IL FUTURO DEI FESTIVAL CINEMATOGRAFICI: OLTRE 160 DIRETTORI RISPONDONO ALL’APPELLO DI GIFFONI

IL FUTURO DEI FESTIVAL CINEMATOGRAFICI:
OLTRE 160 DIRETTORI RISPONDONO ALL’APPELLO DI GIFFONI
GUBITOSI: OFFRIAMO IL NOSTRO KNOW HOW
PER FAR CRESCERE L’ITALIA DEL CINEMA
IL DIRETTORE GENERALE BORRELLI: IL MIBACT C’E’.
A GIORNI IL BANDO 2021 DEDICATO ALLE RASSEGNE
Partecipato l’incontro in streaming di questa mattina. Il sociologo De Masi:
siete donatori di felicità. Le vostre rassegne sopperiscono alle carenze della scuola
e rispondono alla trivialità di certa tv
Conoscersi, cooperare e ripensare: è questa la road map emersa dall’incontro promosso da
Claudio Gubitosi, direttore di Giffoni Opportunity, con i direttori ed i rappresentanti delle
rassegne e dei festival cinematografici italiani. Il confronto in streaming si è svolto questa
mattina. Alla call to action hanno risposto 164 eventi, numero che cresce se si considerano le
presenze dei responsabili e dei delegati di associazioni e di organizzazioni che rappresentano molti
festival presenti sul territorio italiano. È il caso dell’Associazione Festival Italiani di Cinema (AFIC)
che raggruppa circa 90 eventi, della Federazione Italiana Circoli di Cinema (FICC) che ne
rappresenta oltre 150 e del Coordinamento dei Festival campani che mette insieme 22 eventi che
si svolgono sul territorio regionale. In sintesi, l’appello lanciato da Giffoni è stato raccolto da oltre
quattrocento festival e rassegne che animano la vita culturale italiana, relativamente al settore
cinematografico.
«Sono entusiasta – ha esordito Claudio Gubitosi – di avere davanti ai miei occhi una parte della
grande bellezza italiana. Quella di oggi è una occasione per iniziare un nuovo percorso di
conoscenza». Entusiasmo espresso anche da Nicola Borrelli, direttore generale per il Cinema e
l’audiovisivo presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed il Turismo, che ha preso parte
all’incontro: «I Festival – ha commentato – rappresentano senza dubbio una delle attività più
dinamiche dell’intero settore cinematografico. Partecipo a questo incontro con piacere e ho
l’opportunità di comunicare che a giorni pubblicheremo il bando per i festival e le rassegne, atto
successivo al riparto 2021 che è stato già approvato. È una notizia importante perché l’anno scorso
il bando è stato pubblicato a giugno. Quest’anno riusciamo a farlo a febbraio in maniera tale da
allinearlo alle vostre attività. Nel nuovo bando teniamo conto del momento che stiamo vivendo,
delle nuove modalità di svolgimento di molte iniziative, dopo che ci siamo allenati all’impiego di
queste tecnologie per realizzare i vostri eventi. Il nostro obiettivo è stato quello di non disperdere
alcuna esperienza per la pandemia, ma dobbiamo necessariamente dare il segno di quel
cambiamento che dobbiamo realizzare. Facciamoci venire idee nuove e adeguate ai tempi e
abbandoniamo i vecchi schemi di ragionamento. Il riscontro che questa iniziativa voluta da Giffoni
ha ottenuto è la conferma di quanto ce ne fosse bisogno. Più voci fanno un coro, più siamo ad
elaborare idee e più si può venir fuori velocemente da certe criticità che stiamo vivendo per il
contesto in cui ci muoviamo».
La parola è passata a Claudio Gubitosi che ha illustrato le finalità, lo spirito e gli obiettivi di questa
iniziativa che parte oggi e si arricchirà nei mesi a venire attraverso uno scambio di idee e di
proposte, per arrivare agli Stati Generali che si svolgeranno in presenza a Giffoni Valle Piana i
prossimi 7, 8 e 9 maggio.
