7 Prisioneiros (Recensione di Catello Masullo)

7 Prisioneiros (Recensione di Catello Masullo)

(credits e sinossi da cinematografo.it)

 

CANDIDATO AL “PREMIO DI CRITICA SOCIALE VENEZIA 2021” alla 78esima MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA

 

7 Prisioneiros (7 Prisoners)

BRASILE – 2021

 

Sinossi: Per fornire una vita migliore alla sua famiglia, il diciottenne Mateus accetta un lavoro in una discarica di San Paolo, dove lui e alcuni altri ragazzi rimangono intrappolati nel pericoloso mondo del traffico di esseri umani.

  • Regia: 

Alexandre Moratto

  • Attori: 

Christian Malheiros

,

Rodrigo Santoro

,

Bruno Rocha

,

Victor Julian

,

Lucas Oranmian

,

Cecilia Homem De Mello

,

Dirce Thomaz

7 Prisoners

  • Durata:90′
  • Colore:C
  • Genere:DRAMMATICO
  • Produzione:RAMIN BAHRANI, ANDREA BARATA RIBEIRO, FERNANDO MEIRELLES, ALEXANDRE MORATTO PER O2 FILMES
  • Distribuzione:NETFLIX

NOTE

– PRESENTATO ALLA 78. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2021), NELLA SEZIONE ‘ORIZZONTI EXTRA’.

 

Recensione di Catello Masullo: Alexandre Moratto giovanissimo e sfrontato, con una doppia bugia, avendo dichiarato di parlare lo spagnolo, che non conosceva, e di avere 18 anni quando ne aveva solo 17, è entrato nella simpatia del grande produttore Ramin Bahrani. Da questo lungo sodalizio è scaturito anche questo ultimo film di Moratto, “7 Prisioneiros”, che si prefigge lo scopo (nobile e da sostenere) di portare alla conoscenza del grande pubblico mondiale di Netflix il fenomeno agghiacciante del traffico di esseri umani da sottoporre a schiavitù, così come avviene nel terzo millennio, oggi, in tutto il mondo. La storia è ambientata a San Paolo del Brasile ed è un vero cazzotto nello stomaco. Si stenta a credere che quello che vediamo sul grande schermo corrisponda a quello che succede davvero, tutti i giorni, ed intono a noi. In uno scambio di battute del film, tra lo “schiavista” interpretato da Rodrigo Santoro e il prigioniero Christian Malheiros, sta tutto il film : “Ce ne sono molti?”, chiede Malheiros, che sta scoprendo una realtà molto diffusa ed insospettata, “quanti ne bastano a far funzionare la città!”, è la risposta cinica e tremenda di Santoro. Il film analizza con straordinaria precisione e verosimiglianza i meccanismi che provocano quasi naturalmente la trasformazione del “carcerato” in “carceriere”, le tecniche del “divide et impera”, e la cogenza del “mors tua vita mea” nella lotta per la sopravvivenza. Un film potente, convincente, urgente e necessario. Da non perdere e da diffondere.

 

Curiosità, ho chiesto al regista ed al produttore: “secondo le ricerche che avete fatto, quello che racconta il film quanto corrisponde alla realtà? Come è stato fatto il casting, e come avete preparato i personaggi? Avete fatto prove teatrali? Quali i problemi produttivi per un film così complesso?”. Questa la prima risposta, da parte del regista  Alexandre Moratto: “grazie per l’ottima domanda. Quello che abbiamo visto è troppo vero. Ho letto tantissimo. Mi sono informato, ho lavorato con giornalisti che hanno dedicato tutta la loro carriera al traffico umano. Una mia amica dell’Onu intervista le persone scappate dalla schiavitù e sono stato una settimana con lei. Il casting: sono sia attori professionisti che non professionisti, come il boliviano che è stato davvero schiavo per 16 mesi.

 

Produttore Ramin Bahrani : non è stato facile per niente fare questo film. Quando Netflix ha letto il copione e visto il precedente film del regista lo ha voluto fare subito”.

 

Ha aggiunto l’altro attore Lucas Oranmian: “Aggiungo che non riesco a smettere di pensare che a Salvador de Bahia una donna,  cameriera, si è gettata dal balcone per uscire dalla schiavitù. Magari adesso indossate un capo firmato realizzato dagli schiavi, serve consapevolezza. La storia di Jason è tremenda non la dimenticheremo mai. È la prima volta che vedo il film, sono ancora molto emozionato”.

 

Valutazione Sintetica: 7.5/8