“Beffe in celluloide”, di Catello Masullo

“Beffe in celluloide”, di Catello Masullo

La registrazione dell’evento e del film antologico originale può essere scaricata dal seguente link: : https://www.cinecircoloromano.it/2021/04/eventi-dibattiti/i-mercoledi-culturali-del-cinecircolo-romano-21-aprile-2021-beffe-in-celluloide/

I principali contenuti sono anche riassunti di seguito.

1 ETIMOLOGIA E DEFINIZIONI

L’etimologia di “beffare” deriva da da “befar” e più anticamente “bafar”, francese “beffler”, modificato “bafouer”, inglese “to baffle”. Per la crusca è la forma varia di BUFFA, BUFFARE, da cui anche BUFFONE. Meglio però dall’olandese BEFFEN, o tedesco BAFFEN (abbaiare, onde il senso dileggiare), che si collega a BAP, BAF, voce probabilmente onomatopeica, che si trova in dialetto tedesco e significa LABBRO, da cui si formò BAPPE (bocca), cui si ricollega BEFO, BIFI (labbro del cavallo), milanese BABBI, comasco BEBB (labbro), genovese FA BEFFE (allungare il labbro verso qualcuno : cfr baffo). Muovere le labbra ha potuto prendere il significato di FARE GARBACCI COLLA BOCCA, BEFFARE, SCHERNIRE, UCCELLARE.

E quindi BEFFA ( da beffare) è : dileggio, scherno, burla, scherzo fatto con arte.

Altra definizione è : Burla accuratamente preparata, talvolta maligna e crudele. Imbroglio, inganno ai danni di qualcuno.

 

Una beffa (o burla o anche scherzo) è una situazione creata per produrre un effetto umoristico o comico prendendosi gioco di qualcuno, oppure è un semplice parlare per il gusto del divertimento, senza dare l’importanza normale alle parole.

La beffa è un modo di agire non impegnato ma simpatico, benevolo nei bambini, spesso più pericoloso e imprudente negli adulti.

Una forma di beffa, illegale, è la truffa, cioè l’ottenimento di un vantaggio a scapito di un altro soggetto indotto in errore attraverso artifici e raggiri (nel diritto anglosassone si parla di “false rappresentazioni”, così come, diversamente dall’Italia, in altri diritti oggettivi -Austriaco e Tedesco, per es.- l’errore può essere già presente nella mente della vittima).

Si ritiene che la parola “truffa” derivi dal francese truffe (tartufo, nonostante il termine francese corrente per truffa sia escroquerie), in quanto già nell’antichità il prezioso tubero veniva utilizzato per ingannare ignare e golose vittime; secondo l’etimologia è anche probabile che l’espressione “tartufo” fosse la stessa di “tubero”, secondo l’accezione di persona poco sveglia o sciocca. A sua volta il termine “infinocchiare” (che ha il senso di “truffare, imbrogliare”) ha simili origini, in quanto deriva dalla pratica di utilizzare il finocchio come antipasto per ingannare il gusto del cliente nei confronti di un vino di scarsa qualità, sia di utilizzarne i semi per alterare il gusto del vino imbottigliato

 

2 LE BEFFE IN LETTERATURA

Una delle prime e più significative “beffe” della letteratura è considerata quella di Ulisse ai danni di Polifemo in Odissea, IX.

La novella aveva spesso per oggetto una beffa e questo elemento si ritrova spesso nel Decameron di Giovanni Boccaccio, soprattutto nella settima e nell’ottava giornata.

Una sua variante prende il nome di facezia tra cui le celebri Facezie del Pievano Arlotto.

Anche nella favola è spesso presente una beffa: da Fedro (con la burla e controburla tra volpe e cicogna), a Giulio Cesare Croce, che fa ordire beffe “argute” a Bertoldo. Celebri, sempre nell’ambito della letteratura per ragazzi, le burle di Gianburrasca (il personaggio creato da Vamba).

La poesia burlesca ebbe agli inizi (Cecco Angiolieri) un tono esternamente popolareggiante, ma in realtà è basata su un contesto culturale più elevato. Degenerò poi spesso su un livello più scurrile.

Nel Novecento, scherzi celebri sono quelli di Moscarda (in Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello) e la burla riuscita di Italo Svevo.

Nella letteratura europea, si ricordano il Till Eulenspiegel (libro anonimo e popolarissimo in Germania in cui un contadino si fa beffe di artigiani e borghesi), il Gargantua e Pantagruel di Rabelais, il Don Chisciotte di Cervantes.

 

Bertoldo è il contadino protagonista del testo seicentesco di Giulio Cesare Croce “Le sottilissime astuztie di Bertoldo”, cui lo stesso autore aggiunse un seguito, “Le piacevoli et ridicolose simplicità di Bertoldino” (che trattava del figlio di Bertoldo, alle prese con la moglie Marcolfa). Successivamente Adriano Banchieri elaborò un ulteriore seguito, “Novella di Cacasenno, figliuolo del semplice Bertoldino”. I tre racconti furono successivamente raccolti e pubblicati insieme nel 1620 con il titolo di “Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno”.

Le vicende di padre, figlio e nipote fornirono in tempi recenti l’ispirazione a diversi film, tra cui un film del 1936 di Giorgio Simonelli, un film del 1954 di Mario Amendola e Ruggero Maccari e un film del 1984 di Mario Monicelli.

Il contadino Bertoldo è anche la maschera ispiratrice della “sagra del polentone” di Retorbido e del Carnevale Storico Persicetano del paese di San Giovanni in Persiceto.

In Italia settentrionale è diffusa l’espressione idiomatica “Combinarne più di Bertoldo” per descrivere le astuzie, o spesso le malefatte, di un individuo.

 

“Il giornalino di Gian Burrasca” è un romanzo scritto da Vamba (pseudonimo di Luigi Bertelli) nel 1907 e pubblicato prima a puntate sul Giornalino della Domenica tra il 1907 e il 1908, e poi in volume nel 1911.

È ambientato in Toscana (e in parte anche a Roma). Il libro è scritto in forma di diario: il diario di Giannino Stoppani, detto Gian Burrasca. Questo soprannome, che la famiglia gli dà a causa del suo comportamento molto irrequieto (più per esuberanza che per cattiveria), è divenuto proverbiale per indicare un ragazzino indisciplinato.

  • Nel 1943 Sergio Tofano ha diretto un film dedicato al personaggio intitolato Gian Burrasca.
  • Nel 1964 la RAI ha realizzato uno sceneggiato televisivo musicale dal titolo Il giornalino di Gian Burrasca, diretto da Lina Wertmüller ed interpretato da Rita Pavone nei panni di Giannino.
  • Nel 1982 è stato realizzato il film Gian Burrasca, diretto da Pier Francesco Pingitore ed interpretato dal caratterista comico romano Alvaro Vitali, sul canovaccio del racconto di Vamba.
  • Nel 2001 Rita Pavone ha curato una nuova versione teatrale del romanzo, intitolato semplicemente Gian Burrasca, con Duccio Cecchi nel ruolo di Giannino e con le partecipazioni di Gerry Scotti, Katia Ricciarelli, Alessia Mancini, Ambra Angiolini ed altri, più della stessa Pavone che narrava invece la storia. Questa nuova versione è andata in onda il 5 gennaio 2002 su Canale 5.

 

“Una burla riuscita” è il titolo di una breve opera letteraria pubblicata nel 1926 da Italo Svevo.

In questo libro è narrata la storia di Mario Samigli (pseudonimo con il quale lo stesso Svevo firmò numerosi articoli apparsi sull’Indipendente), un letterato deluso per i continui insuccessi, che riesce a riscattarsi grazie ad un improvviso successo negli affari, che compensa le delusioni letterarie.

 

3 LE BEFFE STORICHE

Lo scherzo più antico di cui si ha notizia in Italia è quello del maestro Buoncompagno da Firenze. Sul finire del XIII secolo Buoncompagno informò il popolo bolognese che il 1° aprile avrebbe sorvolato la città usando un congegno di sua invenzione. Nel giorno stabilito la popolazione si riunì sul monte di Santa Maria per assistere allo strepitoso spettacolo. Puntuale, Buoncompagno si presentò all’appuntamento con un paio di enormi ali con la scusa che un improvviso vento sfavorevole aveva impedito il volo.

Arlotto Mainardi, detto il Piovano o Pievano Arlotto (Firenze, 25 dicembre 1396 – Firenze, 26 dicembre 1484), è stato un sacerdote italiano, famoso per il suo spirito e le sue burle diventate proverbiali, grazie a una letteratura popolare fiorita per tutto il Rinascimento.

Dopo la sua morte, un ignoto amico pubblicò nella seconda metà del Quattrocento un volumetto intitolato I Motti e facezie del Piovano Arlotto, che dà un vivido ritratto dal basso del contado fiorentino nell’epoca di Lorenzo il Magnifico, nel quale il registro faceto e, per il lettore odierno, piuttosto volgare, non soffoca però i tratti autentici e umani di questi scherzi da prete.

 

La lastra tombale del Pievano Arlotto (rifacimento dell’originale)

Egli non smentì il suo spirito faceto neanche sulla lastra tombale (morì nel 1484), che fu apposta sulla sua tomba nell’oratorio al centro del pavimento appena dopo l’ingresso, dove fece scrivere:

« uesta sipoltura a facto fare il Piovano Arlocto per se e per tucte quelle persone le quali drento entrare vi volessino. »

Till Eulenspiegel è un personaggio del folclore del nord della Germania e dei Paesi Bassi. Secondo la tradizione sarebbe nato a Kneitlingen, nel ducato di Brunswick, intorno al 1300 e sarebbe morto nel 1350 a Mölln.

