39 TORINO FF: ITALIA il fuoco, la cenere un film di Céline Gailleurd e Olivier Bohler vince il Premio FLAT PARIOLI

AL 39. TORINO FILM FESTIVAL

 

ITALIA
il fuoco, la cenere

un film di

Céline Gailleurd e Olivier Bohler

vince il Premio FLAT PARIOLI

per l’opera che maggiormente si interroga sull’identità del cinema e dei suoi linguaggi

Il premio al film italo-francese che racconta origini, trionfi e fine del cinema muto italiano

Il film d’archivio ITALIA. Il fuoco, la cenere diretto da Céline Gailleurd e Olivier Bohler, racconto visionario dei primi 35 anni di vita del cinema italiano, dal 1896 al 1929, presentato in prima mondiale al 39. Torino Film Festival, si aggiudica il premio collaterale FLAT PARIOLI, per il Miglior Film tra le opere di finzione e documentarie delle sezioni competitive e non competitive del Festival. Il premio consiste nella Post-produzione di un lungometraggio per un progetto futuro degli autori.

Un riconoscimento di grande importanza simbolica, che premia con risorse tecnologiche e all’avanguardia un racconto che fa eccezionale uso di materiali cinematografici storici, in alcuni casi pellicole con oltre un secolo di vita.

Questa la motivazione del premio: ‘Per l’opera (filmica o documentaristica) che maggiormente si interroga sull’identità del cinema e dei suoi linguaggi come strumento di analisi del passato, fotografia del presente o suggestione del futuro’.

Una coproduzione tra Italia e Francia, il film di Gailleurd e Bohler è prodotto da Articolture – una giovane realtà italiana ma con già all’attivo numerose presenze con i propri film in festival internazionali – e Nocturnes Productions, in associazione con Luce Cinecittà, che lo distribuirà nelle sale italiane nel 2022.

Il film è il racconto documentatissimo, visionario e onirico del cinema muto italiano, un omaggio d’amore e ricostruzione a una delle più grandi cinematografie della storia. Con straordinarie immagini dalle cineteche di mezza Europa, e le voci narranti di Isabella Rossellini per l’edizione italiana, e di Fanny Ardant per quella francese, che interpretano testi di Luigi Pirandello, Antonio Gramsci, Salvador Dalì, Francesca Bertini, Federico Fellini, Alessandro Blasetti…

 

 

SINOSSI

Un viaggio documentato, lirico e visionario, dentro un universo troppo spesso sconosciuto: le origini del cinema muto italiano. Un’arte e un’industria folgorante, che ha fatto brillare le prime star internazionali, dato vita al peplum, a melò e film avventurosi, e lanciato i primi cineasti. Nel suo mondo di fasti e deliri romantici, tra il simbolismo di Verdi e il decadentismo dannunziano, questo cinema ha goduto di fama internazionale, affascinando folle, intellettuali e artisti di tutta Europa, fino ad arrivare negli Stati Uniti e in Sudamerica. I protagonisti di ITALIA – Il fuoco, la cenere sono registi e registe, attori e attrici, tecnici e critici che hanno contribuito all’esuberante originalità di quel cinema. Raccontato dalla voce di Isabella Rossellini per l’edizione italiana, e di Fanny Ardant per quella francese, che interpretano le eccezionali immagini d’archivio – di cui molte inedite e rare – attraverso le parole originali di chi ha contribuito e assistito a quella rivoluzione estetica e culturale, il film fa riaffiorare un’epoca di splendori e la storia di un Paese, che presto cadrà nel baratro del fascismo.

Un’arte dedita al sublime, alla raffinatezza e alla morte, dalle cui ceneri rinascerà una delle più grandi cinematografie del mondo.

 

 

NOTA BREVE DEGLI AUTORI

 

Abbiamo scelto di lasciare la parola a coloro che quelle immagini le hanno create o ne sono stati spettatori. Pirandello, Dalì, Canudo, Gramsci, Pastrone, Fellini, la Bertini… loro stessi ci fanno rivivere ciò che questi uomini e queste donne hanno visto in quei film, ciò che li ha estasiati, meravigliati o stravolti.

Le bobine in nitrato, sopravvissute nelle Cineteche d’Europa che abbiamo visitato, incarnano tutta la memoria del cinema e la fragilità stessa di questa memoria, la sua bellezza splendente e la sua inesorabile decomposizione.

Guardandole, abbiamo preso coscienza che l’archivio è, esso stesso, materia estetica…

 

 

Marlon PELLEGRINI

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