La ragazza ha volato (Recensione di Catello Masullo)

La ragazza ha volato (Recensione di Catello Masullo)

(credits e sinossi da cinematografo.it)

ITALIA, SLOVENIA – 2021

 

CANDIDATO AL “PREMIO DI CRITICA SOCIALE VENEZIA 2021” alla 78esima MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA

 

Sinossi: La storia di Nadia, un’adolescente ‘scomoda’ che vive a Trieste, città di confine tra tante culture, un luogo spazzato da un vento potente, in cui la protagonista cresce coltivando una solitudine da cui uscirà in modo inatteso.

  • Regia: 

Wilma Labate

  • Attori: 

Alma Noce

– Nadia,

Luka Zunic

– Brando,

Rossana Mortara

– Madre,

Massimo Somaglino

– Padre,

Livia Rossi

– Sorella

NOTE

– REALIZZATO CON IL SUPPORTO DI FRIULI VENEZIA GIULIA FILM COMMISSION E IL SOSTEGNO DEL MIC.

– PRESENTATO ALLA 78. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2021), NELLA SEZIONE ‘ORIZZONTI EXTRA’.

 

Recensione di Catello Masullo: Il film parte da un soggetto dei fratelli D’Innocenzo, che Wilma Labate fa suo e gira con il suo punto di vista originale. Un film per nulla banale, come i precedenti della stimata autrice. Indaga i confini, non sempre ben distinguibili, tra esperienza sessuale, stupro e violenza. Per andare oltre. Per raccontare una storia di inadeguatezza alla comunicazione ed alle relazioni sociali. Una storia di profonda malinconia, con una location perfetta come la Trieste algida del nord, con un mare altrettanto malinconico. Ma anche una storia di formazione. Anche se le importanti ellissi temporali del racconto non sempre forniscono tutti gli indizi, la decisione che cambia la vita della giovane protagonista, una straordinaria Alma Noce, appare come il primo reale e forte suo atto di autodeterminazione. In cui afferma il suo passaggio all’età adulta e la sua indipendenza, nell’anelito di voler fare da sola, senza dipendere dall’aiuto degli altri. Stile autoriale, rigoroso e anti spettacolare (le prime musiche, di archi gravi ed angosciosi, si avvertono dopo la prima mezz’ora totalmente priva di commenti musicali). Un modo di girare programmaticamente disturbante. Che fa pensare, che colpisce lo spettatore, costringendolo a portare dentro di sé una storia che non può lasciare indifferenti. Un film importante, necessario, urgente. Che non si può semplicisticamente liquidare come la versione drammatica di “Juno”  (Jason Reitman, 2007).

Valutazione Sintetica: 7