Le storie di Till lo mostrano come un personaggio amante del divertimento, irriverente e sempre pronto a farsi beffe degli altri. Talvolta finge di non capire quanto gli viene detto, per esempio prendendo alla lettera espressioni figurate, per burlarsi del suo interlocutore.

Il nome, nella sua forma odierna evoca, in tedesco, la civetta (Eule) e lo “specchio” (Spiegel), e così spesso le immagini che lo raffigurano lo mostrano con in mano entrambi gli attributi. In realtà, sembra che il nome derivi da una espressione un po’ gergale dal significato irriverente di “prendere per i fondelli”, che si avvicina molto al significato del modo di dire italiano “essere lo specchio per le allodole”.

 

LA BEFFA DELLA REGINA NITOCRI che si fece costruire una tomba elevata al di sopra delle porte più visitate della città e fece incidere sulla tomba la seguente iscrizione:  “Questa tomba rimase intatta finché il regno non giunse a Dario”. E a Dario sembrava che fosse insostenibile non servirsi di quelle porte e non impossessarsi delle ricchezze, dato che c’erano e la stessa iscrizione invitava a prenderle ma, aperta la tomba, trovò non le ricchezze, ma il cadavere e un’iscrizione che diceva così: “Se tu non tu non fossi inappagato di ricchezze e avido di guadagno, non avresti aperto le tombe dei morti”. Tale dunque si dice che sia stata questa regina.

 

La beffa di Buccari è un raid militare nella baia di Buccari (in croato Bakar), portato a termine da incursori della Regia Marina, nella notte tra il 10 e l’11 febbraio 1918, durante la Prima guerra mondiale.

Nonostante le limitate conseguenze materiali, tale azione ebbe l’effetto di risollevare il morale italiano, fortemente messo a dura prova dallo sfondamento di Caporetto di alcuni mesi prima. Dopo la vittoriosa incursione su Trieste del dicembre 1917, in cui i MAS 9 e 13, rispettivamente guidati da Luigi Rizzo e Andrea Ferrarini, affondarono la corazzata austro-ungarica Wien e danneggiarono la Budapest, fu decisa un’azione di forzamento della baia di Buccari dove erano stanziate diverse unità navali nemiche.

I MAS lanciarono i loro siluri; il MAS 95 lanciò un siluro contro l’albero di trinchetto e un siluro al centro sotto il fumaiolo del piroscafo 4; il MAS 94 lanciò un siluro al centro del piroscafo 2 e al centro del piroscafo 3, mentre il MAS 96 lanciò due siluri al fumaiolo di cui uno esplose. Dei sei siluri lanciati solo uno esplose, a dimostrazione che le unità erano protette da reti antisiluranti e che lo scoppio del secondo siluro del MAS 96 indicava la probabile rottura della rete col primo siluro che consentì la penetrazione del secondo. Allo scoppio del siluro l’allarme fu immediato e i MAS presero subito la via del rientro e, giunti al punto di riunione prestabilito, rientrarono ad Ancona alle 7:45.

Le unità italiane riuscirono a riguadagnare il largo tra l’incredulità dei posti di vedetta austriaci che non credettero possibile che unità italiane fossero entrate fino in fondo al porto e che non reagirono con le armi, ritenendo dovesse trattarsi di naviglio austriaco. Tre bottiglie suggellate dai colori nazionali furono lasciate su galleggianti nella parte più interna della baia di Buccari, con all’interno un messaggio scritto da D’Annunzio, fatto che dette all’azione l’appellativo di “beffa di Buccari”.

 

Il testo dei volantini lasciati nel mare di Buccari da Gabriele D’Annunzio durante la missione.

Dal punto di vista tattico-operativo, l’azione fece emergere la totale mancanza di coordinamento nel sistema di vigilanza costiero austriaco e le numerose lacune difensive presenti, che resero possibile questa audace azione dei marinai italiani. D’altro canto però le navi, protette dalle reti, non riportarono alcun danno materiale. L’impresa costrinse il nemico ad un maggiore impegno di energie in nuovi adattamenti difensivi e di vigilanza e comunque ebbe una pesante influenza negativa sul morale austriaco.

« In onta alla cautissima Flotta austriaca occupata a covare senza fine dentro i porti sicuri la gloriuzza di Lissa, sono venuti col ferro e col fuoco a scuotere la prudenza nel suo più comodo rifugio i marinai d’Italia, che si ridono d’ogni sorta di reti e di sbarre, pronti sempre a osare l’inosabile. E un buon compagno, ben noto – il nemico capitale, fra tutti i nemici il nemicissimo, quello di Pola e di Cattaro – è venuto con loro a beffarsi della taglia »

(Testo del messaggio lasciato da D’Annunzio nelle acque di Buccari.)

 

La beffa di Fortsas è un episodio avvenuto nella cittadina di Binche (Belgio) nel 1840, quando librai, bibliotecari e collezionisti di libri rari di tutta Europa ricevettero un catalogo che descriveva una collezione di libri rari che doveva essere messa all’asta.

Secondo le informazioni diffuse, Jean Népomucène Auguste Pichauld, conte di Fortsas, era un collezionista la cui raccolta si distingueva per il fatto di comprendere esclusivamente libri unici, esistenti in una sola copia. Alla data della sua morte, il 1º settembre 1839, la raccolta comprendeva 52 titoli. I suoi eredi, che non avevano interesse per il collezionismo librario, avevano deciso di vendere i libri all’asta il 10 agosto 1840.

Il giorno fissato per l’asta, numerosi collezionisti e intellettuali giunsero a Binche per parteciparvi. Ma qui scoprirono che lo studio del notaio presso cui l’asta si doveva tenere non esisteva, e non esisteva nemmeno la via in cui lo studio doveva trovarsi. Nell’abitato erano stati affissi degli avvisi che informavano che l’asta non si sarebbe tenuta, poiché la biblioteca pubblica della cittadina aveva acquistato i libri; ma coloro che tentarono di esaminare la collezione presso la biblioteca si accorsero che nemmeno essa esisteva. In seguito si scoprì anche che non esisteva nessun conte di Fortsas.

Alla fine fu svelato che si trattava di una beffa ideata e realizzata da Renier Hubert Ghislain Chalon, un antiquario e ufficiale in pensione a cui piaceva organizzare complicati scherzi a danno di intellettuali.

Il catalogo originale dei libri di questa collezione immaginaria, che Chalon aveva inviato alle sue vittime, divenne un oggetto ricercato dai collezionisti, e fu ristampato più volte.

 

4 I LIBRI DELLE BEFFE

Il giornalista Severino Colombo ha raccolto le più originali, clamorose e divertenti beffe, inserendole nel suo libro “101 Stronzate a cui abbiamo creduto tutti – almeno una volta nella vita”(Newton Compton, 2011): il risultato è un interessantissimo manuale di sopravvivenza per orientarsi tra le migliaia di credenze che circolano ormai radicate nella coscienza comune.

Nell’introduzione l’autore afferma: “Un giornalista sarebbe tenuto a dare notizie vere e verificate. Uno storico a fondarsi sui documenti. Uno scienziato su dati incontrovertibili. E invece: la maggior parte delle stronzate sono alimentate dai giornali, documentate dagli storici, dimostrate dagli scienziati … ”.

A volte si tratta di vere e proprie azioni di marketing, altre di scherzi ben pianificati sfuggiti al controllo di chi li ha organizzati, altre ancora falsi storici difficilmente dimostrabili. Si va dalle false notizie della morte di Bin Laden (ben due) al famoso mistero dei cerchi nel grano, che il Cicap (comitato italiano per le affermazioni sul paranormale) ha ben studiato dimostrando come si tratti di opere umane e spiegandone addirittura la realizzazione.

Oppure il mito dei lemmings, famosi animali suicidi, noti ormai a tutti anche grazie ad un documentario falso che ne mostrava le prodezze: non è affatto vero che i lemmings si suicidano in massa, piuttosto la crescita sproporzionata della loro popolazione li porta a migrare verso zone marine e capita che molti cadano in acqua ammassandosi e dando l’impressione che si siano suicidati.

E ancora: il seno rifatto non esplode in aereo, Gabriele D’Annunzio non si tolse le costole per soddisfare un suo piacere ed infine non è vero che gli zingari rubano i bambini. Le scomparse di bimbi in Italia, infatti, non c’entrano mai con nomadi e rom.

 

Luca Damiani  nel suo libro dal titolo ‘Bufale: breve storia delle beffe mediatiche da Orson Welles a Luther Blissett’, asserisce che “l’esistenza stessa della Chiesa, l’istituzione su cui poggia la religione cristiana e dunque la cultura occidentale degli ultimi venti secoli, si fonda su un falso letterario che rientra perfettamente nella categoria delle ‘beffe mediatiche’, avendo sia l’intenzione manipolante attraverso il mezzo di un documento sia il falso materiale”. Si tratta della famosa Donazione di Costantino, ovvero uno dei pilastri su cui si è fondato il potere temporale della Chiesa. Con questo epiteto, infatti, s’intende un noto documento che, indirizzato dall’Imperatore di Roma Costantino a Papa Silvestro nello stesso anno della promulgazione dell’Editto di Milano (313 D.C.), riguardava l’ordine della dignità ecclesiastica e la definizione proprio dei beni temporali della Chiesa. Si gettavano in questo modo le basi di quel potere terreno che sarebbe durato, come lo è stato effettivamente, fino ai giorni nostri. Poco importa, ora, se questa Donazione nella realtà non fu mai stata concessa. La Donazione di Costantino è risultato infatti essere un banalissimo falso confezionato ad arte in epoca carolingia, che riuscì tuttavia per quasi un millennio a giustificare i possedimenti terreni dei pontefici, ad attirare le ire di Dante davanti ai dannati simoniaci e ad impedire in tutta Europa la formazione di un impero formalmente laico e indipendente fino almeno alla riforma protestante. Ci sono casi, e questa né è una dimostrazione lampante, in cui anche il falso, l’invenzione, l’inesistente riescono ad incidere profondamente sul reale. “Il falso da idea si fa Storia, smuove eserciti, influisce sul corso dell’arte e della filosofia”.

