Freaks Out (Recensione di Catello Masullo)

Freaks Out (Recensione di Catello Masullo)

(sinossi e credits da cinematografo.it)

 

BELGIO, ITALIA – 2021

 

Sinossi: Roma, 1943: Matilde, Cencio, Fulvio e Mario vivono come fratelli nel circo di Israel. Quando Israel scompare misteriosamente, forse in fuga o forse catturato dai nazisti, i quattro “fenomeni da baraccone” restano soli nella città occupata. Qualcuno però ha messo gli occhi su di loro, con un piano che potrebbe cambiare i loro destini… e il corso della Storia.

  • Regia: 

Gabriele Mainetti

  • Attori: 

Claudio Santamaria

– Fulvio,

Aurora Giovinazzo

– Matilde,

Pietro Castellitto

– Cencio,

Giancarlo Martini

– Mario,

Giorgio Tirabassi

– Israel,

Max Mazzotta

– Il Gobbo,

Franz Rogowski

– Franz

NOTE

– IN CONCORSO ALLA 78. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2021).

– PRODUTTORI ASSOCIATI: MATTIA GUERRA, STEFANO MASSENZI.

– PRODUTTORE ESECUTIVO: JACOPO SARACENI.

– PRODUTTORE ESECUTIVO PER LUCKY RED. TOMMASO ARRIGHI.

– PRODUTTORE DELEGATO PER LUCKY RED: SERENA SOSTEGNI.

– REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DI REGIONE LAZIO AVVISO PUBBLICO ATTRAZIONE PRODUZIONI CINEMATOGRAFICHE (POR FESR LAZIO 2014-2020); PROGETTO COFINANZIATO DALL’UNIONE EUROPEA E FONDO PER IL CINEMA E L’AUDIOVISIVO; CON IL CONTRIBUTO DI REGIONE CALABRIA E FONDAZIONE CALABRIA FILM COMMISSION; CON IL SOSTEGNO DI WALLIMAGE (LA WALLONIE); CON IL SUPPORTO DI CASA KAFKA PICTURES MOVIE TAX SHELTER EMPOWERED BY BELFIUS

 

Recensione di Catello Masullo: Per parafrasare Gioacchino Rossini, come faceva Rosalinda Celentano in “Tutte le donne della mia vita”, si potrebbe dire di questo film che: “C’è del nuovo e c’è del buono, ma non tutto quello che è nuovo è buono, e non tutto quello che è buono è nuovo”. Opera seconda di Gabriele Mainetti, dopo l’esordio fulminante di “Lo chiamavano Jeeg Robot”, conferma tutte le doti di cineasta coraggioso, al limite del temerario, e fuori dagli schemi. Uno dei pochi registi italiani che non ha timore di sfidare il cinema di Hollywood sui super eroi alla Marvel, sullo stesso terreno di gioco. “Freaks Out” spariglia tutti i giochi produttivi italiani, con un budget superiore ai 12 milioni di euro, davvero inusuale da noi, e realizza un film spettacolare, avvincente, mirabolante, visionario, fantastico. Che affronta temi seri, come la diversità, con straordinaria leggerezza, senza mai, però, nemmeno sfiorare la superficialità. Tantissime le citazioni cinefile. Tantissimo il già visto. Ma alcune cose sono davvero sorprendenti e si impongono con una forza cinematografica ineguagliabile, tra il groppo alla gola e la pelle d’oca. Si sentiva davvero un gran bisogno di questo “cinema cinema”, allo stato puro, per riportare gli spettatori in sala. Sicuramente ci riuscirà. Da non perdere, per cinefili e non.

Meritatissimo il PREMIO DI CRITICA SOCIALE VENEZIA 2021, la cui Giuria alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia mi onoro di presiedere per il sesto anno consecutivo, con la seguente motivazione:  Premio Miglior Film Italiano: “Freaks Out”, di Gabriele Mainetti : “Capace di rinnovare intelligentemente la cinematografia uscendo dagli schemi tradizionali, Mainetti ibrida generi diversi, che confermano il suo talento registico, incrociando Tim Burton alla commedia picaresca, Fellini a Steven Spielberg, Rossellini a Quentin Tarantino. Accompagnato da Nicola Guaglianone e innamorato dei suoi strani personaggi, soprattutto quelli femminili, come lui stesso ha dichiarato, in mezzo ad una pioggia di luci dorate, racconta il nazismo attraverso anime in dialogo con il tempo. Eroi, vittime, martiri, guerrieri e forse qualcosa di più; magiche e strane creature, diverse dall’ordinario ma capaci di reinventare il presente fra frammenti di memoria e mirabili acrobazie, regalandoci la più inaspettata lezione di vita. Una celebrazione della diversità che va al di là e al di sopra della tolleranza e dell’accettazione. Ce la fa amare”.

 

Valutazione Sintetica: 7.5