VENEZIA 76 : THE BURNT ORANGE HERESY (recensione di Anna Piccini)

THE BURNT ORANGE HERESY

VENEZIA 76 : RECENSIONE DI ANNA PICCINI (7 sett 19)

(Credits e sinossi dal sito della Biennale)

 

THE BURNT ORANGE HERESY

The Burnt Orange Heresy sarà proiettato in prima mondiale sabato 7 settembre, nella Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia, a seguire la cerimonia di premiazione.

Il mondo dell’arte e quello della malavita si scontrano nel thriller neo-noir The Burnt Orange Heresy, ambientato nell’Italia odierna. Il carismatico critico d’arte James Figueras (Claes Bang) seduce l’affascinante turista  Berenice Hollis (Elizabeth Debicki). I due nuovi innamorati raggiungono la lussuosa proprietà sul Lago di Como del potente collezionista d’arte Cassidy (Mick Jagger). Questi rivela di essere il mecenate dello schivo Jerome Debney (Donald Sutherland), una sorta di J.D. Salinger del mondo dell’arte, e avanza ai due una strana richiesta: rubare a qualsiasi costo uno dei capolavori di Debney dallo studio dell’artista. Ma appena la coppia inizia a conoscere il leggendario Debney, comprende che nulla di quel personaggio e della loro missione è ciò che sembra.

Diretto da Giuseppe CapotondiThe Burnt Orange Heresy è prodotto da David Zander, David Lancaster, William Horberg, Executive producers Sienna Aquilini e Peter Touche. Tratto dal romanzo di Charles Willeford ed è sceneggiato da Scott B. SmithDirettore della fotografia è David Ungaro. International Sales: HanWay Films. Domestic Sales: UTA/CAA.

GIUSEPPE CAPOTONDI
NOTA BIOGRAFICA

Dopo gli studi di filosofia all’Università Statale di Milano, Giuseppe Capotondi ha iniziato a dirigere video musicali e pubblicità televisive dall’età di 23 anni, e ha continuato senza sosta da allora. Ha diretto più di 250 video e spot fino a oggi, vincendo diversi premi internazionali inclusi il D&AD e il Leone della pubblicità a Cannes. Nel 2009 il primo lungometraggio di finzione di Capotondi, La doppia ora, è stato presentato in concorso alla 66. Mostra di Venezia, ottenendo recensioni entusiaste e facendo vincere la Coppa Volpi per la migliore attrice alla sua protagonista Kseniya Rappoport. In seguito Capotondi ha diretto due documentari e diversi episodi televisivi quali Berlin Station per Epix, Suburra per Netflix ed Endeavour per ITV. The Burnt Orange Heresy è il suo secondo lungometraggio.

 

RECENSIONE : La 76esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, si chiude come era iniziata, all’insegna della altissima qualità’. Ancora un grande film , all’altezza di tutta la eccellente selezione. Opera seconda di Giuseppe Capotondi, che si era gia’ fatto apprezzare per il suo brillantissimo esordio con “La Doppia Ora”, trionfatore, nel 2010, alla più’ autorevole competizione riservata alle sole opere di esordio italiane, il Premio Cinema Giovane & Festival delle Opere Prime”, organizzato dal Cinecircolo Romano, arrivato alla 16esima edizione. “The Burnt Orange Heresy” e’ un film complesso, con un meccanismo di intrigo molto ben congegnato , materia in cui Capotondi si avvia ad diventare un maestro riconosciuto. Un film colto, fascinoso, coinvolgente ed adrenalinico. Che vede l’incontro tra due cinismi spietati, che mettono da parte ogni scrupolo per raggiungere i propri obiettivi. Da non perdere.

VALUTAZIONE SINTETICA COMPLESSIVA : 8/10