LE VELE SCARLATTE (Recensione di Catello Masullo)

 

LE VELE SCARLATTE (Recensione di Catello Masullo)

(sinossi e creditis da cinematografo.it, WIKIPEDIA E ANTONIOGENNA.NET)

 

LE VELE SCARLATTE

L’envol

FRANCIA – ITALIA – GERMANIA 2021

Sinossi: Da qualche parte nel nord della Francia, Juliette cresce da sola con suo padre, Raphaël, un soldato sopravvissuto alla prima guerra mondiale. Appassionata di canto e musica, la ragazza solitaria incontra un mago un’estate che le promette che un giorno verranno delle vele scarlatte per portarla via dal suo villaggio. Juliette non smetterà mai di credere nella profezia.

Regia: Pietro Marcello

Attori: 

PERSONAGGI INTERPRETI DOPPIATORI
JULIETTE Juliette Jouan VALENTINA FAVAZZA
RAPHAEL Raphaël Thiéry DARIO OPPIDO
ADELINE Noémie Lvovsky FRANCA D’AMATO
JEAN Louis Garrel LORENZO DE ANGELIS
YOLANDE la maga Yolande Moreau DORIANA CHIERICI
FERNAND François Négret MASSIMO DE AMBROSIS
CARMEL Natascha Wiese  
RENAUD Ernst Umhauer  
COMPAGNA DI RENAUD Lolita Chammah  
MAESTRO D’OPERA Bernard Blancan LUCA BIAGINI
VENDITORE DI GIOCATTOLI Rémy Roubakha LUIGI FERRARO

Soggetto: Aleksandr Grin – romanzo

Sceneggiatura: Pietro MarcelloMaurizio BraucciMaud AmelineGeneviève Brisac

Fotografia: Marco Graziaplena

Musiche: Gabriel Yared

Montaggio: Andrea Maguolo

Scenografia: Christian Marti

Costumi: Pascaline Chavanne

Altri titoli: Scarlet, Volo

Durata: 99′

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: liberamente ispirato al romanzo “Le vele scarlatte” di Aleksandr Grin (ed. Editori Riuniti)

Produzione: CHARLES GILLIBERT PER CG CINÉMA, AVVENTUROSA, ARTE FRANCE CINÉMA, CON RAI CINEMA

Distribuzione: 01 DISTRIBUTION

Data uscita: 2023-01-12

NOTE

– REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO DELLA CULTURA. – FILM D’APERTURA DELLA 54. QUINZAINE DES RÉALISATEURS (CANNES,2022).

 

RECENSIONE DI CATELLO MASULLO: Pietro Marcello durante il covid è rimasto due anni in Francia. Dove ha incontrato produttori illuminati. In particolare Charles Gillibert, che gli ha proposto un racconto breve, “Le vele scarlatte” di Aleksandr Grin, da cui trarre un film. Si è trattato di un istant movie. Detto fatto.  Il talento di Marcello si fa strada anche oltre le Alpi. E la frase dal romanzo, “I veri miracoli si possono compiere con le proprie mani”, posta ad esergo iniziale del film sembra dimostrarlo. Un film di grande impatto, visivo, emozionale, filosofico. E di grande fascino. Sensuale come mai prima nei film di Pietro Marcello. Un film di intensa poesia, dove si respira l’impeto di libertà della emancipazione femminile, ed umana in generale, dalle oppressioni dei “benpensanti” e dei violenti seriali (anche per discendenza). La straordinaria giovane protagonista, Juliette Jouan è al suo esordio assoluto. Ha solo risposto ad un annuncio di ricerca di una ragazza ventenne che avesse qualche dimestichezza con la musica. “Il peggiore self-tape che ho ricevuto”, ha confessato Pietro Marcello, che l’ha scelta subito per l’aria annoiata di chi non aveva nessuna voglia di mettersi in mostra. Più complicata è stata la ricerca del padre, cui ha dato corpo uno straordinario Raphaël Thiéry, un viso segnato dal tempo e dalle intemperie che è un paesaggio tutto da esplorare, ed una chimica immediata ed esplosiva con Juliette Jouan, favorita dal fatto che nella vita reale ha una figlia che si chiama proprio Juliette. Il film è impreziosito da materiale di repertorio raro, colorizzato per l’occasione, come spesso avviene nei film di Marcello, che si sente profondamente archivista. E dalla magia di camei fulminanti, come quello di Yolande Moreau. Anche la poesia ‘L’Hirondelle’ dell’anarchica Louise Michel, posta ad esergo finale, è arrivata per caso, da un libro trovato nella casa di campagna dove è stato girato il film. Il caso fa bene le cose. Confezione eccellente, con un montaggio sonoro superlativo ed una pasta di colore che solo la tradizionale pellicola sa donare. Attori francesi meravigliosi e meravigliosamente diretti. Da non perdere.  

Curiosità, ho chiesto al regista: “Pietro, una domanda ed una curiosità. La domanda sulle scelte stilistiche nella ricerca di immagini che ricordano nelle inquadrature ed in alcuni volti il cinema muto, conferendo un particolare fascino vintage. Ed anche se ci dici qualcosa sulla ricerca della poesia e della magia anche nelle musiche e nelle belle canzoni originali scritte per il film. La curiosità, ho letto nei titoli di coda il nome del mio amico Jaques Goyard a proposito della colorizzazione degli archivi, che ruolo ha avuto esattamente?”. Questa la risposta di Pietro Marcello: “questo film non ha grande repertorio rispetto agli altri. Il mio metodo è sempre lo stesso. Sono la persona meno adatta per l’estetica. Produco sempre gli stessi film. Ho fatto di tutto per fare un film non francese. Ma il film è francese. Per i paesaggi non è diverso da quelli che ho fatto. Sono stato anche direttore della fotografia. Per me l’estetica è l’ultimo dei problemi, dialogo direttamente con gli attori stando in macchina. Ho anche avuto un direttore della fotografia straordinario. La colorizzazione ha avuto parecchi progetti. Continuo a girare in pellicola”.

 

VALUTAZIONE SINTETICA: 8