ROMA XIV (2019) : Tornare  (Recensione di Rossella Pozza)

ROMA XIV (2019) : Tornare  (Recensione di Rossella Pozza)

Tornare

ITALIA – 2019

Anni Novanta, Napoli. A seguito della morte del padre, la quarantenne Alice torna dall’America dopo una lunga assenza. Alice e la sorella decidono di vendere la casa di famiglia, ma occorre svuotarla dagli oggetti di una vita. Inaspettatamente, Alice scopre che la casa è abitata da una ragazza giovane e bellissima. Con lei inizia un dialogo intenso e promettente, come il legame che si crea con Marc, un uomo affascinante e gentile incontrato alla commemorazione del padre. Intorno ad Alice prende forma un mondo nuovo, intrigante e pericoloso, che apre squarci sul suo passato e sulla sua esistenza.

  • Regia: 

Cristina Comencini

  • Attori: 

Giovanna Mezzogiorno

– Alice,

Vincenzo Amato

– Marc,

Beatrice Grannò

– Alice ragazza,

Clelia Rossi Marcelli

– Alice 10 anni,

Marco Valerio Montesano

– Marc ragazzo,

Alessandro Acampora

– Marc 10 anni,

Trevor White

– Padre di Alice,

Astrid Meloni

– Madre di Alice,

Tim Ahern

– Adam,

Barbara Ronchi

– Virginia

NOTE

– PRODUTTORE ESECUTIVO: SIMONA BENZAKEIN

– FILM DI CHIUSURA ALLA XIV FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2019) | EVENTO SPECIALE

 

Recensione di Rossella Pozza:

Una citazione da Carlo Rovelli, posta ad esergo iniziale, svela molto del film : “Non c’e’ passato, non c’e’ presente, non c’e’ futuro. Il tempo serve solo per misurare il cambiamento”. L’idea di base del film e’ davvero suggestiva. E le tre attrici (ma anche i tre attori) chiamate a giocare i tre pezzi della stessa matriosca sono davvero eccezionali e sorprendenti. La location dove il film e’ girato e’ un altro vero personaggio. Una villa napoletana a picco sul mare, che e’ qualcosa di magico. La stessa Napoli che si vede a tratti, e’ una Napoli senza tempo, dai sentori esoterici. La confezione e’ molto curata. A far soffrire il film (ed anche lo spettatore, dovessi dire…) e’ una cupezza immanente, una introspezione da seduta psicanalitica permanente, un procedere ( o non procedere) a tratti ondivago, che lasciano in bocca quel retro gusto un po’ amarognolo che somiglia al senso di delusione per una (legittima) aspettativa non del tutto mantenuta. Peccato, anche perché, per una volta, un film declinato tutto (o quasi) al femminile, con un punto di vista femminile, ci voleva, in un panorama dominato dalla visione maschile (quando non maschilista).

Curiosità, Catello Masullo ha chiesto alla regista : “Cristina, come hai lavorato al cast al femminile, nella scelta di questo che più che un trio , sembra una trinità? Giovanna e’ fuori discussione. Ma queste due ragazzine sono strepitose. Non solo incredibilmente somiglianti, ma anche bravissime e strepitose”. La risposta di Cristina Comencini : “esiste una casting Laura Muccino. Ovviamente Giovanna scelta subito. Nei film c’e’ anche un po’ di fortuna, ho fatto un sacco di provini. Non solo erano brave, ma anche molto simili. Provengono tutti dal lavoro di casting. Per molti anni il casting era una cosa all’americana. Quelle del casting vanno al teatro, le vedono. Anche i due Vincenzo sono identici. Poi, andando avanti con l’età, vedo che le cose accadono. Le due triadi sono molto soddisfacenti. E questo ha dato al film maggior spessore”.

 

Valutazione sintetica : 7