Cura del Sindacato Critici Cinematografici Italiani):

EVENTO SPECIALE – FILM DI CHIUSURA

 

SANCTORUM

di Joshua Gil. Messico, Qatar, Repubblica Dominicana, 2019. Col. 84’

 

Sceneggiatura: Joshua Gil. Fotografia: Mateo Gúzman, Joshua Gil. Montaggio: Joshua Gil, León Felipe González, Yibrán Asuad. Musiche: Galo Duran. Suono: Sergio Díaz. Scenografia: Rafael Camacho. Costumi: Alisarine Ducolomb, Mario Salas. Interpreti: Erwin Antonio Pérez Jiménez, Nereyda Pérez Vásquez, Virgen Vázquez Torres, Javier Bautista González, Damián Dositelo Martínez Vásquez, Ofelia Díaz Gómez, Medardo Díaz Gutiérrez. Produzione: Marion d’Ornano – Paràbola Cine, Carlos Sosa – Viento del Norte Cine, Laura Imperiale – Caserola Films. Co-produzione: Alejandro Miranda – La Monita Creativa, Israel Càrdenas – Aurora Dominicana, Gergina Gonzales e Rodrigo Itturalde – MonoFilms.

 

Joshua Gil mette in scena l’apocalisse come riscatto degli ultimi e vendetta del Creato saccheggiato e offeso. Il mondo sotto sopra. Il riscatto della Terra e degli Ultimi. Il canto dell’Apocalisse nel giardino dell’Eden. Come una versione metafisica di Narcos, fra Angeli della morte e vendette divine. Un film visionario che mette sulle mappe un nome da affiancare a quello di Reygadas e Cuáron. 

 

Sinossi

In una piccola città dimenticata fra montagne coperte di alberi vivono un bambino e sua madre. La vita quotidiana è sconvolta da quando la città è diventata il crocevia della guerra tra militari e cartelli della droga. Date le poche opportunità di lavoro e la mancanza di soldi per trasferirsi altrove, la madre coltiva marijuana per i cartelli. Un giorno non fa ritorno dal lavoro. Distrutta dal dolore, la nonna manda il bambino nella foresta a pregare il sole, il vento e l’acqua, affinché la madre possa far ritorno indenne. Mentre i soldati arrivano e gli abitanti del villaggio si preparano allo scontro finale, la natura si manifesta in tutta la sua potenza.

 

 

Joshua Gil (1976) Diplomato presso la Scuola di Cinema e Audiovisivi della Catalogna (ESCAC) a Barcellona, ha iniziato la sua carriera nel dipartimento di fotografia del film Japon di Carlos Reygadas. Successivamente si è specializzato come direttore della fotografia in vari cortometraggi, lungometraggi e documentari, approfondendo i suoi studi all’estero con registi come Patricio Guzman e The Quay Brothers. Nel 2007 ha iniziato la sua carriera come regista di documentari, pubblicità e serie televisive. Nel 2015 ha diretto il suo primo lungometraggio La Maldad, selezionato al 65 ° Festival di Berlino.

 

RECENSIONE : Una frase pronunciata fuori campo dice tutto : “Il governo crede che siamo criminali, ma non e’ vero. La povertà della nostra comunità e’ insopportabile. Noi siamo agricoltori. Coltiviamo per dare qualcosa da mangiare ai nostri figli. Tutti i giorni qualcuno dei nostri viene ucciso dai trafficanti di droga. E quando arriva l’esercito, ci umilia e ci tratta come animali. Ci picchiano ed attaccano le nostre donne”. Il film ci racconta della condizione di estrema indigenza dei poverissimi campesinos, resi schiavi da una condizione che li vede obbligati tra due fuochi. Classico vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro. Immagini suggestive di montagne immerse nella nebbia, di antri misteriosi. Cortei funebri con maschere bianche e strumenti a fiato. Atmosfere fantastiche e fiabesche, che rendono possibile l’impossibile : per una volta il trionfo delle vittime e la sconfitta dei carnefici. Forte la carica poetica e politica. Da non perdere.

VALUTAZIONE SINTETICA COMPLESSIVA : 7.8/10