 

L’imperatore Costantino offre al papa Silvestro I la tiara imperiale, simbolo del potere temporale, affresco nell’Oratorio di San Silvestro, Roma

Nessuno, tra gli storici moderni, riconosce la Donazione di Costantino come ‘autentica’, nonostante si tratti di un documento di grande interesse ed estrema importanza perché, anche se falso, rappresenta una fase dello sviluppo della teoria politica non solo della Chiesa, ma in generale di tutto l’occidente.

 

Secondo le più recenti opinioni di storici ed esperti, l’origine della falsificazione andrebbe ricercata in Francia, probabilmente a Reims, nel lungo periodo che va dal secolo VII al secolo X. L’attenzione è poi particolarmente rivolta al periodo carolingio, quando fu ricostruita la dignità imperiale in Europa. La questione dell’autenticità del documento emerse quindi con grande interesse nello stesso periodo in cui la Chiesa si andava rafforzando in termini di potere, soprattutto territoriale e politico. E non sorprende poi più di tanto il fatto che la Chiesa stessa abbia sfruttato abilmente più volte nel corso della storia questo falso documento per affermare ed espandere la propria influenza.

Il caso della Donazione di Costantino aiuta a mettere in evidenza come la falsificazione e la manipolazione della realtà siano da sempre presenti nel tessuto della nostra civiltà, e come da queste a volte si possono generare pagine fondamentali della Storia.

 

5 LE BEFFE DI STAMPA

Il Male è stata una delle più importanti riviste satiriche italiane. Fu fondata nel settembre 1977 a Roma da Pino Zac (nome d’arte di Giuseppe Zaccaria), e da lui diretta per i primi tre numeri. Nato sulle ceneri de Il Quaderno del Sale, ebbe come fonte d’ispirazione il giornale satirico parigino Le Canard enchaîné, dal quale Pino Zac proveniva. Il settimanale cessò le pubblicazioni nel 1982. Tra i partecipanti della prima ora si annoverano i disegnatori Angese, Enzo Sferra, Jacopo Fo, Cinzia Leone, il grafico Francesco Cascioli e lo scrittore Angelo Pasquini, Pino Zac, Sergio Saviane, Alain Denis (disegnatore) e Vincino (fondatore, oltre che de Il Male, anche dell’Avventurista), Roberto Perini, Riccardo Mannelli, Vauro Senesi; questi ultimi due andarono via dopo il terzo numero. Direttori responsabili furono Ubaldo Nicola, cui seguirono Calogero “Lillo” Venezia e Vincenzo Sparagna. Vincenzo Sparagna è stato anche editorialista de Il Male con lo pseudonimo “Tersite” e collaborò con la testata fino al 1981, quando già aveva assunto la direzione del mensile romano Frigidaire, fondato nell’ottobre 1980 assieme ai disegnatori Liberatore, Mattioli, Pazienza, Scozzari e Tamburini.

Non riscosse subito grande successo e la sua satira corrosiva gli procurò una storia tormentata di ritorsioni e censure. Fra le beffe più famose, e che fecero improvvisamente alzare le vendite, notissima quella in cui si diede notizia in prima pagina dell’arresto di Ugo Tognazzi: l’attore, complice della presa in giro, fu presentato come capo delle Brigate Rosse: su falsi di diversi quotidiani (Paese Sera, Il Giorno e La Stampa) uscirono le immagini dell’attore ammanettato e scortato dai carabinieri, tra i quali si riconoscevano due dei redattori, Pasquini e Lo Sardo. I testi dei falsi erano di Vincenzo Sparagna, Angelo Pasquini, Jiga Melik, Piero Lo Sardo, Mario Canale.

« Rivendico il diritto alla cazzata! », dichiaròUgo Tognazzi, spiegando la sua partecipazione alla beffa.

 

Va ricordata anche l’inaugurazione, con cerimonia “ufficiale” a Villa Borghese (Roma), di un busto in marmo di Giulio Andreotti, subito sequestrato dalla polizia. Era presente anche l’attore Roberto Benigni che fu denunciato insieme a Vincenzo Sparagna e a Vincino per aver deriso il cognome di un funzionario di Pubblica Sicurezza, tale Pompò, giunto sul posto per effettuare la rimozione.

Calogero Venezia è stato nel dopoguerra il secondo giornalista finito in carcere (pochi giorni a Regina Coeli) dopo Giovannino Guareschi. L’accusa contro di lui era vilipendio della religione e di un capo di Stato estero (il Papa).

Nelle pagine de Il Male i lettori trovavano vignette e articoli. Una delle più brillanti invenzioni fu l’imitazione delle prime pagine dei quotidiani, con titoli assolutamente demenziali ma verosimili; molti caddero nell’inganno, e il giornale passò alla storia dell’informazione e del costume.

Assieme a racconti, poesie farneticanti e interviste – vere e fasulle – il settimanale si contraddistinse per la ferocia dei suoi fumetti e delle sue vignette, alcune delle quali pubblicate sotto pseudonimo per evitare denunce. Ebbe moltissimi sequestri e più di cento processi per “offese a capo di stato estero” (il papa Giovanni Paolo II definito Giampaolo II), “vilipendio”, “diffusione di materiale osceno” e altro.

Il Male si distinse più volte per la pubblicazione di false prime pagine di quotidiani italiani. I falsi erano resi credibili per l’ottima somiglianza della impaginazione e la grafica con gli originali. Superato lo stupore iniziale, il lettore si dilettava nella lettura di intere colonne di articoli satirici, presentati insieme alle versioni rivedute e corrette di noti inserti pubblicitari.

Il primo numero falsificato fu una copia della Repubblica di Eugenio Scalfari che, nei giorni del funerale di Aldo Moro, titolava: “Lo Stato si è estinto”.

Sollevò un certo clamore anche il finto numero del Corriere dello Sport – Stadio, col quale si annunciava l’annullamento del Mondiali del ’78, in seguito alla segnalazione per doping di alcuni calciatori olandesi, una voce realmente circolata dopo la sconfitta azzurra contro la nazionale olandese, giunta alla finale. L’evento causò l’ira di Giorgio Tosatti, all’epoca direttore del Corriere dello Sport – Stadio, il quale affermò che lo sport e il calcio non andavano infangati.

Nel settembre 1978, a condimento di un congresso del PCI, apparve un falso de l’Unità nel quale il segretario Enrico Berlinguer annunciava la rottura con la Democrazia Cristiana e quindi la fine del compromesso storico. Seguì nell’inverno dello stesso anno una falsa edizione straordinaria del Corriere della Sera che annunciava l’incontro di una delegazione ONU con degli extraterrestri (“Arrivano da un’altra galassia”) e sei mesi dopo, in concomitanza delle elezioni politiche anticipate del 1979, con la notizia “La Democrazia Cristiana abbandona”. Una copia giunse persino in Parlamento, ma deliziò i lettori del settimanale.

Nel frattempo, durante la guerra tra Cina e Vietnam, a seguito della liberazione della Cambogia dal regime di Pol Pot, un’edizione straordinaria de La Repubblica con tanto di foto di fungo atomico, annunciò lo scoppio di un terzo conflitto mondiale.

Nel giugno 1979, sviluppando l’idea dei falsi giornali in una originale guerriglia satirica contro i regimi socialisti dell’est, Vincenzo Sparagna prepara per Il Male (con la collaborazione del solo Vladimir Goldkorn per le traduzioni) una falsa Trybuna Ludu in polacco, che annuncia lo scioglimento del regime comunista di Edward Gierek. Il giornale venne diffuso clandestinamente da Vincenzo Sparagna stesso e dal fotografo Sandro Giustibelli in Polonia durante la prima visita di Giovanni Paolo II in patria.

Il settimanale satirico non risparmiò il neonato quotidiano L’Occhio, diretto da Maurizio Costanzo, riportando la notizia di un’improvvisa chiusura con tanto di immagine ad effetto, sullo stile dell’autentico quotidiano: un fotomontaggio raffigurante lo stesso Costanzo suicida per impiccagione. Seguivano: una parodia di un articolo di cronaca mondana, illustrato da Silver (collaboratore de L’Occhio), ed una delle strisce a fumetti sulla vita di Karol Wojtyła, dove profeticamente il Pontefice si ritrova vecchio e malato, impossibilitato ad espletare le sue usuali attività sportive.

Nell’estate del 1980, ancora Vincenzo Sparagna con la collaborazione dei dissidenti russi Natalia Gorbanievskaia, Vladimir Bukovskij e Vladimir Maximov, inventa una falsa Pravda, che viene distribuita in Russia, beffando il KGB, durante le Olimpiadi di Mosca. Il giornale descrive la futura dissoluzione dell’impero sovietico. Da ricordare anche il numero con “Dieci grammi di droga gratis” (contenente una bustina di pepe).

 

 

6 BEFFE MEDIATICHE E PESCI D’APRILE

 

La tradizione del pesce d’aprile (per i francesi poisson d’Avril, per gli inglesi April fool’s day, per i tedeschi Aprilscherz) , seguita in diversi paesi del mondo, consiste in uno scherzo da mettere in atto il 1º aprile. Lo scherzo può essere anche molto sofisticato e ha lo scopo di creare imbarazzo nelle vittime, in altri casi è solo un sistema per divertirsi fra amici. In Italia l’uso di fare scherzi il 1 di aprile è relativamente recente; ne troviamo i primi brevi cenni intorno al 1840 nei diari e documenti marittimi dei commercianti navali genovesi, che a loro volta riportavano documenti francesi.

