L’INNOCENT (Recensione di Catello Masullo)

L’INNOCENT (Recensione di Catello Masullo)

 

UN FILM DI LOUIS GARRELL

 

CAST

Michel Roschdy ZEM

Sylvie Anouk GRINBERG

Clémence Noémie MERLANT

Abel Louis GARREL Jean-Paul Jean-Claude PAUTOT

Crew

Regia Louis GARREL

Produzione Anne-Dominique TOUSSAINT

Sceneggiatura Louis GARREL e Tanguy VIEL Con la collaborazione di Naïla GUIGUET

Colonna sonora originale Grégoire HETZEL

Fotografia Julien POUPARD (AFC)

Montaggio Pierre DESCHAMPS

Scenografia Jean RABASSE (ADC)

Suono – Montaggio del suono – Mix Laurent BENAÏM, Alexis MEYNET e Olivier GUILLAUME

Costumi Corinne BRUAND

Direttore di produzione Julien BRUN

Primo aiuto-regista Stéphane MANARANCHE

Segretaria di edizione Anaïs SERGEANT

Casting Julie ALLIONE

Direttore di post-produzione Cédric ETTOUATI

Coproduzione LES FILMS DES TOURNELLES in associazione con ARTE FRANCE CINÉMA, AUVERGNE-RHÔNE-ALPES CINÉMA, COFIMAGE 33, LA BANQUE POSTALE IMAGE 15 Con il supporto di LE CENTRE NATIONAL DU CINÉMA ET DE L’IMAGE ANIMÉE Con la partecipazione di ARTE FRANCE, CANAL+, CINÉ+, LA RÉGION AUVERGNERHONE-ALPES

 

SINOSSI: Quando Abel viene a sapere che la madre sessantenne, Sylvie, sta per sposare un uomo che si trova in carcere, perde la testa. Con l’aiuto della sua migliore amica, Clémence, farà di tutto per proteggerla. Ma l’incontro con Michel, il suo nuovo patrigno, potrebbe offrirgli una nuova prospettiva…

 

Recensione di Catello Masullo: Louis Garrell è al suo quarto film da regista. In questo film si discosta totalmente dall’inconfondibile stile autoriale, rigoroso ed anti spettacolare del padre Philippe. Costruisce un film molto divertente. Che ibrida i generi, dal film comico, alla commedia sofisticata, al noir al polar. Brillante, brioso, più volte sorprendente e buffo. Eccellente confezione, ottima direzione di attori molto capaci e performanti.  Da promuovere a pieni voti.   Curiosità, ho chiesto al regista: “Louis, non so se hai visto un film di qualche anno fa, intitolato Mr. Nobody del belga Jaco Van Dormael, in cui in un prossimo futuro all’ultimo mortale è stato chiesto come stava ai suoi tempi e lui ha detto una battuta impregnata del veleno che a volte esiste tra belgi e francesi: “il più delle volte non succedeva niente, come nei film francesi!”. Ne hai tenuto conto nel tuo film in cui metti, per contro, molte cose?”. La risposta di Louis Garrell: “uno mi ha detto che facciamo sempre lo stesso film. Non sono un teorico del cinema. Il naturalismo. Pialat è la più grande influenza nel cinema francese. Su tutto. Manca un po’ di leggerezza. Che non è il contrario di superficialità. Lo so che ho fatto pensando all’Italia sermone, per questo ho messo Gianna Nannini alla fine. Lei parla degli uomini come dei bambini. Un noir le cose teoriche sono adatte ai personaggi maschili e le cose pratiche a quelle femminili. Nel mio film è il contrario, per essere cresciuto con mia madre che era molto coraggiosa. Tutte le donne con le quali vivo sono donne coraggiose. E mi piaceva fare un film con donne coraggiose. Ho messo tante cose. Ho preso il rischio di essere divertente non volevo essere monotono. Carrière è un grande narratore. Io sono un narratore. Lui era ossessionato nello scrivere una scena che poteva sorprendere il pubblico. In Francia una bambina di 8 anni lo ha visto e non si è annoiata e voleva fare domande. Alternarne scene drammatiche con scene comiche e ridicole e scene noir. Faremo una serata dj per divertire. Truffaut parlava di cinema di evasione”. A questo punto non ho potuto resistere alla battuta, dato il contesto del film: “parlando di carcere, “evasione” sta bene…”. Ed ancora il Regista: “si, sta bene. Il film è pop non è d’autore, che la gente scappa. Non è un film di arte e di prove, come si dice in Francia. In Italia quando vedo un film italiano voglio vedere la cultura italiana. Se vedo un film italiano pieno di canzoni americane, mi fa schifo, Almodovar è pieno di canzoni spagnole, io ho messo molte canzoni francesi anni ’80. La madre ha un ottimismo da adolescente, forza vitale, e ascolta quelle canzoni. Come la verità. Che manda segno culturale che non è nobile. Identificazione automatica. Lo volevo così al primo grado sentimentale. La varietà francese mi ha aiutato.

 

Valutazione sintetica: 7.5/8