The Man Who Sold His Skin  (Recensione di Catello Masullo )

 

The Man Who Sold His Skin  (Recensione di Catello Masullo )

Sinossi e credits da cinematografo.it

VENEZIA 77 : Candidato al “Sorriso Diverso Venezia Award

TUNISIA, FRANCIA, GERMANIA, BELGIO, SVEZIA – 2020

Sinossi : Sam Ali, un giovane siriano sensibile e impulsivo, fugge dalla guerra lasciando il suo paese per il Libano. Per poter arrivare in Europa e vivere con l’amore della sua vita, accetta di farsi tatuare la schiena da uno degli artisti contemporanei più intriganti e sulfurei del mondo. Trasformando il proprio corpo in una prestigiosa opera d’arte, Sam finisce per rendersi conto che la sua decisione potrebbe non significare la libertà.

  • Regia:

Kaouther Ben Hania

  • Attori:

Yahya Mahayni

Sam Ali,

Dea Liane

Abeer,

Monica Bellucci

Soraya Waldy,

Koen de Bouw

Jeffrey Godefroi,

Darina Al Joundi

,

Christian Vadim

,

Wim Delvoye

Assicuratore,

Saad Lostan

  • Durata: 140′
  • Colore: C
  • Genere: DRAMMATICO

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NOTE

– IN CONCORSO ALLA 77. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2020), SEZIONE ‘ORIZZONTI’.

(RECENSIONE DI CATELLO MASULLO ): La 43enne regista tunisina Kaouther Ben Hania fa ancora centro, confermando e rafforzando la sua fama di filmaker di classe e di talento. Una travagliata storia d’amore e’ il pretesto narrativo per portare il discorso sul tema della migrazione e del diritto a lasciare il proprio paese, sancito dalla carta dei diritti universali dell’ONU. Con uno sguardo originale. Che, per una volta rifugge dalla vittimizzazione dei migranti, dalle emozioni e dalla compassione. Per usare invece l’arma dell’ironia. La più efficace. Con un gusto del paradosso che sfiora uno spettacolare grottesco. Altro tema importante, una feroce critica al sistema di finanziarizzazione perversa dell’arte moderna. Il film mostra una grande maturità espressiva coniugata con una raffinata messa in scena, che si serve delle tecniche di una raffinata videoarte. Interpretazioni di livello. Da non perdere.

Curiosità, ho chiesto alla regista : “con tuo film precedente, presentato al Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard , “La bella e le bestie”, mettevi in scena una situazione di una oppressione da parte di un sistema maschilista e malato di una giovane donna, costretta in un incubo claustrofobico senza uscita. Hai sviluppato ulteriormente questa situazione narrativa anche in questo ultimo film, con il protagonista incastrato in un cul de sac dal sistema malato della commercializzazione dell’arte moderna, per uscire dal quale, paradossalmente, deve morire, per tornare a vivere? Kaouther Ben Hania mi ha confermato che la mia lettura corrisponde esattamente a quello si era proposta di affermare.  

Valutazione sintetica : 8