Mother Fortress (RECENSIONE DI CATELLO MASULLO)

 

Mother Fortress (RECENSIONE DI CATELLO MASULLO)

ITALIA – 2018

(credits e sinossi da cinematografo.it)

La Madre Carmelitana Agnes, assieme a monaci e monache di diversi continenti (Libano, Portogallo, Francia, Belgio, Cile, Venezuela, Colorado-USA), affronta gli effetti della guerra in Siria sul suo Monastero, situato ai piedi di montagne al confine con il Libano dove Al-Qaeda e ISIS insidiosamente si nascondono. Nonostante sia esso stesso bersaglio di attacchi terroristici, il monastero accoglie orfani, vedove, rifugiati (cristiani e sunniti), vittime di una guerra fratricida che dal 2011 ha prodotto caos e devastazione dal nord al sud della Siria. Organizzando un convoglio di ambulanze e camion, che percorrono strade controllate da cecchini dell’ISIS, Madre Agnes persegue la missione di fornire aiuti umanitari (cibo, vestiti, medicine) ai siriani impossibilitati ad espatriare. Girato fra Siria, Svizzera e Italia, il film-documentario non racconta la guerra, bensì esplora la condizione umana in tempo di guerra. È un viaggio materiale e spirituale, una ‘storia d’amore’ la cui destinazione finale sarà Roma.

  • Regia: 

Maria Luisa Forenza

NOTE

– MENZIONE SPECIALE AL 22. TERTIO MILLENNIO FILM FEST (2018).

(RECENSIONE DI CATELLO MASULLO ): La regista Maria Luisa Forenza, invitata da un parroco, ha trovato una chiesa stracolma, dove ha ascoltato racconti dell’inferno siriano. La comunità cosmopolita dell’incredibile monastero che e protagonista di questo film lhanno invitata. E lei e andata. A documentare questa isola quasi irreale in un contesto di tragedia quasi senza paragone, che dura oramai da 10 anni. E che e’ diventata anche il caso più spettacolare di una infinita sequenza di fake news. Fatte di narrative forzate, in un luogo dove perfino le forze ONU sono di parte. In un paese dove e’ stata fatta la scoperta archeologica più importante del 900. La città di Ebla. Grazie ai 47 anni di scavi e dedizione del famoso archeologo italiano Paolo Mattiae. Diventata per anni un accampamento di terroristi, solo di recente liberata. Il film e’ stato girato in Siria dal 2014 al 2017. La storia e’ di quelle che ti fanno venire la pelle d’oca. Queste religiose danno da mangiare a 25.000 affamati siriani, prigionieri del loro paese martoriato. Il film parte lentissimo, con un fortissimo contrasto tra la pace ed il silenzio del monastero ed il crescendo di violenze del mondo esterno, dove mano a mano si delinea la dimensione della tragedia, sino ad un finale prepotente. .

Valutazione sintetica : 7/7.5