Le origini del pesce d’aprile non sono note, anche se sono state proposte diverse teorie. Si considera che sia collegato all’equinozio di primavera, che cade il 21 marzo. Prima dell’adozione del Calendario Gregoriano nel 1582, veniva osservato come Capodanno da diverse culture distanti, come l’antica Roma e l’India. Il Capodanno era in origine celebrato dal 25 marzo al 1º aprile, prima che la riforma di papa Gregorio XIII lo spostasse indietro al 1º gennaio. In seguito a ciò, secondo una prima versione sull’origine di questa usanza, si creò in Francia la tradizione di consegnare dei pacchi regalo vuoti in corrispondenza del 1º di aprile. Il nome che venne dato alla strana usanza fu poisson d’Avril, per l’appunto pesce d’aprile.

Ma dato che l’usanza è un po’ comune a tutta l’Europa, alcuni studiosi sono andati più indietro nel tempo e hanno ipotizzato come origine del pesce d’aprile l’età classica, ed in particolare hanno intravisto sia nel mito di Proserpina che dopo essere stata rapita da Plutone, viene vanamente cercata dalla madre, ingannata da una ninfa, sia nella festa pagana di Venere Verticordia alcune possibili comunanze con l’usanza attuale.

Diversi mezzi di comunicazione di massa hanno deliberatamente o involontariamente diffuso in molti paesi diversi pesci d’aprile. Persino giornali e televisioni considerate serie considerano il primo aprile un giorno in cui è lecito far passare per informazione corretta bufale anche notevoli. Ogni anno in questo giorno compaiono delle notizie vere che poi si rivelano false

Alcuni scherzi particolarmente riusciti sono:

  • Lo scherzo più famoso è senza dubbio quello di Orson Welles. Per il 1 aprile 1938 il celebre regista americano progettò uno speciale programma radiofonico. A causa di problemi tecnici, però, non fu possibile mandarlo in onda. Ma Welles non si arrese e qualche mese dopo, più precisamente il 30 ottobre, la radio trasmise “La Guerra dei Mondi”: radiocronaca dello sbarco dei marziani. Tra la popolazione fu subito panico generalizzato. I centralini radiofonici delle stazioni di polizia e dei giornali furono invasi da centinaia di telefonate, qualcuno tirò fuori la maschera antigas, le strade si svuotarono e le chiese si riempirono.
  • Nel marzo del 1878 la Gazzetta d’Italia annunciò che il 1° aprile, nel parco delle Cascine, i fiorentini avrebbero potuto assistere alla cremazione di un mahrajà indiano. Mai prima di allora i fiorentini avevano assistito ad uno spettacolo simile. Né mai riuscirono a vederlo: all’improvviso da un cespuglio al posto del carro funebre con la salma dell’indiano da cremare, comparve un gruppo di ragazzi che urlarono: “Pesci d’Arno fritti!”.
  • Nel 1955, a Monaco, i giornali diedero la notizia che un giacimento di petrolio era stato scoperto nel sottosuolo cittadino. Gli abitanti erano pregati di munirsi di secchi per raccoglierne il più possibile.
  • Nel 1962 Radio Mosca comunicò che era stato raggiunto un accordo per il disarmo totale e che tutti i missili erano stati buttati in un lago.
  • Parigi, 1971: una radio annunciò che la Cee aveva stabilito la guida a sinistra in tutti i paesi membri.
  • A Firenze, nel, 1967 un volantino dell’URFA, Ufficio recuperi felini abbandonati, annunciò che i gatti sono banditi da Firenze. Alcuni si sbarazzano degli animali gettandoli nell’Arno.
  • Memorabile per gli abruzzesi fu lo scherzo tirato dalla famosa emittente regionale Atv7. I giornalisti annunciarono che il Consiglio dei ministri avrebbe ridisegnato la mappa delle province, abolendo la provincia di Chieti, creando la provincia di Lanciano e non considerando Avezzano e Sulmona che da anni si battevano per diventare provincia. Dopo la notizia ci furono proteste infuocate dei cittadini e Atv7 si trovò costretta a rimangiarsi la notizia.
  • Ad Ascoli Piceno, nel 1969, un giornale pubblica che l’Ufficio delle Imposte ha deciso che si può detrarre dalla dichiarazione dei redditi il 45% delle multe pagate durante l’anno.
  • La Stampa del 1 aprile 2001: secondo il Jet Propellent Laboratory di Pasadena su Marte sarebbero esistite forme complesse di vita biologica, giganteschi vermi che hanno lasciato le loro tracce sul terreno del pianeta.
  • Nello stesso giorno La Repubblica da invece la notizia di un esperimento finlandese di telepatia. Secondo l’inesistente studioso Bass, della prestigiosa scuola di Lounasma del Politecnico di Helsinki, “la lettura telepatica del pensiero umano potrebbe diventare una realtà entro pochi anni”.
  • San Serriffe: nel 1977 il quotidiano The Guardian pubblicò un supplemento riguardante questa isola inesistente (con allusione a “sans-serif”, un tipo di carattere usato dalle tipografie)
  • Smell-o-vision: nel 1965 la TV pubblica inglese BBC fece un reportage su un test riguardante una nuova tecnologia che permette di trasmettere odori tramite le onde dell’aria. Diversi spettatori presero contatto con l’emittente per poter partecipare ai test.
  • Alberi degli spaghetti: ancora la BBC fece nel 1957 un reportage riguardante la raccolta degli spaghetti in Svizzera. Ci furono spettatori che volevano comprarne.
  • Nuova unità di misura per il tempo: ad intervalli regolari ricompare la notizia che il tempo verrà misurato con un sistema metrico e non più con il sistema basato su 60.
  • 1997. Enrico Bombieri, Medaglia Fields 1974, spedisce un’e-mail alla comunità scientifica di tutto il mondo nella quale annuncia la dimostrazione dell’Ipotesi di Riemann da parte di un giovane matematico.
  • 1998. Il giornalista Franco Zanetti pubblica su rockol.it un articolo in cui annuncia l’uscita dell’ultimo album di Lucio Battisti, “L’Asola” (si legga “la sola”, che in dialetto romano sta per “beffa”).
  • Wikipedia: la versione italiana dell’enciclopedia aveva annunciato il primo aprile 2006 una chiusura a causa di una richiesta esplicita di una non identificata persona.
  • Berlusconi: si era diffusa una sua intervista su Telelombardia nella quale l’ex premier era pronto a chiamare come ministri Massimo Cacciari e Mario Monti in caso di pareggio alle elezioni del 2008. Successivamente la tv locale smentisce, ma l’effetto in campagna elettorale è stato forte.
  • La BBC preannuncia un documentario su una nuova razza di pinguini volanti (peccato che l’autore del documentario sia un ex membro del gruppo umoristico Monty Python)
  • Google diffuse la notizia su un nuovo tipo di collegamento a Internet gratuito che consisteva nell’acquistare (senza peraltro inserire alcun link a una eventuale pagina d’acquisto) un kit comprensivo di un modem e di un cavo che andava inserito nel WC di casa. In questo modo il modem avrebbe ricevuto le onde necessarie al funzionamento di Internet.
  • Google presenta il progetto CADIE (Cognitive Autoheuristic Distributed-Intelligence Entity) che nella notte ha permesso ad un Panda di creare una pagina web personale. Tutto rigorosamente confermato da link a pagine tecniche in inglese.
  • Nonciclopedia: la nota parodia di Wikipedia ogni anno organizza qualcosa. Per esempio nel 2007, come fece un anno prima la sua controparte seria, finse una chiusura del sito da parte della Polizia Postale, mentre nel 2009 la pagina principale è stata resa identica a quella di Wikipedia, con tanto di link dirottati, creando non poca confusione tra gli utenti delle due enciclopedie.
  • TG2: 2009 il noto telegiornale, nell’edizione delle ore 13, conferma un’indiscrezione, rivelatasi falsa, che vorrebbe il calciatore Antonio Cassano, della Sampdoria, convocato in nazionale per la partita di quella sera, Italia-Irlanda, finita 1-1. La notizia viene arricchita da un’infondata intervista telefonica all’imitatore Butinar e da un avvistamento del calciatore all’aeroporto di Bari.
  • Sul sito TechCrunch è riportata una lista dei pesci d’aprile del 2010 dei più famosi siti Internet. Particolarmente attiva Google, che annuncia diverse innovazioni (tra cui un improbabile cambio di nome in Topeka). Una però risulta vera, anche se di durata molto breve: l’aggiunta dell’effetto 3D in Street View.
  • Il 1º aprile 2010 il sito Total Film pubblica la notizia che i film tratti dal libro Lo Hobbit saranno girati in 4D, ovvero accompagnati da stimoli sensoriali come odori e spruzzi d’acqua durante la proiezione in sala, oltre all’effetto tridimensionale, per una full immersion totale. In Italia la notizia viene riportata come vera il 9 aprile dall’ANSA, la Repubblica, il Giornale, TGcom e dai siti Movieplayer e Cineblog.
  • Nel 2012 Google presenta Google Maps per NES, con un video su Youtube che ne mostra le caratteristiche e una demo accessibile dal pulsante Quest in alto a destra di Google Maps.
  • Sempre nel 2012, la filiale inglese di Peugeot annuncia il lancio di una versione speciale della sua RCZ capace di cambiare colore secondo le emozioni del guidatore.
  • 1962 c’era solamente un canale tv in Svezia e trasmetteva in bianco e nero. L’esperto Kjell Stensson apparve al telegiornale per annunciare che grazie allo sviluppo di una nuova tecnologia tutte le tv (in bianco e nero) potevano facilmente convertirsi in monitor a colori. Bastava apporre un particolare foglio di nylon sulla tv e le immagini sarebbero diventate nitidamente a colori. Centinaia di ascoltatori ci credettero. Le trasmissioni a colori in realtà iniziarono solamente dal 1970.
  • Scherzi in Svizzera, ecco alcuni titoli comparsi sui giornali e in tv:- il presidente francese Jacques Chirac in Svizzera per un intervento di chirurgia estetica- si incentiva l’uso di catamarani per agevolare il traffico lungo l’autostrada A9- certa la costruzione di uno stadio sul lago di Zurigo- installazione, sulla piazza federale di Berna, di uno speciale apparecchio che permette di contare quante persone partecipano esattamente a una manifestazione (e così finirà il ballo dei numeri tra partecipanti e questura).- allarme lanciato dal giornale Tribune de Genève: la cattiva abitudine degli automobilisti di portare alla bocca lo scontrino dei parcheggi può rivelarsi molto pericolosa, perchè “provoca la demineralizzazione dello smalto dei denti attraverso uno scambio ionico”.- il giornale l’Express lancia la notizia che a Neuchatel, in occasione di una mostra dedicata alla mosca tse-tse, i visitatori potranno farsi pungere dall’insetto e piombare in una “siesta controllata di circa mezz’ora”.
  • Russia: il quotidiano online Moscow Times ha invece raccontato che il sindaco di Mosca, Iuri Luzhkov, avrebbe in animo di restaurare Pisa dopo aver ricevuto, si legge, un invito in tal senso dal collega toscano. Il piano presentato da Luzhkov prevede garage sotterranei sotto la Torre e il Duomo, e una serie di grattacieli intorno alla città. In cambio, Pisa regalerebbe a Mosca una copia a grandezza naturale della famosa torre. Un progetto che, stando al Moscow Times, avrebbe attirato l’interesse del comune italiano per i bassi costi di lavoro grazie agli operai provenienti da Ucraina, Tagikistan e Uzbekistan. Il sindaco di Pisa è stato al gioco. “Questo progetto non mi convince”, ha risposto, aggiungendo che “bisognerebbe spiegare ai russi che il terreno è alluvionale e il monumento rischia la stabilità. E i grattacieli, poi, deturpano l’aspetto della città medievale”.
  • Francia: Il quotidiano alsaziano Les Dernieres Nouvelles d’Alsace spiega che la regione, unica su 22 a votare per la maggioranza governativa di centrodestra alle recenti elezioni regionali, sarebbe stata ricompensata dal premier francese Raffarin con un treno ad alta velocità nuovo di zecca, per di più tutto trasparente.
  • Nel 1992 la National Public Radio durante il programma Talk of the Nation annuncià che Richard Nixon tornava a candidarsi come presidente degli USA. Il nuovo slogan era Non ho sbagliato nulla, e non sbaglierò ancora. Qualche ora dopo il pesce d’aprile fu svelato.
  • AOL compra i blog: nel 2002 The Register riporta l’acquisto dei principali blog americani da parte del gruppo AOL-Time-Warner.
  • Sempre nel 2002, Google svela il PigeonRank, ossia Google svela il segreto delle sue ricerche super-precise: la tecnologia PigeonRank (altro che page rank per il posizionamento dei siti!).
  • 1961. Il quotidiano “La Notte” di Milano annunciò un’ordinanza del Comune che imponeva le luci segnaletiche e di posizione per i cavalli circolanti per le strade della città o dei paesi limitrofi. Molti cittadini portarono il loro animale dall’elettrauto per dotarlo di fari.
  • 1993. Nelle strade di Milano e Torino comparirono manifesti che annunciavano una nuova “tassa di circolazione” imposta dai Comuni da pagare in base al peso corporeo dei cittadini.
  • 2001. Il portale sportal.it annunciò che il Senatore Umberto Bossi era il nuovo presidente dell’Avellino Calcio; il colore della maglietta verde padania lo aveva convinto.
  • Qualche anno fa a Verona furono annunziati i balli svedesi, nell’Arena, per il primo di aprile. Oltre duemila persone acquistarono il biglietto. Aspetta, aspetta, i balli non cominciavano mai…Ad un certo momento gli spettatori videro apparire in mezzo all’Arena un enorme pesce di carta, mentre un ragazzetto si presentava alla folla facendo ballare sulle dita… i fiammiferi svedesi. L’incasso fu destinato a pubblica beneficenza.