«L’obiettivo principale di questa iniziativa – ha dichiarato Claudio Gubitosi – è conoscerci e, se
possibile, affrontare insieme, in cooperazione, il senso e il percorso degli eventi cinematografici
italiani, all’indomani delle macerie lasciate dalla pandemia nel mondo della Cultura, e quindi anche
nel nostro. Ed è bene che lo facciamo oggi, mentre ancora siamo preoccupati ed incapaci di avere
un quadro chiaro e sicuro di quando avremo la certezza di una normalizzazione. Capire tutto
questo, affrontare insieme in unione, una linea comune di azione e di impegno, credo che possa
essere un forte segnale a tutto il sistema e anche un primo importante passo di politica culturale
italiana che credo, oggi più che mai, sia utile e necessaria».
«La quantità e la diversità delle iniziative, dei progetti e dei programmi cinematografici italiani è
un patrimonio – ha aggiunto Gubitosi – è una ricchezza che parte da grandi, piccole e medie città
del nostro Paese fino ad arrivare nei borghi e nei piccoli comuni più periferici. Se pensiamo, solo
per un attimo, a quanto tempo ci vorrà ancora per metterci insieme e vicini gli uni agli altri, per
immaginare flussi turistici nazionali ed internazionali pronti a ritornare, frequentare e vivere i
nostri eventi, ai danni psicologici che abbiamo dentro e che ancora non sono del tutto emersi,
possiamo credo rimettere in moto i nostri saperi, le energie e le forze per migliorare l’Italia
partendo dai nostri territori».
Da qui una prima bozza di proposte che Claudio Gubitosi ha illustrato ai partecipanti: «Dobbiamo
ripensare il concetto di “Festival” che, se adottato o riproposto, necessita di una serie di regole.
Sarebbe importante realizzare un calendario degli eventi da pubblicare entro gennaio sul sito del
Ministero dei Beni Culturali e in tutti gli altri canali utili alla promozione. L’idea, inoltre, è di
sottoporre al Ministero dei Beni Culturali la richiesta che per i prossimi cinque anni le attività, divise
per regioni, possano accedere ad una sorta di “Art Bonus”. Altra proposta è quella di sottoscrivere
accordi di collaborazione con l’esercizio cinematografico, ove possibile, e utilizzare la sala come
luogo di incontri».
Giffoni vuol fare, come naturale, la propria parte mettendo a disposizione il proprio know how
maturato in cinquantuno anni di storia: «La nostra idea – ha aggiunto Gubitosi – è quella di mettere
a disposizione di tutti gli eventi che ne faranno richiesta un database nel quale inseriremo le oltre
4mila produzioni che il team visiona ogni anno, con schede ragionate su ogni opera. Siamo pronti a
sottoscrivere protocolli d’intesa con quanti desiderano la vicinanza di Giffoni, attraverso la
partecipazione nelle giurie, nelle masterclass e nelle altre attività che produciamo durante l’anno,
di ragazze e ragazzi, studenti e giurati per le varie sezioni del festival. Ciò consentirà una maggiore
coesione tra i territori, anche con la partecipazione dei rappresentanti delle amministrazioni locali
che potranno vedere con questa specifica iniziativa un’ulteriore crescita degli eventi. Fare rete e
sistema significa soprattutto conoscenza. Nelle attività del 2021, che stiamo per chiudere,
dedicheremo 15 spazi ad altrettanti Festival italiani, da promuovere e valorizzare ulteriormente
attraverso tutti i nostri canali. Siamo poi disponibili a realizzare un percorso formativo con quei
giovani delle vostre istituzioni, per la messa in cantiere di nuovi format e più specificamente:
gestione degli eventi culturali, innovazione creativa e tecnologica, marketing, comunicazione».
