Iniziativa del CineClub “Vittorio De Sica” – Cinit Il Metodo Psycofilm per pazienti oncologici Dialogo con Paola Dei

Iniziativa del CineClub “Vittorio De Sica” - Cinit

  Il Metodo Psycofilm per pazienti oncologici

Dialogo con Paola Dei, psicologa e critica di cinema

A cura di Armando Lostaglio

Lo studio è stato pubblicato di recente anche dalla Università di Vienna, di Berlino e di Friburgo che hanno seguito la pubblicazione sul Phenomena Journal. Si tratta di un lavoro realizzato attraverso il Cinema, e analizzato e validato con test e strumenti scientifici. L’esperienza, portata avanti presso l’Ospedale Campostaggia in Toscana, è risultata molto arricchente, ed ha evidenziato l’importanza delle arti per il benessere psico-fisico, con la contestuale diminuzione dei sintomi correlati allo  stress, oltre ad un miglioramento delle relazioni familiari. Pioniere per la metodologia innovativa è il Metodo Psycofilm®️, il lavoro si pone di fondamentale rilievo. É una piccola ricerca ma per noi importantissima in quanto  evidenzia l’utilità  del cinema unito alla ricerca scientifica. Il progetto potrebbe essere utilizzato anche nelle strutture della nostra regione.                                                                                                                            Ne parliamo con la dottoressa Paola Dei, psicologa senese, autrice di recensioni su cinema ed arte, con cui collaboriamo nelle Giurie di Festival nazionali come Sorriso Diverso e Montecatini Film Festival.
Come nasce e come si muove tale impostazione scientifica con il Cinema che fa da supporto alle cure?

Il Cinema è il compendio delle arti e quindi espressione di vissuti che si esprimono attraverso la bellezza delle arti, capace di condurci all’interno della nostra psiche. Pertanto, contestualizzando una meravigliosa teoria di personalità, lo studio è riuscito a dimostrare come un percorso puntuale e coraggioso nel quale abbiamo creduto fin dall’inizio e monitorato in ogni momento, sia riuscito, a diminuire nel paziente affetto da patologie oncologiche, sintomi correlati allo stress del 50 / 60 percento, e migliorare le relazioni inter e intra-familiari. Questo si è verificato anche nei parenti stretti.

Una esperienza che è vista di buon occhio negli ambienti scientifici?

Ogni innovazione è come un film o una opera artistica. Ad alcuni piace ad altri meno. Questo è uno studio innovativo che per noi rimane molto importante.  I semi piantati hanno poi dato i loro frutti in tutto il mondo, come dimostrano le molte università che, dopo averla valutata, hanno deciso di pubblicarla su Riviste Scientifiche Internazionali.

Un certo tipo di cinema aiuta dunque a migliorare lo stato interiore del paziente. Quali film averte preso in considerazione?

Il cinema, un certo tipo di cinema scelto con cura, procura sempre uno stato di benessere, ma ai fini del lavoro psicologico va supportato da uno specifico metodo. Nel Metodo Psycofilm®️, le opere vanno scelte  con molta attenzione di caso in caso e di situazione in situazione, in quanto si vanno a toccare interiorità fragili. Il percorso che ci siamo prefissati ha colto tutti gli stati d’animo che una persona si trova ad affrontare quando vive situazioni come descritte.                                                                   Il compito dei registi e delle loro opere è stato quello di rendere il viaggio nell’interiorità più leggero. Questa esperienza ha prodotto frutti inaspettati anche da un punto di vista relazionale, rafforzando legami e permettendo di costruirne di nuovi; fornendo quindi chiavi di lettura diverse della propria vita. Abbiamo attraversato momenti molto commoventi ma anche deliziosi sorrisi e tenerezze. Una delle partecipanti (che purtroppo non è più con noi) ha testimoniato come sia riuscita a trasformare i vissuti ansiosi in stupore e meraviglia.

Un film che ha particolarmente colpito gli spettatori del progetto?

“Love is all you need” con Pierce Brosnan e Trine Dirholm, diretto da Susanne Bier, ossia “L’amore è tutto ciò di cui hai bisogno”. Le limonaie di Sorrento insieme a That’s amore, la canzone che tutti ricordiamo cantata da Dean Martin e da Gigi Proietti che mi onoro di ricordare ha fatto da sfondo a questa semplice constatazione sull’amore.