Talvolta, e paradossalmente, alcuni pesci d’aprile si sono rivelati una beffa anticipatrice (quindi con un fondamento di verità) di qualcosa che si sarebbe poi verificato. Degno di menzione è quello, d’ambito tecnologico, organizzato verso la fine degli anni ottanta da una televisione britannica che in una trasmissione per ragazzi presentò uno speciale tipo di walkman (il Chippy, che richiamava alla mente le fish and chips care agli inglesi) in grado di contenere centinaia di canzoni grazie ad un microchip (e il gioco di parole è facilmente comprensibile). Una decina d’anni dopo fu ideato un oggetto ormai di uso comune: il lettore MP3.

In Spagna e in molti paesi dell’America Latina e, nell’Ottocento, anche in Sicilia il giorno degli scherzi non è il primo d’aprile ma il 28 dicembre, giorno dedicato nella liturgia cattolica ai santi Innocenti.

 

 

7 BEFFE INFORMATICHE

La truffa alla nigeriana è un raggiro informatico (ma che circola anche per posta ordinaria) tra i più diffusi al mondo, inventato per la prima volta nel 1992 per lettera e nel 1994 per e-mail.

Esistono centinaia di varianti a questa truffa, ma più o meno il senso è sempre quello: uno sconosciuto non riuscirebbe a sbloccare un conto in banca di milioni di dollari, ed essendo lui un personaggio noto avrebbe bisogno di un prestanome discreto che compia l’operazione al suo posto. Invita così alcuni utenti concedendo loro questa possibilità in cambio di una promessa fetta del bottino. La truffa è chiamata anche 419 scam (419 è il riferimento numerico della legge nigeriana, disinvoltamente ignorata dai nigeriani, che rende illegali questi inviti).

 

Bonsai Kitten (Gatti bonsai nella versione in italiano) fu una bufala realizzata da un gruppo di studenti del MIT che, alla fine del 2000, pubblicò un sito web (bonsaikitten.com) che forniva istruzioni e kit per la creazione di “gatti in bottiglia”. Secondo bonsaikitten.com, era possibile, infatti, rinchiudere dei gattini in contenitori di vetro sagomati e costringere il loro corpo ad assumere la forma del recipiente durante la crescita replicando così, sugli animali, la tecnica utilizzata per la creazione degli alberi bonsai.

 

Paolo Attivissimo (York, 28 settembre 1963) è un giornalista, scrittore, conduttore radiofonico e traduttore italiano. Di professione traduttore tecnico-scientifico italiano-inglese, è noto al pubblico per le sue pubblicazioni e i suoi blog, nei quali svolge opera di debunking delle più diffuse teorie complottiste (in particolare per quanto riguarda gli attentati dell’11 settembre 2001, la teoria del complotto lunare e le scie chimiche) e delle cosiddette bufale informatiche.

 

8 BEFFE SCIENTIFICHE

L’affare Sokal (noto in inglese come Sokal Affair o Sokal’s Hoax) è stato un esperimento sociologico di Alan Sokal, professore di fisica alla New York University.

Nel 1996, il prof. Sokal sottopose un articolo a Social Text, un giornale accademico di cultural studies postmoderni, politicamente orientato verso la sinistra femminista e postmodernista. Sokal riteneva che il suo articolo sarebbe stato pubblicato sebbene privo di senso, in quanto ossequioso nei confronti dell’ideologia dei redattori.

L’esperimento era volto a testare il rigore intellettuale della rivista, in modo da vedere se un tale giornale avrebbe “pubblicato un articolo pieno di frasi senza senso se:

  1. suonavano bene
  2. erano in accordo con i presupposti ideologici degli editori”.

L’articolo “Transgressing the Boundaries: Towards a Transformative Hermeneutics of Quantum Gravity” venne pubblicato da Social Text.

In tale articolo si sosteneva che la gravità quantistica fosse un costrutto sociale e linguistico, conteneva 35 volte il termine «femminista», ad esempio citando l’«algebra femminista» e l’interesse di pensatrici femministe e postmoderniste per la meccanica dei fluidi, intramezzato da scherzi quali «Proprio come le femministe liberali seguono un’agenda minimale di eguaglianza sociale e legale per le donne e il diritto alla scelta, così matematici liberali (ed anche socialisti) seguono il paradigma egemonico di Zermelo-Fraenkel (che, riflettendo le origini liberali del XIX secolo già incorpora l’assioma dell’eguaglianza) supplementato solo dall’assioma della scelta».

Il giorno della pubblicazione Sokal rivelò sul giornale Lingua Franca che l’articolo pubblicato era uno scherzo, descrivendolo come «un pasticcio di ideologie di sinistra, riferimenti ossequiosi, citazioni grandiose e prive di senso, strutturato attorno alle più sciocche frasi di accademici postmodernisti che avevo potuto trovare riguardo alla fisica ed alla matematica».

 

La beffa del monossido di diidrogeno (o anche beffa del DHMO) è uno scherzo, diffusosi principalmente via Internet, in cui si propagandano i pericoli relativi all’uso dell’acqua e se ne propone il bando: il nome “monossido di diidrogeno” è infatti un modo di definire l’acqua secondo le regole di nomenclatura stabilite dallo IUPAC (che tuttavia raccomanda l’uso dei nomi water, “acqua”, e oxidane), dato che la molecola dell’acqua è formata da un atomo di ossigeno (monossido) e da due atomi di idrogeno (diidrogeno).