Il rilievo della funzione svolta dai festival è stato sottolineato con una espressione molto efficace
dal sociologo Domenico De Masi: «I festival – ha dichiarato – sono donatori di felicità. Oggi queste
realtà stanno vivendo una nuova straordinaria fase dovuta al passaggio dalla società industriale a
quella post industriale, con caratteristiche che ben si combinano con il ruolo dei festival: prevale il
lavoro intellettuale, c’è spazio per l’emotività e la creatività, si dà rilievo all’estetica e all’etica, si
registra una femminilizzazione della società. Si lavora al miglioramento della qualità della vita.
Sono tutti elementi di cui si nutrono i festival, che ormai rappresentano un’università invisibile,
determinante per la nostra crescita culturale. I festival si organizzano per esprimere un genius loci
e per valorizzare le risorse disponibili, vivacizzare un ambiente culturalmente opaco. I festival
rispondono poi ad esigenze di divertimento, formano nuove figure professionali e sono un ottimo
allenamento all’operosità, all’intraprendenza, all’autocontrollo. Un festival oggi serve per supplire
alle carenze della scuola, alla noia dell’università, alla trivialità della tv. I festival servono per
incentivare l’economia locale, ma anche per provare a stupire e, qualche volta, anche a
scandalizzare. Infine sono la realizzazione oggettiva di quello che io chiamo l’ozio creativo, l’arte di
valorizzare il tempo, di mettere insieme il lavoro, il gioco e lo studio con cui si crea conoscenza».
Partecipato il dibattito che ne è seguito. Tra gli interventi Roberto Parente, docente del
Dipartimento di Scienze Aziendali – Management & Innovation Systems dell’Università degli Studi
di Salerno, che, con il professor Ayman El Tarabishy, ha realizzato, presso la George Washington
University – School of Business, un ampio studio sull’esperienza di Giffoni. «Negli anni – ha
dichiarato – ci siamo occupati di Giffoni da tanti punti di vista, prima di tutto come portatore di
una visione che vuole andare sempre oltre e raggiungere obiettivi più ambiziosi; ma anche per la
sua capacità di innovare e di aggregare, nonché di essere un importante progetto di sviluppo
locale. Giffoni, perciò, così come tutti i festival, ha un ruolo fondamentale, ovvero quello di svolgere
una funzione di innovazione sociale di primaria importanza, tanto da farne elemento determinante
per la vita culturale del nostro Paese».
A seguire l’intervento di Barbara Maussier, dottore di ricerca in Scienze della Comunicazione e
docente di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi presso l’Università di Roma Tor Vergata:
«Il contesto attuale – ha detto – rende necessaria una rimodulazione dell’idea stessa dei festival.
Con Giffoni stiamo per affrontare una ricerca che approfondirà il tema dei valori che i festival
detengono, non solo dal punto di vista economico, ma anche e soprattutto dal punto di vista
sociale, culturale, umano. A maggio a Giffoni Valle Piana avremo modo di confrontarci sui risultati
di questo studio».
Il dibattito ha visto alternarsi più di venti interventi da parte di direttori e rappresentanti di festival
e rassegne italiani, restituendo una immagine esaustiva di quanto si realizza sul territorio
nazionale. «La pandemia ci ha costretto a ripensarci – ha dichiarato Chiara Valenti Omero,
presidente dell’Associazione Festival Italiani di Cinema – Ringrazio il direttore generale Borrelli per
la notizia del bando che ovviamente è molto attesa e che verrà pubblicato con anticipo rispetto agli
anni scorsi. Questo ci dà la possibilità di maggiore programmazione. Rispetto alla giornata odierna,
non si può non condividere l’approccio illustrato dal direttore Gubitosi e l’iniziativa partita da
Giffoni. Vengono sollevate questioni e tematiche che affrontiamo da tempo e che portiamo ai
tavoli tematici ai quali partecipiamo insieme alle altre associazioni di categoria. La fase che
viviamo ci impone un cambiamento e mai come oggi possiamo dire che l’unione deve
necessariamente fare la forza».
Parte, perciò, dalla giornata di oggi una fase di analisi e riflessione condivisa tra i festival, con
l’obiettivo di definire una piattaforma di idee e proposte da presentare in occasione degli Stati
Generali del prossimo maggio.
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