Esterno Notte (Recensione di Rossella Pozza)

Esterno Notte (Recensione di Rossella Pozza)

(sinossi e credits da cinematografo.it)

ITALIA – 2021

 

Sinossi: 1978. L’Italia è dilaniata da una guerra civile. Da una parte le Brigate Rosse, la principale delle organizzazioni armate di estrema sinistra, e dall’altra lo Stato. Violenza di piazza, rapimenti, gambizzazioni, scontri a fuoco, attentati. Sta per insediarsi, per la prima volta in un paese occidentale un governo sostenuto dal Partito Comunista (PCI), in un’epocale alleanza con lo storico baluardo conservatore della Nazione, la Democrazia Cristiana (DC). Aldo Moro, il Presidente della DC, è il principale fautore di questo accordo, che segna un passo decisivo nel reciproco riconoscimento tra i due partiti più importanti d’Italia. Proprio nel giorno dell’insediamento del governo che con la sua abilità politica è riuscito a costruire, il 16 marzo 1978, sulla strada che lo porta in Parlamento, Aldo Moro viene rapito con un agguato che ne annienta l’intera scorta. È un attacco diretto al cuore dello Stato. La sua prigionia durerà cinquantacinque giorni, scanditi dalle lettere di Moro e dai comunicati dei brigatisti: cinquantacinque giorni di speranza, paura, trattative, fallimenti, buone intenzioni e cattive azioni. Cinquantacinque giorni al termine dei quali il suo cadavere verrà abbandonato in un’automobile nel pieno centro di Roma, esattamente a metà strada tra la sede della DC e quella del PCI.

  • Regia: 

Marco Bellocchio

  • Attori: 

Fabrizio Gifuni

– Aldo Moro,

Margherita Buy

– Eleonora Chiavarelli,

Toni Servillo

– Paolo VI,

Fausto Russo Alesi

,

Gabriel Montesi

,

Daniela Marra

  • Colore: C
  • Genere: DRAMMATICO, STORICO
  • Produzione: LORENZO MIELI PER THE APARTMENT, SIMONE GATTONI PER KAVAC, ARTE FRANCE IN COLLABORAZIONE CON RAI FICTION
  • Distribuzione: LUCKY RED (2022)
  • Data uscita 18 Maggio 2022
  • NOTE

– COLONNA SONORA È STATA ESEGUITA DALLA CZECH NATIONAL SYMPHONY ORCHESTRA, DIRETTA DAL MAESTRO MAREK STILEC.

– IL FILM E’ DIVISO IN DUE PARTI. LA PRIMA USCIRÀ IN SALA IL 18 MAGGO, LA SECONDA IL 9 GIUGNO. VERRÀ POI TRASMESSA IN FORMATO SERIALE SU RAI UNO IN AUTUNNO.

– PRESENTATO AL 75. FESTIVAL DI CANNES (2022), SEZIONE ‘PREMIÈRE’.

Recensione di Rossella Pozza: Cosa c’è ancora da scoprire 44 anni dopo la morte di Aldo Moro? Cosa ha spinto il Maestro Marco Bellocchio, quasi 20 anni dopo aver dedicato una delle sue opere più profonde, “Buongiorno Notte” (2003), allo stesso sequestro Moro a tornarci di nuovo, sostituendo il “Buongiorno” con “Esterno”? Certo il buio della “Notte” resta sempre. E non sembra diradarsi, almeno non del tutto. Bellocchio a Cannes, dove l’anno scorso, meno di un anno fa, era stato insignito della “Palma d’Oro” alla carriera, ricambiando il prestigioso Festival portando in dono “Marx può aspettare”, uno dei film più significativi della stagione, ha dichiarato che elementi nuovi, in questi quasi 20 anni, sono emersi. E ce li porge, in un’opera monumentale della durata di 5 ore e mezza, divisa in due film, comunque poderosi, per la sala e spezzettata negli episodi di una serie che andrà in tv nell’autunno. Come spesso accade ai grandi “vecchi” del cinema, il loro ultimo film è il più interessante di quelli fatti prima. Forse per l’accumulo di esperienza e di mestiere. Questo “Esterno Notte” attanaglia lo spettatore. Lo afferra vigorosamente per il bavero e non lo molla più fino alla fine. Dopo averlo un po’ “ingannato” con la scena iniziale, ammaliato con potenti sequenze oniriche, affascinato con una messa in scena impeccabile, ammirato con il virtuoso innesto di opportune immagini di repertorio, divertito con momenti di alleggerimento anche di irresistibile comicità, come nell’ascolto delle telefonate dei mitomani. Farà discutere molto questo film (perfino, come spesso accade, chi il film non l’ha visto e dichiara di non volerlo vedere, come il terzo genito di Andreotti, che “giudica” per sentito dire…). Certamente non lascerà nessuno indifferente. E questa è già una medaglia. Interessante e funzionale la struttura di voler documentare i tanti diversi punti di vista che guardano la stessa scena, un po’ come il celeberrimo e sempre citato capostipite dello stile, il ”Rashomon” di Akira Kurosawa del 1950. Che svela non solo la diversità degli sguardi, ma anche la fragilità degli autori degli stessi. Attori superlativi che fanno scoccare la scintilla empatica nello spettatore, rendendolo partecipe dei dilanianti tormenti interiori dei personaggi. Un grande scavo archeologico ed antropologico nella complessità umana, impreparata ad un evento che, più di tutti gli altri, ha sconvolto la società italiana. E che, anche per questo, meritava questa ulteriore, per nulla banale, riflessione. Da non perdere.

Valutazione sintetica: 8