 

La caratteristica di tale beffa è duplice. Da una parte si enfatizzano gli effetti negativi dell’uso dell’acqua, banalmente conosciuti da chiunque, utilizzando il nome scientifico per confondere gli eventuali lettori. Dall’altra si fa riferimento a teorie del complotto governativo. Essa dimostra come, pur esponendo fatti reali ed anche banali, con un’oculata scelta della terminologia e omettendo opportunamente taluni dettagli rivelatori, si possa paventare una situazione di grande pericolo tramite una lettura superficiale del testo, facendo leva sull’emotività e l’ignoranza dei lettori, spesso fuorviati da forme (patologiche o meno) di chemofobia, fenomeno alimentato frequentemente dagli stessi mass media.

Per fare un esempio, alla conferenza sul clima di Cancun del 2010, alcuni delegati dell’Onu furono convinti a firmare una petizione-burla per la messa al bando del DHMO senza neanche sapere cosa fosse.

L’origine della burla sul web viene attribuita dal Pittsburgh Post-Gazette alla cosiddetta Coalizione per il bando del monossido di diidrogeno (Coalition to Ban Dihydrogen Monoxide), da un’idea di Craig Jackson a seguito di discussioni su un newsgroup.

Il contenuto del sito ha raggiunto forme molto articolate nella spiegazione dei motivi per il bando dell’acqua, chiamata DHMO. Tra i pericoli associati all’uso dell’acqua si segnalano i seguenti:

  • Il DHMO uccide se inalato, anche in piccole quantità.
  • Il DHMO allo stato solido può danneggiare i tessuti biologici.
  • Ingerire troppo DHMO può causare una serie di effetti sgradevoli, anche se non letali.
  • Il DHMO contribuisce al fenomeno delle piogge acide.
  • Il DHMO allo stato gassoso è anche responsabile di gravi ustioni.
  • Il DHMO è tra le principali cause dell’erosione del suolo.
  • Il DHMO è in grado di corrodere ed ossidare diversi metalli.
  • Il DHMO, se si deposita su componenti elettronici e circuiti elettrici, è responsabile in certi casi anche di corto-circuiti.
  • Il DHMO può ridurre di molto l’efficienza dei freni delle auto.
  • Il DHMO viene regolarmente rilevato nelle biopsie di tumori pre-cancerosi e di diversi tipi di lesioni.
  • Il DHMO è tra le cause dei “cicloni killer”, negli Stati Uniti come in altri Paesi.
  • Il DHMO è sospettato di contribuire non poco all’effetto meteorologico “El Niño”.
  • Il DHMO viene ampiamente usato negli impianti di produzione dell’energia nucleare.

 

L’Uomo di Piltdown è l’oggetto di una famosa truffa paleontologica perpetrata in Inghilterra e riguardante il falso ritrovamento di resti fossili spacciati, nel 1912, come appartenenti a una sconosciuta specie di ominide. Il ritrovamento consisteva in alcuni frammenti di cranio e osso mandibolare, dichiarati dagli scopritori come raccolti in una cava di ghiaia nella zona di Piltdown, nell’East Sussex. All’ominide sconosciuto fu dato il nome scientifico di Eoanthropus dawsoni, dal nome dello scopritore Charles Dawson. Il ritrovamento della nuova specie fu oggetto di controversie che si risolsero solo nel 1953, quando il falso fu definitivamente smascherato quando fu chiarito come, in realtà, i resti fossero il semplice frutto di una contraffazione, ottenuta combinando l’osso mandibolare di un orangutan con frammenti di cranio di un uomo moderno.

 

 

9 I TRUFFATORI PIU’ FAMOSI

 

Jefferson Randolph Smith II, detto Soapy (“Saponetta”) (Coweta County, 2 novembre 1860 – Skagway, 8 luglio 1898), è stato un truffatore statunitense.

È stato uno dei personaggi più influenti nella criminalità organizzata di Denver (Colorado), e Skagway (Alaska), dal 1879 al 1898. Smith, uno dei truffatori più famosi dell’epoca, fu ucciso a Juneau Wharf, presso Skagway, in una sparatoria diventata celebre nella mitologia del Far West.

Divenne rapidamente un nome noto nella società criminale, guadagnandosi il soprannome di “re dei truffatori della frontiera”.

Per 22 anni Smith condusse in prima persona innumerevoli frodi e guidò con successo il suo gruppo di truffatori, che divenne noto come la “Soap Gang”, o “Banda del sapone”. Il gruppo comprendeva altri truffatori, che sarebbero poi diventati famosi, tra cui Texas Jack Vermillion e Ed “Big Ed” Burns.

Spostandosi di città in città, il gruppo praticava soprattutto truffe dove la rapidità e la coordinazione erano fondamentali, senza bisogno di complessi schemi, preparazioni o numerosi complici. Tra i sistemi preferiti di Smith vi erano il gioco delle tre carte (sia nella variante con le carte che con i bicchieri) e i giochi d’azzardo truccati.

Tra la fine degli anni 1870 e l’inizio degli anni 1880 del XIX secolo, Smith sviluppò un sistema per truffare intere folle, basato su un semplice espediente chiamato dai giornali di Denver “The prize soap racket” (la truffa della saponetta premio).

Smith cominciava predisponendo un tavolinetto in un punto trafficato o con molta folla, dopo di che vi disponeva delle normali saponette. Mentre ne decantava le lodi straordinarie, per attirare i passanti, estraeva dal portafogli banconote di vari tagli, da uno a cento dollari, e le avvolgeva su alcune saponette. Infine, avvolgeva tutte le saponette in fogli di carta anonimi.

Dopo questa preparazione, mischiava le saponette con i soldi insieme alle altre, e vendeva il sapone agli acquirenti ad un dollaro al pezzo. La truffa solitamente prevedeva che un complice nascosto tra il pubblico acquistasse una saponetta ed esultasse, dichiarando di avervi trovato dei soldi.

Altre attività di Smith comprendevano lotterie truffaldine, scambi di azioni fasulle o di nessun valore, orologi finti e imitazioni di diamanti.

 

Nel 1817, un calzolaio inglese incontrò una donna che vestiva strani abiti e parlava una lingua che nessuno riusciva a capire. Un marinaio portoghese “tradusse” la sua storia: era la principessa Caraboo dall’isola di Javasu, nell’oceano Indiano, rapita dai pirati e miracolosamente approdata in Inghilterra. Dopo 10 anni trascorsi nel lusso si scoprì che la principessa era in realtà la figlia di un calzolaio. Scoperto l’inganno, cercò di ricrearlo in Francia e Usa, ma non con la stessa fortuna

 

Cassie Chadwick (1857-1907) è il nome (falso) più celebre della canadese Elizabeth Bigley. Nel 1897 iniziò a spacciarsi per la figlia di Andrew Carnegie, ricchissimo imprenditore scozzese naturalizzato statunitense: falsificò la sua firma e si creò una cambiale su misura, del valore di 2 milioni di dollari. La voce circolò in breve e molte banche offrirono i loro servizi a Cassie, facendole guadagnare in 8 anni moltissimo denaro: dai 10 ai 20 milioni di dollari. L’inganno fu evidente quando Carnegie, interrogato su sua figlia, cadde dalle nuvole. Cassie fu arrestata. Morì in carcere

 

Christophe Thierry Rocancourt, nato nel 1967, aggirò numerose vittime spacciandosi per un parente francese (visto il suo accento) del magnate Rockefeller. La sua infanzia non fu facile: figlio di una prostituta e di un alcolizzato, finì in orfanotrofio a 5 anni. La sua prima grande truffa gli valse 1,4 milioni di dollari: vendette a Parigi una proprietà non sua. Emigrato negli Usa cambiò una dozzina di identità, sposò la modella di Playboy Pía Reyes e scrisse un’autobiografia che ridicolizzava le sue vittime. Peccato che, grazie a loro, si stima abbia guadagnato 40 milioni di dollari

 

Fu uno dei più noti “artisti della truffa”. David Hampton (1964-2003), non riuscendo a entrare nella celebre discoteca Studio 54, si finse il figlio di Sidney Poitier e ottenne un’accoglienza da vip. Il gioco gli piacque al punto che pensò di assumere il nome di David Poitier. Ebbe in tal modo libero accesso a locali e ristoranti, e ottenne denaro e ospitalità da varie celebrità, tra le quali Melanie Griffith, Gary Sinise e Calvin Klein. Fu arrestato per truffa nel 1983 e dovette versare a ogni vittima 4,490 dollari. Morì nel 1993 per Aids

 

 

Ferdinand Waldo Demara (1921-1982), è passato alla storia come “il grande impostore”: un appellativo decisamente azzeccato per chi, come lui, ha rivestito mille ruoli, dal monaco al chirurgo, dall’ingeniere civile all’avvocato. Nel 1941 entrò nell’esercito statunitense col nome di Anthony Ignolia. Dopo aver finto il proprio suicidio, “rinacque” come Robert Linton French e divenne uno psicologo rivolto alla religione. La sua vita ispirò il film “Il grande impostore” del 1960. Morì nel 1982, mentre impersonava il suo ultimo ruolo: il sacerdote battista

 

Milli Vanilli era il nome del duo pop composto da Fab Morvan e Rob Pilatus, che si formò in Germania a metà anni Ottanta. Nel 1990 ottenne un Grammy Award come miglior artista emergente. Ma lo stesso anno la loro stella neonata si spense. Durante una performance “live” trasmessa da Mtv, un blackout li smascherò: non sapevano cantare. Una curiosità: la loro carriera diventerà un film diretto da Jeff Nathanson, ormai specializzato in celebri “impostori”: ha infatti già diretto “Prova a prendermi

