Figli (RECENSIONE DI CATELLO MASULLO)

 

Figli (RECENSIONE DI CATELLO MASULLO)

ITALIA – 2020

  • Regia: 

Giuseppe Bonito

  • Attori: 

Valerio Mastandrea

– Nicola,

Stefano Fresi

,

Paola Cortellesi

– Sara,

Gianfelice Imparato

,

Andrea Sartoretti

,

Massimo De Lorenzo

,

Valerio Aprea

,

Carlo De Ruggieri

,

Paolo Calabresi

  • Sceneggiatura: Mattia Torre
  • Fotografia: Roberto Forza
  • Genere:COMMEDIA
  • Produzione:LORENZO GANGAROSSA, MARIO GIANANI, LORENZO MIELI PER WILDSIDE
  • Distribuzione:VISION DISTRIBUTION
  • Data uscita23 Gennaio 2020

 

RECENSIONE DI CATELLO MASULLO : Questo e’ un film di Mattia Torre, un genio assoluto. Rivelato dapprima al teatro, con testi ironici, grotteschi e surreali, portati in scena spesso da Valerio Mastandrea e Valerio Aprea, poi in tv, con la serie originalissima e rivoluzionaria, “Boris”, e quella successiva, “La linea verticale”, ed infine al cinema, con “Piovono mucche”, ”Ogni maledetto Natale”, e lo stesso adattamento per il grande schermo di “Boris”. La cifra stilistica, il comune denominatore, il marchio di fabbrica inconfondibile e’ far sentire lo spettatore coinvolto in situazioni, magari sopra le righe, ma tremendamente vere, in dialoghi, magari apparentemente folli, ma di una normalità disarmante, in cui ci si riconosce appieno. Mattia Torre e’ scomparso prematuramente a luglio del 2019. Inevitabile considerare questo film il suo testamento. Diretto, in punta di piedi e con il massimo rispetto, da Giuseppe Bonito, che e’ stato per anni a capo della seconda unità nei vari progetti di Torre, interpretato dal suo attore feticcio Valerio Mastandrea e da altri attori che hanno negli anni materializzato le sue idee, come Valerio Aprea e Paolo Calabresi. Il film e’ scandito in 8 capitoli (1) il sonno, 2) la pediatra guru, 3) i suoceri, 4) Josephina, 5) la domenica, 6) le regole, 7) la crisi, e, 8) le cose piccole). Ed e’ caratterizzato da “tormentoni” : situazioni, battute, trovate, assolutamente geniali, esilaranti ed irresistibili, che si ripetono lungo il film e ne scandiscono il ritmo ed il tono. Come la sonata n.8 di Beethoven, la Patetica, usata “convenzionalmente” per il pianto del neonato che ti sveglia in piena notte, la voce narrante fuori campo con impagabili riflessioni filosofiche su sfondi bianchi dello schermo, i ripetuti surreali tentativi di suicidio con lancio dalla finestra, i figli di Stefano Fresi che lo percuotono violentemente, senza soste, con bastoni di plastica mentre parla con Mastandrea, l’ovo alla “cocca” della tata ciociara. Un film pienamente riuscito. Con battute e gag irresistibili. Che fa ridere. E che fa pensare, per l’amarezza e la profondità dei temi. Una chimica assoluta tra i due protagonisti, Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi, ai loro vertici espressivi, per la prima volta in coppia sul grande schermo (ma con un passato di una storia sentimentale nella vita reale). Da non perdere.

Curiosità : Valerio Mastandrea aveva portato in tv un precedente testo di Mattia Torre, dal titolo “I figli invecchiano”, suscitando scalpore. Gli estratti che seguono, ne fanno intuire le ragioni.

“I figli invecchiano. Ma non invecchiano loro. Invecchiano te. […]

[…] I figli infine ti invecchiano perché sei già vecchio. In paesi dinamici ed evoluti, dove la democrazia non è un concetto così imprendibile come da noi, i genitori hanno 25 anni, sono forti, flessibili, giustamente incoscienti. […]

[…] Ma più di tutto, conta ciò che i figli fanno alla tua mente. I figli ti fanno ripiombare, con una forza che neanche l’ipnosi, nel tuo passato più doloroso e remoto: l’odore degli alberi alle otto del mattino prima di entrare a scuola, la simmetrica precisione dell’astuccio, la catena sporca della bici, le merendine, la ghiaia, le ginocchia sbucciate.

Questi ricordi, non so dire perché, sono la mazzata finale. La vita stessa, che credevi di aver incasellato in categorie discutibili ma tutto sommato valide, o comunque tue, sfugge via. Sei una piccola parte di un tutto più complesso e i gin-tonic hanno smesso di darti l’illusione dell’eternità. Sei un pezzo di un grande ingranaggio, e siccome siamo in Italia, l’ingranaggio è vecchio, arrugginito e si muove a fatica. D’altra parte, il tuo cuore non è mai stato così grande”.

Valutazione sintetica : 8