ROMA XIV (2019) : On Air   (recensione di Assunta Masullo)

ROMA XIV (2019) : On Air   (recensione di Assunta Masullo)

(credits e sinossi da cinematografo.it)

On Air

BELGIO – 2019

  • Regia: 

Manno Lanssens

NOTE

– PRESENTATO ALLA XIV EDIZIONE DELLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2019) | SELEZIONE UFFICIALE

SINOSSI

RPA è la sigla della Radio Publique Africaine, la voce di chi non ha voce, l’emittente radiofonica indipendente più autorevole del Burundi. Il direttore di rete Bob Rugurika è un giornalista, ma prima di tutto un uomo, preoccupato di consolidare e di difendere la democrazia ripristinata dopo tanti spargimenti di sangue soltanto nel 2005, con l’elezione a Presidente della Repubblica di Pierre Nkurunziza.

 

Recensione di Assunta Masullo:

Imprescindibile questo documentario di Manno Lanssens se si vuole capir qualcosa del Burundi degli ultimi anni e di oggi. Il racconto parte dal 2014, anno tragico in cui si registra l’uccisione di tre suore saveriane italiane a Bujumbura, all’epoca capitale della nazione (ora spostata a Gitega). Il direttore della radio, Rugurika decise di diffondere la notizia che i mandanti della strage fossero i servizi segreti sotto il comando del generale Adolphe Nshimirimana, e che la cattura immediata del presunto colpevole, un uomo con problemi mentali, fosse soltanto una soluzione di comodo. La brutale esecuzione delle religiose serviva in realtà ad evitare una denuncia dell’esistenza di gruppi paramilitari ed un traffico illegale di farmaci. In seguito allo scoop Rugurika è finito agli arresti e da quel momento nel paese sono montate le proteste. Oltre a chiedere la scarcerazione dell’uomo, i tumulti erano alimentati dall’imminenza delle scadenze elettorali, con un presidente deciso a stracciare la costituzione ed ottenere un terzo mandato, vietato dalla legge. Larssen testimonia direttamente gli eventi tra le vie della capitale e delle provincie limitrofe, Ngozi e Cibitoke, con la contrapposizione tra gli oppositori al regime ed i suoi sostenitori, semplici fanatici, ignari del pericolo, i cani da guardia in tenuta antisommossa, e i membri inquietanti di Imbonerakure, movimento giovanile paramilitare di sostegno al partito del presidente, chiamati a dissuadere eventuali dissidenti. Gli scontri tra la polizia ed i manifestanti danno l’idea di una recrudescenza degli avvenimenti, così come gli stacchi di montaggio all’interno della redazione radiofonica fanno capire il carattere intimidatorio del potere. “Possono uccidere il gallo, ma non il suo canto” dice ad un certo punto una delle conduttrici della radio riprendendo un detto popolare. La scarcerazione di Rugurika sembrò segnare un punto di svolta a favore della legalità, ma si rivelò di fatto una semplice concessione per allontanare quel poco di pressione internazionale, soprattutto di Belgio e Usa. Il film ci racconta che Nkurunziza non solo è rimasto presidente ma è riuscito a modificare la Costituzione per restare al potere fino al 2034, ed ha anche ottenuto l’uscita del Burundi dalla giurisdizione della Corte Penale Internazionale, che aveva cominciato ad indagare sulle violenze avvenute proprio nel periodo interessato dal documentario, una violenza che superata la soglia dei tafferugli ha lasciato sul terreno anche dei morti. Le riprese di Lanssens si fermano appena dopo le elezioni, quando la sua stessa posizione di cronista è diventata scomoda e viene quindi espulso dal paese, ma l’auspicio finale del regista è che quella fiamma di libertà, quella scintilla di rivolta contro la tirannia, possa rappresentare un precedente per il futuro, da cui eventualmente ripartire, anche con la radio libera che continua a trasmettere dall’estero, dove il suo direttore storico si e’ riparato. Da non perdere.

 

Valutazione sintetica : 8