 

George Psalmanazar (1679-1763) dichiarò, nonostante il suo aspetto europeo, di essere un abitante dell’allora irraggiungibile isola di Formosa. Gli abitanti, a suo dire, avevano abitudini strane: si nutrivano di serpenti, facevano sacrifici umani, erano poligami e potevano mangiare le mogli infedeli. La sua “enorme” conoscenza dell’isola di Formosa gli portò fama e denaro. Ma nel 1706, stanco dell’inganno, confessò la sua truffa prima agli amici e poi all’opinione pubblica

 

Wilhelm Voigt (1849-1922) impersonò il ruolo di un ufficiale militare prussiano, passando alla storia come il “capitano di Köpenick”. Nel 1906 si procurò un’uniforme e, una volta giunto a Köpenick, si recò nella locale caserma, invitando un sergente e 4 granatieri ad andare con lui. Abituati a eseguire gli ordini senza discutere, i 5 lo seguirono. Si recò in municipio dove fece arrestare il sindaco, confiscò 4000 marchi e corse in stazione dove si cambiò. Quando l’inganno si scoprì, fu condannato a 4 anni di prigione ma fu graziato dal Kaiser, divertitosi per quella truffa

 

10 BEFFE TELEVISIVE

 

Sulle beffe scherzi è incentrata la trasmissione televisiva di successo Scherzi a parte che ha avuto come precedente Candid camera e, in Italia, Specchio Segreto, trasmissioni basate sulla comicità delle reazioni a scherzi, riprese da telecamere nascoste.

Specchio segreto

 

 

11 BEFFE IN CELLULOIDE

 

Le beffe, gli imbrogli, le truffe , gli inganni, hanno ispirato le opere letterarie sin dagli albori dell’umanità. È naturale che appaiono quindi, ed in modo copiosissimo, nei soggetti cinematografici. Non potendo, nemmeno lontanamente, essere esaustivo sul vastissimo argomento, indico di seguito solo alcuni esempi, tra quelli maggiormente paradigmatici. Pur consapevole di tralasciare tantissimi e validissimi film che sono stati costruiti attorno ad una spettacolare beffa e che quindi a pieno diritto dovrebbero essere annoverati tra le “beffe in celluloide”.

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ AUTORIALI

LA BEFFA DELLA VITA (DAVID GOLDER) (1930, JULIEN DUVIER) DAL ROMANZO DI IRENE NEMIROWSKY

David Golder (Harry Baur) è un ricchissimo uomo dedito affari, mentre moglie e figlia si industriano a spendere i soldi che guadagna. Oltre il danno di una malattia dovuta ad una vita di grande sacrificio, dovrà anche subire la beffa che la figlia Joyce (Jackie Monnier) si rivelerà non sua. (Curiosità : l’amico ebreo del protagonista, cammina sempre in punta di piedi per consumare meno le suole delle scarpe….).

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ EQUIVOCATE

DOLCE INGANNO (QUALITY STREET) (1937, GEORGE STEVENS) dall’ omonima opera teatrale di J. M. Barrie

Katharine Hepburn è innamorata del giovane medico Franchot Tone, il quale però parte volontario per le guerre napoleoniche. Tornato dopo 10 anni il medico trova la Hepburn invecchiata e non la invita al ballo. Per vendicarsi, lei riveste i suoi abiti giovanili e lo beffa, fingendosi per Livvy, una immaginaria nipote di se stessa.

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ DIABOLICHE

ACCADDE DOMANI (C’EST ARRIVE DEMAIN) (1944, René  Clair) dalla pièce teatrale di Lord Dunsany, racconto di Hugh Wedlock Jr., romanzo di Howard Snyder, da un’idea di Lewis R. Foster

CANDIDATO ALL’OSCAR 1945 PER LA MIGLIOR COLONNA SONORA E IL MIGLIOR SONORO (JACK WHITNEY, SOUND SERVICES INC.).

Larry (Dick Powell) è un giornalista che riceve da uno strano vecchietto, Pop (John Philliber), il giornale del giono dopo. Conoscendo avvenimenti clamorosi prima che accadano, il cronista si trova sempre sul luogo prima dei suoi concorrenti. Ma, un giorno, ironia della sorte beffarda, riceve il giornale che riporta la notizia della sua morte…

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ DELUSE

LE NOTTI BIANCHE (1956, Luchino  Visconti) DAL RACCONTO OMONIMO (BELYE NOCI) DI FEDOR DOSTOEVSKIJ

Marcello Mastroianni, quando oramai è certo di aver conquistato la bella Natalia, è beffato in extremis, dal ritorno del vecchio amato della donna.

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ SCIMMIESCHE

IL MAGNIFICO SCHERZO (MONKEY BUSINESS) (1952, Howard  Hawks)

Il Dottor Barnaba Fulton (Cary Grant), è un promettente chimico, convinto di essere sul punto di scoprire la formula dell’elisir dell’eterna giovinezza. Una delle scimmie di cui si serve per i suoi esperimenti, lasciata incustodita, mescola a caso degli ingredienti e mette la pozione nel serbatoio dell’acqua potabile. Fulton beve un bicchiere di quell’acqua e si trasforma in un ragazzaccio esuberante, che ne combina di tutti i colori. Ed effetti analoghi si verificano sulla moglie di Fulton (Ginger Rogers), con risultati del tutto esilaranti.

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ MONUMENTALI 1

TOTOTRUFFA 62 (1961, Camillo  Mastrocinque)

La celeberrima scena della vendita fontana di Trevi, destinata a diventare un cult, più volte imitata.

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ MONUMENTALI 2

LE PIU’ BELLE TRUFFE DEL MONDO (LES PLUS BELLES ESCROQUERIES DU MONDE) (1963, Roman  Polanski (“La collana di diamanti”), Claude  Chabrol (“L’uomo che vendette la Torre Eiffel”), Hiromichi  Horikawa (“La dentiera”), Ugo  Gregoretti (“Il foglio di via”), Jean-Luc  Godard (“Il profeta falsario”)

Se cinematograficamente si è potuta vendere la Fontana di Trevi, perché non si potrebbe fare anche con la Tour Eiffel?

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ MONUMENTALI 3

BLUFF-STORIA DI TRUFFE ED IMBROGLIONI (1976, Sergio  Corbucci)

Ed anche il più improbabile dei monumenti, la tomba di Sigfrido, è oggetto di tentata vendita cinematografica.

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ BUFFE E VIAGGIANTI

COLPO GROSSO, MA NON TROPPO (LE CORNIAUD) (1964, Gérard  Oury)

Antoine Marechal (Bourvil), un qualsiasi commesso viaggiatore parigino, sta per partire per l’Italia per vacanza. La la sua utilitaria viene distrutta da una lussuosa berlina. Il proprietario dell’auto investitrice, un uomo d’affari di nome Saroyan (Louis De Funès). Il quale, saputo che Marechal sta per andare in Italia, si offre di risarcirlo, offrendogli un viaggio in aereo fino a Napoli, dove ritirare una Cadillac al porto e riportarla in Francia dietro compenso. Marechal accetta, ignorando che la macchina è stata imbottita di droga e gioielli. Marechal si accorge alla fine di essere stato coinvolto in una questione illegale e ripaga la beffa facendo arrestare i malavitosi e incassando il premio per il recupero della refurtiva.

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ CLASSICHE

LA STANGATA (THE STING) (1973, George Roy  Hill)

Paul Newmann e Robert Redford portano in porto la più classica e geniale delle beffe/vendette ai danni di Robert Shaw, un gangster senza scrupoli, che aveva trucidato il loro comune amico Robert Earl  Jones.

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ PLAGIATE

CONFIDENCE – LA TRUFFA PERFETTA (2003, James  Foley)

Un film che parte da due plagi : da “La Stangata” come idea base, e da “Viale del Tramonto”, per la voce del morto fuori campo.

 

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ GAY

COLPO DI FULMINE – IL MAGO DELLA TRUFFA (2009, Glenn  Ficarra

John  Requa)

Jim Carrey, falsario e maestro in beffe ed inganni, viene arrestato e messo in un carcere di scurezza. Dove si innamora perdutamente del suo compagno di cella Ewan McGregor. Per vivere con il quale si inventa di tutto, perfino di fingere la morte per aids.

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ MIMETICHE

SLEUTH – GLI INSOSPETTABILI (2007, Kenneth  Branagh)

Michael Caine invita a casa sua Jude Law il giovane per il quale la moglie lo ha lasciato, attraendolo in un sofisticato tranello. Qualche giorno dopo si presenta da Caine un inquietante ispettore di polizia che indaga sulla scomparsa di Law….

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ PARTENOPEE

PACCO, DOPPIO PACCO E CONTROPACCOTTO (1993,  Nanni Loy)

Straordinario campionario della genialità partenopea nell’inventare le modalità più impensate per farsi beffe del prossimo, per necessità e/o per arte. Dal come ottenere un appartamento ad equo canone evocando un defunto (con una strepitosa Marina Confalone). Al come vincere 40 milioni alla roulette senza rischiare una lira. Come conquistare il 7 in matematica e fisica senza studiare mai. Come beffare per tre volte le stesse persone con lo stesso espediente. Come non pagare le tasse senza lasciare traccia; Come vendere un viaggio su una nave senza motori. Come un truffatore truffato esamina un truffatore, ecc.

