Paper Moon (Recensione di Catello Masullo)

Paper Moon (Recensione di Catello Masullo)

(sinossi e credits da cinematografo.it e AntonioGenna.net)

 

USA – 1973

 

Sinossi: Addie è un’orfanella novenne che Moze, dichiarandosi grande amico della madre defunta prende con sé, assicurando che la condurrà nel Missouri, a St. Joseph, presso la zia Billie. In realtà il giovane, che vive di espedienti, sfrutta la bimba per ricattare un debitore della defunta estorcendogli 200 dollari. Dell’episodio approfitta la sveglia e astuta Addie, che si affianca a Moze, prima cooperando nel commercio truccato di Bibbie, e in seguito in tutta una serie di affarucci. Quando alla comitiva si aggiunge Trixi, artista da baraccone che intende sfruttare Moze, la bimbetta si rinchiude in sé stessa, fumando, ascoltando la radio e riflettendo imbronciata sino a che non trova il modo di intrappolare l’arrivista e farla cacciare. Di nuovo soli, Addie e Moze tentano un ardito colpo ai danni di un contrabbandiere di alcoolici: incappano così nelle ire dello sceriffo Hardin che li insegue sino a St. Joseph e recupera il bottino non senza impartire una severa lezione al giovanotto. Moze infine conduce Addie presso la zia, ma essa immediatamente ritorna a lui, ed egli non ha il coraggio di abbandonare una bimba che ha imparato ad amare e che forse è sua figlia.

  • Regia: 

Peter Bogdanovich

  • Attori: 
PERSONAGGI INTERPRETI DOPPIATORI
MOSES ‘MOZE’ PRAY Ryan O’Neal MASSIMO TURCI
ADDIE LOGGINS Tatum O’Neal RICCARDO ROSSI
TRIXIE DELIGHT Madeline Kahn FLAMINIA JANDOLO
VICE SCERIFFO HARDIN John Hillerman RENATO MORI
FLOYD Burton Gilliam  
IMOGENE P.J. Johnson  
IL MINISTRO James N. Harrell  
SIG. ROBERTSON Noble Willingham CARLO ALIGHIERO
LEROY Randy Quaid  
ZIA BILLIE Rose-Mary Rumbley  

Ryan O’Neal

– Moses Pray,

Tatum O’Neal

– Addie Loggins,

Madeline Kahn

– Trixie Delight,

John Hillerman

– Deputy Hardin,

P.J. Johnson

– Imogine,

Noble Willingham

– Mr. Robertson,

Jessie Lee Fulton

– Miss Ollie,

Burton Gilliam

– Floyd,

Randy Quaid

– Leroy,

James N. Harrell

– Il ministro,

Lila Waters

– La moglie del ministro,

Dorothy Forster

– La vedova

  • Altri titoli:

Luna di carta

  • Durata: 102′
  • Colore: B/N
  • Genere: DRAMMATICO
  • Specifiche tecniche: PANORAMICA
  • Tratto da: dal romanzo “Addie Pray” di Joe David Brawn
  • Produzione: SATICOY PRODUCTION, DIRECTORS COMPANY PRESENTATION, PARAMOUNT PICTURES
  • Distribuzione: CIC (1974)

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  • NOTE

– OSCAR 1974 A TATUM O’NEAL COME MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA. A 10 ANNI FU LA PIU’ GIOVANE A VINCERLO (SHIRLEY TEMPLE NE AVEVA RICEVUTO A 6 ANNI UNO SPECIALE).

– ALTRE TRE NOMINATION 1974: SCENEGGIATURA NON ORIGINALE, ATTRICE PROTAGONISTA (MADELINE KAHN) E MIGLIOR SUONO.

– DAVID DI DONATELLO 1974 PER MIGLIORE ATTRICE STRANIERA A TATUM O’NEAL.

Recensione di Catello Masullo: Ho rivisto con piacere questo film in quanto compreso nella rassegna A QUALCUNO PIACE CLASSICO, che torna per l’undicesimo anno, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, come appuntamento con il grande cinema da riscoprire, come sempre in sala e in pellicola 35mm, questo anno dal 25 gennaio al 31 maggio. La formula consueta della rassegna di cinema ad ingresso libero si arricchisce quest’anno di una collaborazione preziosa, quella con il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, grazie al quale ogni film viene introdotto da un critico diverso, offrendo al pubblico una bussola per orientarsi al meglio nella storia che si nasconde dietro ogni film. Questo “Paper Moon” è introdotto da Cristiana Paternò, neo presidente di SNCCI, che lo ha definito “delizioso ed incantevole”. Confessando di aver scelto subito questo film tra tutti quelli della rassegna per il suo commento. Forse anche influenzata da sentori Proustiani, dato che quando ha visto il film la prima volta aveva l’età della giovanissima e strepitosa protagonista, portata da sua madre, appassionata cinefila. Restandone stregata, anche dalla straordinaria fotografia in bianco e nero del celeberrimo László Kovács, collaboratore in quasi tutti i film di Bogdanovich. Che crea un effetto nostalgia ed è al contempo un omaggio ai grandi film americani degli anni ’30 e ’40, tanto amati dal regista. Come non concordare con il mio Presidente! Questo è uno di quei film eterni, che li vedi 100 volte e 100 volte provi le stesse emozioni (provate a non commuovervi, ad esempio, sul finale di “La Vita è Meravigliosa” di Frank Capra, anche se lo vedete per la centesima volta). È la magia del grande cinema, del saper fare cinema. Una cosa che avverti dai primi fotogrammi. Un tocco inconfondibile. La grande intuizione è stata soprattutto quella di far interpretare i due ruoli principali al vero padre ed alla vera figlia nella vita reale. Il meraviglioso gaglioffo Ryan O’Neal, cui tiene testa, in ogni scena, la incredibile figlioletta Tatum (cui, curiosamente, presta la voce nella edizione italiana un attore di sesso maschile, uno dei nostri migliori doppiatori, Riccardo Rossi), sacrosantamente insignita del Premio Oscar per migliore attrice protagonista, a 10 anni, all’epoca, la più giovane ad esserselo aggiudicato. Il sottilissimo e godibilissimo gioco di fioretto tra i due è fatto di gag irresistibili e dialoghi affilati come un bisturi, come quando il padre le dice: “Io non ti abbandonerei mai. Ho degli scrupoli. Sai cosa sono gli scrupoli?”, e lei, impagabile, ma soprattutto, implacabile: “No! E non lo sai nemmeno tu. Se ce li hai te li ha dati qualcun altro!”. Da non perdere.  

Valutazione sintetica: 8.5/9