Cosa verrà  (Recensione di Catello Masullo)

Cosa verrà  (Recensione di Catello Masullo)

Cosa verrà ad Alice nella città

  • Anno: 2022
  • Durata: 84 minuti
  • Genere: documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia, sceneggiatura, montaggio e co-produzione: Francesco Crispino

 

 

Note di regia

Queste le parole del regista sul film:

«Cosa verrà è il risultato di un’immersione in un territorio che si è ritrovato ad affrontare l’anno più difficile della pandemia in modo del tutto impreparato. Un periodo nel quale si stava consolidando il concetto di distanza, che portava con sé l’inevitabile riduzione degli spazi relazionali e la conseguente limitazione degli orizzonti esistenziali. Da questa originaria sensazione è scaturita la riflessione sulla forma del film, che ho pensato potesse tradursi in un bianco e nero che potesse evidenziare meglio i contrasti, e dal formato in 4:3, che restituisse quella sensazione di “mancanza d’aria” che provavo nei confronti dei giovani protagonisti mentre li osservavo. Al mio sguardo su questa realtà s’intrecciano e si contrappongono quelli di Eric e di Alice, evidentemente diversi dal mio, sempre pronti a lasciarsi sorprendere e disponibili alla “ricostruzione”. E che ho deciso di formalizzare attraverso la scelta dialettica delle immagini a colori.

La distanza è stato comunque il concetto-guida di questo film-laboratorio».

 

SINOSSI: Il film, che affianca osservazione antropologica e indagine generazionale vede coinvolti studenti e docenti dell’Istituto “E. De Amicis” durante l’anno scolastico 2020/21, trascorso in alternanza fra presenza in classe e DAD a causa della pandemia da Covid-19. Ne sono protagonisti Eric Alice che, insieme ai loro compagni di terza media, vivono il cruciale passaggio dall’infanzia all’adolescenza tra libertà mutilate e restrizioni sempre più dure, tra un passato gravoso e un futuro indecifrabile. Le loro storie sono accomunate da una complessa situazione esistenziale e s’innervano su un territorio situato nel profondo Sud dell’Italia e dell’Europa. Uno spazio simbolicamente di confine e insieme d’avanguardia per gli effetti del cambiamento climatico in atto.

 

 

Recensione di Catello Masullo: “Cosa verrà” è il risultato di un progetto (“Un futuro senza plastica: una scuola Plastic free”) che ha avuto come obiettivo la sensibilizzazione sulla tematica ambientale delle fasce più giovani della popolazione e in particolare sull’uso corretto dei rifiuti plastici. Questione che rappresenta una criticità di un’area già profondamente segnata dall’insediamento del polo industriale Petrolchimico di Priolo-Gargallo. Il documentario è scritto, diretto, montato e co-prodotto da Francesco Crispino insieme all’Istituto comprensivo statale E. De Amicis di Floridia (Siracusa) con il supporto di MIUR e MIC. È stato proposto, nel quadro della Festa del Cinema di Roma, dalla XX edizione di Alice nella città, diretta da Gianluca Giannelli e Fabia Bettini e organizzata dall’Associazione Culturale PlayTown Roma, con il sostegno della Direzione Generale Cinema del MiC, della Regione Lazio, del Comune di Roma in collaborazione con la Fondazione Cinema per Roma e Auditorium della Conciliazione. Una sezione parallela e autonoma della Festa del Cinema, che vanta 20 edizioni, contro le 17 della Festa, e che ha guadagnato nel tempo sempre maggiore stima, considerazione e successo, in ragione della qualità della selezione. Giannelli, che è venuto a presentare il film in occasione della proiezione al Maxxi, ha esordito dicendo che Alice tiene molto a questo lavoro di Francesco Crispino, il quale collabora da sempre con il Festival, sottolineando come la edizione 2022 si è aperto con “Il Cerchio”, con soggetto in ambito scolastico, e si chiude con “Cosa Verrà”, di pari soggetto, anche se con sguardo diverso, a perfetta conclusione del Festival. La proiezione è stata accompagnata anche dal regista e dai due protagonisti in erba, Alice (trattandosi di Alice nella città, ci sarebbe da sottolineare che il caso fa bene le cose…) ed Erik, con il dirigente scolastico della scuola. Crispino costruisce un film potente, che sa toccare le corde dell’anima. Che racconta due anni scolastici a cavallo dei lockdown dovuti alla pandemia, i più duri e difficili, superati grazie ad un raro approccio di ascolto empatico e partecipato di una straordinaria classe insegnante e grazie ad una sorprendente resilienza dei ragazzi. E grazie ad attività che andrebbero diffuse in tutte le scuole, come i (terapeutici) laboratori teatrali.  La camera appare invisibile e trasparente. La verità e la spontaneità raccolta ne è testimonianza. Onore al merito del regista e della troupe ridottissima che è riuscita ad avere tutta la fiducia necessaria dai protagonisti. Un elegantissimo bianco e nero scolpisce con nettezza i contorni e le ombre, squarciato da lampi di colore solo per immagini della natura e del finale. Come dichiara il regista nelle sue note, la distanza è il concetto guida del film. La distanza imposta dalle norme anti-Covid19, che non è solo fisica, ma soprattutto psicologica. Con risultati devastanti soprattutto per gli adolescenti. Bellissimo e toccante che questa distanza sia di colpo azzerata nell’abbraccio tra un’insegnante e la sua Allieva Alice, in lacrime per la fine del ciclo scolastico e per aver appena ricevuto in regalo, personalizzato per ciascuno studente, un taccuino, con il proprio profilo, vergato a mano con auspici e raccomandazioni per il futuro. Bella la metafora dello zaino gravoso che ognuno si porta sulle spalle, relativamente al quale il più grave errore sarebbe pensare di portarlo da solo, oppure di scaricarlo sulle spalle del compagno di banco. Bella, infine, la frase che Erik pronuncia e che dà origine al titolo del film: “Ormai devo pensare al futuro, a cosa verrà”. Non ci poteva essere apertura di speranza più luminosa. Da non perdere, da diffondere in tutte le scuole.

Il film è dedicato a Salvatore Curreri.

Curiosità: una didascalia posta ad esergo finale del film ci informa che a Floridia, durante le riprese, è stata registrata una temperatura estiva di 49 gradi, la più alta di Europa.

 

Valutazione sintetica: 8