LEONID TALOCHKIN, CUSTODE DEL NON CONFORMISMO

LEONID TALOCHKIN, CUSTODE DEL NON CONFORMISMO

ALLA FABBRICA DEL VEDERE

UN VIDEO INEDITO E UNA MOSTRA FOTOGRAFICA A LUI DEDICATA
CURATA DALL’ARTISTA VLADISLAV SHABALIN

Inaugurazione
sabato 26 marzo, ore 17:30

Vent’anni fa, nella primavera del 2002, moriva improvvisamente il collezionista di arte non ufficiale Leonid Talochkin, uno dei grandi protagonisti della stagione del non conformismo sovietico. Dalla sua vasta collezione – oltre duemila opere, dagli anni ’50 agli anni ’90, che non acquistò ma che gli furono regalate dagli artisti, con i quali aveva un rapporto quotidiano di amicizia e di collaborazione – è nato nel 2000 il Museo “Other Art” presso l’Università Statale di Studi Umanistici di Mosca. A Venezia, alla Fabbrica del Vedere dell’ Archivio Carlo Montanaro, dal 26 marzo al 7 aprile 2022 si potrà vedere nell’ambito della mostra a lui dedicata un filmato inedito realizzato nel 2001 dal fotoreporter turco Ahmet Sel, ultima testimonianza visiva di questo personaggio straordinario che ha messo tutta la sua vita al servizio dell’arte. Il video è girato fra l’appartamento di Talochkin, ormai svuotato della maggior parte delle opere, e il nuovo Museo. Dopo anni di battaglie per il riconoscimento degli artisti non conformisti e affinché il non conformismo entrasse a pieno titolo nella storia dell’arte, finalmente esisteva un luogo in cui quell’arte poteva non solo essere vista ma anche studiata dalle nuove generazioni. Il video è il cuore di una mostra che comprende anche una serie di ritratti d’epoca inediti. Il curatore è l’artista Vladislav Shabalin, che conobbe Talochkin nel 1988 e in più occasioni ha reso omaggio alla sua memoria, dedicandogli anche la mostra “Back in the USSR – Gli eredi dell’arte non ufficiale” allestita all’ex Spazio Mondadori, vicino Piazza San Marco, nel marzo 2009. All’attuale progetto, che prevede l’uscita a breve di una pubblicazione, hanno collaborato Igor Palmin, maestro indiscusso della fotografia in Unione Sovietica, Yulia Lebedeva, curatrice del Museo “Other Art”Andrea Tessitore della Cineteca del Friuli per il restauro del video, e Stefano Piccini, presidente di Geoworld Italia-USA.

dal 26 marzo al 7 aprile 2022 (chiuso il martedì)
orario: dalle 17:00 alle 19:00
ingresso libero

Vladislav Shabalin nasce nel 1963 Ucraina – Unione Sovietica

L’opera di Vladislav Shabalin, come la sua vita, è divisa in due parti distinte.
Gli anni giovanili, trascorsi tra gli studi e l’attività artistica, tra Donetsk (la capitale del Donbass, dove è nato nel 1963 da genitori russi) e Mosca, sono caratterizzati dalla lotta per la libertà di espressione contro i limiti imposti dal regime anche nel campo dell’arte. I suoi lavori di pittura e grafica d’impronta surrealista gli costano la reclusione in ospedale psichiatrico come schizofrenico, salvo essere completamente riabilitato con l’arrivo della Perestroika.
Nel 1988 fonda e dirige nella sua città natale la prima galleria di arte non ufficiale in Ucraina, Avantgarde. Tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, oltre alle mostre personali organizza numerose collettive, sia in Ucraina che in altri paesi dell’URSS, entrando in contatto con importanti personalità del mondo artistico, come Leonid Talochkin, il più grande collezionista di arte non ufficiale.
Dopo una grande mostra all’Arsenal Exhibition Hall di Riga, nel 1991 il Ministero della Cultura della Lettonia acquista due sue opere per il Museo Nazionale di Arte Moderna.
Vladislav Shabalin arriva per la prima volta in Italia nell’estate del 1992, su invito della Regione Veneto, per allestire una mostra con oltre duecento opere di artisti dell’ex URSS, incluse le proprie. Si stabilisce quindi in Italia e nei tre anni successivi realizza numerose altre mostre tra Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Dal 1997 lavora con i fossili presso il laboratorio paleontologico di Geoworld, a Torreano di Cividale (Udine). Per alcuni anni continua a dipingere, ma l’interesse e la confidenza acquisita con i nuovi materiali finiscono per determinare una svolta anche nella sua arte. In collaborazione con il geologo Stefano Piccini, fondatore e presidente di Geoworld, dà vita ad un progetto nel quale arte e scienza si fondono avventurandosi su sentieri finora inesplorati. Il primo risultato è l’opera “Home Page – Danza degli spiriti”, esposta in anteprima a Vienna (Galleria am Roten Hof) nel 2007.
Nel 2009 realizza a Venezia (Spazio Eventi Mondadori) la mostra Back in the USSR – Gli eredi dell’arte non ufficiale, che raccoglie opere di tredici artisti di Russia, Ucraina, Georgia e Bielorussia.
Per la V edizione del festival Le voci dell’inchiesta (Pordenone, aprile 2011), crea l’installazione “Oasi”, composta da cinque lastre fossili di Palmacites risalenti all’Eocene (50 milioni di anni fa).
A giugno 2011 presenta in anteprima a Basilea (Svizzera) “Aquarium”, maestoso trittico in pietra e fossili di pesci ispirato alla catastrofe ecologica del Golfo del Messico, e l’omonima installazione sonora realizzata in collaborazione con la cantante greco-americana Diamanda Galás.
Negli ultimi anni i lavori di Vladislav Shabalin sono stati esposti anche a Strasburgo, Innsbruck, Bratislava e Hong Kong. Una grafica e una scultura sono stati donati nel 2008 al MUM (Maryland). Altre opere si trovano in collezioni private.
www.shabalin.it


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