The Matchmaker  (Recensione di Rossella Pozza)

The Matchmaker  (Recensione di Rossella Pozza)

(sinossi e credits da cinematografo.it)

  • The Matchmaker

ITALIA – 2022

 

Sinossi: Tooba Gondal è una delle più famose jihadiste britanniche. A soli 20 anni è scappata da Londra per unirsi allo Stato Islamico, divenendo famosa in tutto il mondo come The ISIS Matchmaker, in quanto accusata di aver reclutato sui social network diverse donne occidentali come mogli dei miliziani dell’ISIS. Non appena l’ISIS ha iniziato a perdere terreno, è scomparsa da internet. La regista Benedetta Argentieri l’ha ritrovata in un campo di prigionia in Siria due anni dopo, quando ormai l’ISIS aveva perso la guerra contro l’esercito di liberazione curdo, realizzando un’intervista in esclusiva.

Quando si presenta, Gondal allude allo stereotipo della donna passiva, soggiogata dall’uomo sbagliato e non responsabile delle proprie azioni. La sua versione della storia gioca con il pregiudizio sessista e tipicamente occidentale che vede le donne della Jihad solo come accessori e non come soggetti attivi. Tooba è la ragazza amichevole, intelligente e remissiva che vediamo sullo schermo? O è un’estremista violenta e pericolosa?

  • Regia: 

Benedetta Argentieri

  • Durata: 90′
  • Colore: C
  • Genere: DOCUMENTARIO
  • Produzione: DOMENICO PROCACCI E LAURA PAOLUCCI PER FANDANGO
  • Distribuzione: FANDANGO
  • NOTE

– PRESENTATO FUORI CONCORSO ALLA 79. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2022).

 

-CANDIDATO AL PREMIO SORRISO DIVERSO VENEZIA 2022 ALLA 79. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2022).

 

 

 

Recensione di Rossella Pozza: Se dovessi descrivere con un solo aggettivo questo imperdibile film, userei “agghiacciante”. Si resta infatti come una stecca di ghiaccio ad ascoltare l’intervista a Tooba Gondal, un grande scoop della brava  Benedetta Argentieri. Una ragazza inglese, di ottima famiglia (viveva con genitori e fratelli in una sontuosa casa a tre piani di Londra). Giovanissima comincia a frequentare le chat jihadiste di cui diventa abile protagonista. Tanto da attirare le attenzioni di uno dei più famosi terroristi dello stato islamico, Abu Abbas. Che la contatta e la invita a raggiungerlo nel nord dele Siria. Dove la sposa due giorni dopo l’arrivo, la mette incinta subito e la rende vedova nel giro di 6 mesi. Il secondo matrimonio dura molto meno, solo 2 mesi, ma resta incinta già alla prima notte passata assieme, delle sole 4 in totale. Divorzia dopo soli 2 mesi, non appena ci parla e lui le comunica il suo proposito di effettuare un attentato suicida. “Ma perché mi hai sposata se ti vuoi ammazzare?” domanda lei, saggiamente. “Per avere un figlio!”, risponde lui, candidamente. Il terzo matrimonio dura di più, ben 10 mesi, ed una terza gravidanza, prima di restare definitivamente (tri)vedova. Nel frattempo, tra una poppata e l’altra, produce vagonate di odio social, compiacendosi (oscenamente) per ogni strage terroristica di infedeli occidentali. Di queste mogli “straniere” (provenienti soprattutto dai paesi democratici), con abbondanti proli, ce ne sono circa dodicimila nei campi di detenzione del nord est della Siria, dopo la sconfitta dello stato islamico da parte delle benemerite truppe kurde, e nessuno dei paesi di provenienza le rivuole indietro. Trovandosi in uno stato di (comprensibile) discriminazione. Grande inchiesta giornalistica, grande scoop, grande film.    

 

Valutazione sintetica: 8