Il materiale emotivo  (Recensione di Rossella Pozza)

Il materiale emotivo  (Recensione di Rossella Pozza)

ITALIA, FRANCIA – 2021

 

Sinossi: Vincenzo dedica l’esistenza alla sua antica libreria parigina, una piccola perla adagiata al centro di una piazzetta di Parigi e alla figlia Albertine, costretta a casa per colpa di un incidente (incidente…?) avvenuto qualche anno prima. La vita di Vincenzo scorre tranquilla, tra l’amore per la figlia e quello per i libri, ma la calma non può durare per sempre, neanche per chi se l’è guadagnata pagandola a carissimo prezzo. Un giorno Yolande, una ragazza scombinata ed esuberante, fa irruzione nel negozio. Affascinato dalla forza vitale della donna, Vincenzo inizia a riscoprire emozioni ormai dimenticate da tempo, che lo porteranno a interrogarsi sul suo modo malinconico e sospeso di affrontare la vita.

  • Regia: 

Sergio Castellitto

  • Attori: 

Sergio Castellitto

– Vincenzo,

Bérénice Bejo

– Yolande,

Matilda De Angelis

– Albertine,

Clementino 

– Clemente,

Sandra Milo

– Madame Milo,

Alex Lutz

– Gérard,

Marie-Philomène Nga

– Colombe,

Nassim Lyes Si Ahmed (Nassim Lyes)

– Alain,

Maxence Dinant

– Padre Mathieu,

Bruno Gouéry

– Cleptomane,

Hector Alessio Montagnani

– Clochard,

Julie Ciccarelli

– Fioraia

A Bookshop in Paris

  • Durata:89′
  • Colore:C
  • Genere:COMMEDIA
  • Tratto da:dalla sceneggiatura “Un drago a forma di nuvola” di Ettore Scola, Furio Scarpelli, Silvia Scola
  • Produzione:MARCO POCCIONI, MARCO VALSANIA PER RODEO DRIVE CON RAI CINEMA, MON VOISIN PRODUCTIONS, TIKKUN PRODUCTIONS
  • Distribuzione:01 DISTRIBUTION
  • Data uscita7 Ottobre 2021

NOTE

– REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DELLA REGIONE LAZIO – FONDO REGIONALE PER IL CINEMA E L’AUDIOVISIVO AVVISO
PUBBLICO ATTRAZIONE PRODUZIONI CINEMATOGRAFICHE (POR FESR LAZIO 2014-2020); PROGETTO COFINANZIATO
DALL’UNIONE EUROPEA.

 

Recensione di Rossella Pozza: Il settimo film diretto da Sergio Castellitto è il suo migliore di sempre. È ispirato da un soggetto di Ettore Scola (scritto insieme a Furio Scarpelli e Silvia Scola), “Un drago a forma di nuvola”, trasposto per il grande schermo dalla coniuge/collaboratrice abituale Margaret Mazzantini. Castellitto è stato allievo di Scola, con il quale ha fatto due film, ed ha voluto fortemente portare sullo schermo l’ultima idea del Maestro. E lo fa con dovizia di mezzi. Con una produzione sontuosa che ha messo a disposizione del film il mitico teatro 5 di Cinecittà, quello di Fellini. Ed a Castellitto è toccato lo stesso camerino di Fellini. Deve essere stata una emozione nella emozione. L’intero set, una caratteristica piazzetta di Parigi,  con al centro un bel palazzotto con al piano terra la libreria di cui è titolare il protagonista, lo stesso Castellitto, e l’appartamento al piano di sopra, dove vive con la figlia Albertine. Quasi 6 milioni di euro di budget, non usuale per il cinema italiano. Ancora una volta si deve ammettere che i soldi sullo schermo si vedono, e come. Ma non bastano. Poi ci vuole genio, capacità di dirigere attori strepitosi. Come Matilda De Angelis, che, due anni fa, quando il film è stato girato, non era ancora esplosa e che qui ci regala un capolavoro di sottrazione, di linguaggio del corpo, di occhi che parlano, e con una sola, unica, breve battuta, nel finale. Una prorompente, indomabile Bérénice Bejo. Un sorprendente Clementino. Ed un cameo felliniano di Sandra Milo. Per non parlare dell’ennesimo capolavoro attoriale dello stesso Castellitto. Un film colto, ma mai saccente, che consiglia di leggere i libri giusti, per migliorare la propria anima. Di impostazione squisitamente teatrale, ma di spettacolarità e qualità tutta cinematografica. Una colonna sonora struggente e romantica, da ascoltare anche con le cuffie, senza immagini. In definitiva un film da non perdere. 

Curiosità: Catello Masullo ha chiesto al regista: “faccio una cosa vietata ad una conferenza stampa dove si deve parlare solo del film in questione. Noi critici, che siamo un circo viaggiante, ieri pomeriggio siamo stati coinvolti nella visione di un film che aveva musiche ricattatorie, che non si potevano sentire. Come hai lavorato sulle musiche del tuo film che invece ricattatorie non lo erano affatto?”. Questa la risposta di Sergio Castellitto: “mo’ ce devi dì che film era. Per me Arturo Annecchino è un grandissimo musicista. Ci sono canzoni francesi. Barbara.  Che è un tormentone di erotismo francese contemporaneo. E la voce di Nina Simone. Che la dice più che cantarla. La sua versione al Montreux festival di jazz. Canta quasi parlando. Si arrabbia mentre canta. Per caso è venuta fuori. La cosa delle stelle: una stella di lei è andata sulla guancia di lui. Come atleti dopo una gara. Le musiche, quando mi capita di fare un film, la prima cosa a cui penso sono le canzoni che mi influenzano la scrittura, come Vasco in Fortunata. La musica dice cose in modo diverso”.

 

Valutazione Sintetica: 8