Italiani alla 70ª Berlinale: numeri da record

Italiani alla 70ª Berlinale: numeri da record

C’è un punto d’intersezione nascosto e commovente tra il 70° anniversario della Berlinale ed il centenario di Federico Fellini: il film Il cammino della speranza di Pietro Germi, che vinse l’Orso d’Argento alla prima edizione del 1951, fu scritto, tra gli altri, da Federico Fellini.

E c’è naturalmente un omaggio diretto al più rappresentativo dei nostri registi nel suo compleanno dedicato da Berlino, con il restauro de Il bidone in Berlinale Classics.

Sono le prime luci di un’edizione in cui il cinema italiano registra alla Berlinale una presenza eccezionale, da record.

9 film selezionati, 2 registi e 2 titoli per un evento speciale, 4 classici riproposti, un cortometraggio, un progetto al Berlinale Coproduction Market ed un romanzo in Books at Berlinale.

Il Concorso ospita ben 3 produzioni italiane: Favolacce di Damiano e Fabio D’Innocenzo, opera seconda di autori rivelati proprio dalla Berlinale, Siberia di Abel Ferrara, dove uno straordinario Willem Dafoe incontrerà sogni e ricordi e Volevo nascondermi di Giorgio Diritti, poetica e toccante biografia del pittore Ligabue. Sia questo film che Favolacce hanno Elio Germano tra i protagonisti.

Pinocchio di Matteo Garrone sarà tra i prestigiosi Berlinale Special Gala, mentre in Panorama verrà presentato Semina il vento, secondo film di Danilo Caputo, ambientato tra i millenari ulivi pugliesi che combattono un parassita letale.

Nella sezione Generation è stato selezionato Palazzo di giustizia, esordio nella finzione di Chiara Bellosi, intenso romanzo di formazione che conferma – in una convincente prova corale – il talento di Daphne Scoccia.

Due i titoli italiani invitati dal Forum: La casa dell’amore di Luca Ferri e Zeus Machine. L’invincibile di Nadia Ranocchi e David Zamagni.

E il Forum che compie i suoi primi 50 anni festeggia nel suo stile riproponendo il programma della prima edizione del 1971, dove si videro e si rivedranno Ossessione di Luchino Visconti, Ostia di Sergio Citti, e Othon o Gli occhi non vogliono in ogni tempo chiudersi di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet.

Alla Settimana della Critica di Berlino, alla sua quinta edizione, verrà programmato Faith di Valentina Pedicini, documentario su una comunità di monaci guerrieri.

Nell’ambito degli eventi speciali per il settantesimo anniversario del Festival di Berlino, nel programma On Transmission, Paolo Taviani riproporrà l’Orso d’Oro Cesare deve morire e introdurrà un nuovo autore ed un film da lui scelti: Carlo Sironi e il suo recente esordio, Sole.

Tra i dieci libri selezionati in tutto il mondo per altrettanti potenziali film per Books at Berlinale c’è il romanzo italiano di Romina Casagrande I figli di Svevia, proposto ai possibili produttori e coproduttori.

Sempre in riferimento al cinema di domani è stato selezionato un italiano anche al Berlinale Co-production Market: si tratta del progetto The Long Run di Andrea Magnani, che a Berlino è in cerca di finanziatori e coproduttori.

Come dai film del Maestro Fellini, emerge dal quadro italiano di Berlino 70 l’immagine di una trionfale sperimentazione. Di un cinema italiano particolarmente elastico, che fa dialogare un maestro come Paolo Taviani con un esordiente come Sironi, che propone alla ribalta autori amati come Diritti, Abel Ferrara, Garrone, con molti giovani talenti tutti da seguire, come i fratelli D’Innocenzo. Sorprende la varietà dei generi, degli stili, degli impatti visivi. Quello che va al Festival di Berlino non è solo un cinema ‘da festival’, ma una ricerca vivace, sbrigliata ed emozionale, poco classificabile, che partecipa in numero eccezionale a un festival di ricerca dotato di un enorme pubblico. Berlino 70 presenta all’Europa, e a un grande Mercato internazionale, un cinema italiano in quantità e qualità. Da seguire con attenzione nei giorni del festival e nei viaggi a venire.

Le selezioni italiane del Festival di Berlino sono organizzate da Istituto Luce Cinecittà, area Filmitalia.

Marlon PELLEGRINI

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