GRAZIE RAGAZZI (Recensione di Catello Masullo)

 

GRAZIE RAGAZZI (Recensione di Catello Masullo)

(sinossi e creditis da cinematografo.it)

GRAZIE RAGAZZI

Italia 2022

Sinossi: Di fronte alla mancanza di offerte di lavoro, Antonio, attore appassionato ma spesso disoccupato, accetta un lavoro offertogli da un vecchio amico e collega, assai più smaliziato di lui, come insegnante di un laboratorio teatrale all’interno di un istituto penitenziario. All’inizio titubante, scopre del talento nell’ improbabile compagnia di detenuti e questo riaccende in lui la passione e la voglia di fare teatro, al punto da convincere la severa direttrice del carcere a valicare le mura della prigione e mettere in scena la famosa commedia di Samuel Beckett “Aspettando Godot” su un vero palcoscenico teatrale. Giorno dopo giorno i detenuti si arrendono alla risolutezza di Antonio e si lasciano andare scoprendo il potere liberatorio dell’arte e la sua capacità di dare uno scopo e una speranza oltre l’attesa. Così quando arriva il definitivo via libera, inizia un tour trionfale.

Regia: Riccardo Milani

Attori: Antonio AlbaneseSonia BergamascoVinicio MarchioniFabrizio BentivoglioGiacomo FerraraGiorgio MontaniniAndrea LattanziNicola Rignanese

Sceneggiatura: Riccardo MilaniMichele Astori

Fotografia: Saverio Guarna

Montaggio: Patrizia CeresaniFrancesco Renda

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Tratto da: tratto dal film “Un triomphe” (Emmanuel Courcol, 2020)

Produzione: CARLO DEGLI ESPOSTI E NICOLA SERRA PER PALOMAR, MARIO GIANANI E LORENZO GANGAROSSA PER WILDSIDE, VISION DISTRIBUTION

Distribuzione: VISION DISTRIBUTION

Data uscita: 2023-01-12

NOTE

– PRODOTTO IN COLLABORAZIONE CON: SKY, PRIME VIDEO, TEODORA FILM. – IL FILM È LIBERAMENTE ISPIRATO ALLA VERA STORIA DI JAN JONSON. – IL TRAILER DEL FILM SI È AGGIUDICATO LA TARGA BOX OFFICE “MIGLIOR TRAILER” ALL’ULTIMA EDIZIONE DELLE GIORNATE PROFESSIONALI DI SORRENTO.

 

RECENSIONE DI CATELLO MASULLO: Riccardo Milani, dopo tanti film pensati, inventati e scritti da lui stesso, con i suoi fidi collaboratori, curiosamente è al secondo remake consecutivo. Dopo “Corro da te”, tratto dal film francese “Tout le Monde Debout”, di Frank Dubosc, del 2018, anche questo “Grazie Ragazzi” è tratto dal film “Un triomphe”, di Emmanuel Courcol,  del 2020, a sua volta tratto dalla storia vera dell’attore svedese Jan Jonson, che mise effettivamente in scena Beckett con un gruppo di detenuti. Milani si conferma come uno dei pochissimi registi viventi capaci di realizzare cinema popolare, che va incontro al grande pubblico, ma con altissima qualità cinematografica. I suoi film hanno un modo raro di raccontare semplicemente storie difficili. Film da cui emerge sempre una grande umanità ed una grande credibilità. Si riconosce da ogni fotogramma il “Milani Touch”, un marchio di fabbrica. Con scene da antologia, come il fulminante ed irresistibile  incipit con il doppiaggio di un film porno, oppure il passaggio del treno e l’atterraggio contemporaneo dell’aereo che si vedono (e si sentono) dalla finestra della catapecchia dove abita il protagonista a Ciampino. Oppure le intense emozioni che bucano lo schermo e si trasmettono, contagiose, in platea, all’uscita dal carcere da parte dei detenuti/attori. O Ancora la standing ovation sulle note di Vasco Rossi “Liberi di Volare”. Al solito, come in tutti i film di Milani, confezione eccellente, direzione degli attori che riesce ad avere da loro le migliori interpretazioni di sempre, su tutti un monumentale Antonio Albanese, al quarto film con Milani, campione indiscusso di linguaggio del corpo. Da non perdere.

Curiosità, ho chiesto al regista: “Riccardo, per la tournée teatrale avete scelto dei borghi suggestivi, dai titoli di cosa leggo Amelia, Collarmele, Velletri, sono questi i paesi dove avete girato? Quali le differenze con il film originale da cui è tratto?”. La risposta di Riccardo Milani: “la tournée stata una vera tournée. Mi ricordo che abbiamo visto tanti teatri, durante il 2021. Un po’ tutti in condizioni di grande difficoltà. In abbandono. In attesa di ricominciare. Mi ricordo che abbiamo dovuto sistemarli, anche i camerini. Ha avuto un peso emotivo. Entrandoci noi gli abbiamo dato vita. Sul finale, è diverso dalla storia che è realmente accaduta in Svezia nell’85, dove i detenuti non sono stati più trovati. Mi faceva soffrire. In un paese dove non c’è la certezza della pena, penso che sarebbe stato sbagliato raccontarlo così. Dare un segnale così. E poi fuori tempo, la storia vera è di 40 anni fa. È giusto che ci sia la certezza della pena, ma anche una opportunità, una possibilità per questi ragazzi”.

 

VALUTAZIONE SINTETICA: 8