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ ARTISTICAMENTE COMICHE

TOTO’, EVA ED IL PENNELLO PROIBITO (1959, Steno)

Il maestro Scorcelletti (Totò), uno dei più abili artisti falsari, viene invitato in Spagna da una coppia di truffatori, Mario Carotenuto ed Abbe Lane, per riprodurre il celeberrimo dipinto di Goya, ma Maya Desnuda, ma con l’aggiunta di una camicia da notte. In modo da far passare la Maya Vestida come un inedito capolavoro del grande maestro spagnolo. Il quadro è talmente ben fatto che anche il grande critico d’arte , Professor Francesco Montiel (Louis De Funès), abbocca.

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ ARTISTICAMENTE RAFFINATE

LA MIGLIORE OFFERTA (2013, GIUSEPPE TORNATORE)

Il grandissimo esperto d’arte ed impareggiabile battitore d’aste, misantropo e scostante, Geoffrey Rush, è chiamato a valutare il patrimonio in opere artistiche di una misteriosa giovane ereditiera, Sylvia Hoeks, che non si fa mai trovare agli appuntamenti con vari pretesti. Fino a scoprire che la ragazza è sempre stata nella casa dove Rush si è recato più volte per effettuare l’inventario, ma si dichiara affetta da una grave forma di fobia che non le permette di uscire e di avere contatti, anche visivi, con altri esseri umani. Trattenutosi in casa con uno stratagemma, Rush spia la ragazza ed è stregato dalla sua bellezza. Non immagina che si tratta dell’esca di una geniale beffa orchestrata da quelli che crede essere i suoi più fidati amici, Jim Sturgess e Donand Sutherland, per impadronirsi della sua immensa fortuna in quadri d’autore.

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ SPETTACOLARI

OCEAN’S ELEVEN – FATE IL VOSTRO GIOCO (2011, Steven  Soderbergh)

Danny Ocean (George Clooney), appena uscito di prigione, mette assime undici specialisti del furto per rubare 150 milioni di dollari ai tre più importanti casino di Las Vegas. Tutti di proprietà di Terry Benedict (Andy Garcia), che aveva portato via a Danny la moglie, Tess (Julia Roberts).

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ BOOMERANG

IL GENIO DELLA TRUFFA (Mathstick Men ) (2003, Ridley  Scott) dal romanzo omonimo di Eric Garcia

Nicolas Cage è un geniale truffatore, che viene a sua volta truffato con la più ben architettata delle beffe.

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ “ACTOR STUDIO”

THE SCORE (2001, Frank  Oz)

Questo film è da antologia: vi si confrontano tre degli esponenti più rappresentativi ella più celebre scuola di recitazione del mondo, l’Actor Studio.  E sono i mostri sacri Marlon Brando, Robert De Niro ed Edward Norton. Uno spettacolo tutto da godere. Condito da una ben architettata beffa e contro beffa.

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ CINEFILE

L’IMBROGLIO NEL LENZUOLO (2009, Alfonso  Arau) dal romanzo omonimo di Francesco Costa (ed. Baldini Castoldi Dalai, 1997)

Nei primi anni del ‘900 il giovane Federico (Primo Reggiani) abbandona gli studi di medicina per dedicarsi alla nascente arte del cinema. Il suo inesperto entusiasmo mette però nei guai la bellissima Marianna (Maria Grazia Cucinotta), che diventa involontaria protagonista di un film che la ritrae svestita, intenta alle sue abluzioni. Beffata dalla ripresa, potrà però riguadagnare la reputazione dimostrando che l’imbroglio è nel lenzuolo sul quale le immagini vengono proiettate e non nella realtà.

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ NASCOSTE

INSIDE MAN (2006, Spike  Lee)

Clive Owen beffa tutti, montando la più clamorosa delle rapine in banca, con tanto di ostaggi e lunghe trattative con la polizia, alla fine della quale gli inquirenti non sono in grado di trovare né un rapinatore, né qualcosa di sottratto alla banca. E, soprattutto, di trovare il capo della banda…. Dove si sarà nascosto?

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ CONTRO-BEFFA

IL COLPO (HEIST) (2001, David  Mamet)

Gene Hackman è il re delle rapine. Quando le cose vanno storte in una rapina su commissione, Danny De Vito , il committente, costringe Hackman ad un colpo riparatore : lingotti d’oro. Che spariscono dopo la rapina. Dopo un sanguinoso scontro a fuoco, Hackman si allontana con un furgone dove ci sono tubi metallici neri che in realtà nascondono l’oro, compiaciuto di aver beffato tutti. Ma una inaspettata contro-beffa lo attende…

 

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ RIPLEY 1

DELITTO IN PIENO SOLE (PLEN SOLEIL)  (1960, René  Clément) con Alain Delon, DAL ROMANZO DI PATRICIA HIGHSMITH “THE TALENTED MR. RIPLEY” (1955)

Mary Patricia Plangman, nota come Patricia Highsmith (dal cognome del patrigno) (Fort Worth, 19 gennaio 1921 – Locarno, 4 febbraio 1995), è stata una scrittrice statunitense di noir e thriller.

Dal suo primo romanzo, Sconosciuti in treno, del 1950 Alfred Hitchcock trae il suo film L’altro uomo.

Tra i suoi personaggi più noti c’è l’amorale Tom Ripley, truffatore, assassino, protagonista di cinque romanzi dell’autrice, e portato più volte anche sugli schermi del cinema da famosi registi, da René Clément (Delitto in pieno sole) ad Anthony Minghella (Il talento di Mr. Ripley), passando per Wim Wenders (L’amico americano) e Liliana Cavani (Il gioco di Ripley).

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ RIPLEY 2

L’AMICO AMERICANO (1977, Wim Wenders), con Dennis Hopper,  dal romanzo “Ripley’s Game” di Patricia Highsmith

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ RIPLEY 3

IL TALENTO DI MR RIPLEY (THE TALENTED MR. RIPLEY)  (1999, Anthony  Minghella) con Matt Damon DAL ROMANZO DI PATRICIA HIGHSMITH “THE TALENTED MR. RIPLEY” (1955)

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ RIPLEY 4

IL GIOCO DI RIPLEY (2002, Liliana Cavani) con John  Malkovich, dal romanzo “L’amico americano” di Patricia Highsmith

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ CAMALEONTICHE

ZELIG (1983,  Woody Allen)

Dal genio di Woody Allen il più camaleontico dei personaggi cinematografici, Zelig, che riesce a farsi beffe di tutti con il suo incredibile trasformismo.

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ INFORMATICHE

I SIGNORI DELLA TRUFFA (SNEAKERS ) (1992, Phil Alden  Robinson)

Martin Bishop (Robert Redford)  guida un gruppo di geniali quanto sregolati scassinatori telematici addetti a “mettere alla prova” i sistemi di sicurezza delle banche. Vengono contattati da due misteriosi agenti dell’Ente per la Sicurezza Nazionale che offrono loro una forte ricompensa se riusciranno a recuperare un decodificatore universale di codici crittografati messo a punto da un giovane matematico dell’Est, in città per una conferenza. Dopo aver recuperato il decodificatore, non ci vuole molto a scoprire che il matematico è stato ucciso e che i due agenti federali non solo tali. La mente dell’operazione, Cosmo (Ben Kingsley), fa in modo che Martin venga sospettato per il delitto del matematico.

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ ANTIDISCRIMINATORIE

L’APPARENZA INGANNA (LE PLACARD)  (2001, Francis  Veber)

Francois Pignon (Daniel Auteuil) è stato lasciato dalla moglie, è ignorato dal figlio 17enne e la ditta dove lavora sta per licenziarlo. Disperato sta per suicidarsi, gettandosi dal balcone, quando il nuovo vicino lo salva e, venuto a conoscenza delle ragioni dell’insano proposito, gli consiglia, per risolvere tutti i problemi, di fingersi gay. Pignon, pur dubbioso, accetta la proposta e consente al vicino di effettuare fotomontaggi la sua faccia su foto gay e di spedirle in forma anonima alla ditta. Il Presidente della ditta, che produce preservativi, nel timore che il licenziamento di un gay possa causare un calo di vendite, congela il licenziamento. E le novità non finiscono qui…

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ YIDDISH

TRAIN DE VIE – UN TRENO PER VIVERE (1999, Radu  Mihaileanu)

Durante la seconda guerra mondiale, nel 1941, in un villaggio ebreo della Romania, si sparge la voce che i nazisti stanno rastrellando e deportando tutti gli ebrei dei villaggi vicini. Per sfuggire alla cattura, noleggiano un treno e fingono una deportazione, assumendo il ruolo in parte di nazisti ed in parte di deportati. Il tema è un classico del cinema di Mihaileanu: fingersi qualcun altro da se stesso. Lo ritroveremo ancora in “Vai e Vivrai”, dove un ragazzino africano, per sopravvivere ad una micidiale siccità, si spaccia per un ebreo falasha. E ne “Il Concerto”, dove una banda di ex musicisti caduti in disgrazia si spaccia nientemeno che per l’Orchestra del Bolchoï.

 

LE BEFFE IN CELLULOIDE PIU’ MUSICALI

IL CONCERTO (LE CONCERT) (2009 , Radu  Mihaileanu)

Andrei Filipov (Aleksei Guskov), era il direttore dell’orchestra del Bolchoï, all’epoca del governo di Brezhnev. Fu licenziato e bandito a causa del suo rifiuto di allontanare alcuni musicisti di origine ebraica. E poi profondamente umiliato, essendo comandato a uomo delle pulizie del teatro Bolchoï . Quando, dopo 30 anni di angherie, arriva un fax, che invita l’orchestra a Parigi per tenere un concerto al Théâtre du Châtelet, Andrei coglie l’occasione al balzo. In un colpo solo può mettere a punto la più grande delle beffe e la più soddisfacente delle vendette. Chiama all’appello tutti i suoi vecchi compagni musicisti e si presenta a Parigi al posto della vera Orchestra del Bolchoï.