EVENTI INTENSI E CAMBIAMENTI CLIMATICI

 

ROME 2015 SCIENCE SYMPOSIUM ON CLIMATE

EVENTI INTENSI E CAMBIAMENTI CLIMATICI

  1. Masullo1

1 Chairman and C.E.O. HYDROARCH S.R.L., Largo Somalia, 13 Rome – Italy

2 Lecturer of Hydraulic Systems Management, Faculty of Engineering, University of Rome 3 –

Italy

 

There is no scientific evidence that will determine the links of cause and effect of climate change with the hydrogeological.

The areas at risk of alluvion are always the same, but increase more and more areas at risk of flooding. An area in danger of flooding, if no settlements of people or things, is risk-free. The risk exists, if there is someone or something that can be affected. So rather than climate change, it is scientifically correct to talk about changes in the hydrological response of the basin, because of human action that waterproofs the territories more and more.

So the “climate change” have no effect on extreme events. The Italian absolute record in terms of extreme hydro-meteorological events, still unbeaten, do not refer to recent years. Increasingly, however, the media talk of exceptional weather events, using phrases and neologisms as “water bomb”, “tropicalization climate”, “climate change”, “rains never seen before”, and the like. But the analyzes carried out show that no such climatic factors to justify these trends, as the complex of man-made changes. Several studies on rainfall and hydrological disasters demonstrate the general downward trend in rainfall and intensity of rain, while disasters are increasing due to the use of the territory with the growing use of areas with significant hydro-geological hazards. In Italy, in fact, they are decades that you consume on average 75 hectares of land per day. The growing waterproofing of the soils greatly reduces the power of retention, infiltration and evapotranspiration of soil, and totally reduce the flow coefficients. We should assess the effects of policy area planning risks and design alternatives to combat risk with positive or negative effects. Knowledge serve to illustrate to community risk scenarios and then to consider what happens if we do nothing or if we implement policies of land use planning. You can get to the planning of acceptable risk, for sustainable development. We need to assess the vulnerability of settlements to natural disasters and increase ability to react.

Keywords: rain, intense, climate, change, instability

References

  1. Masullo C.(2013), Dal dissesto ideologico al dissesto idrogeologico, in Il parere dell’ingegnere 19 del 30/10/ 2013. (http://www.ilpareredellingegnere.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3633 )

 

 

Non ci sono evidenze scientifiche che portino a stabilire nessi di causa ed effetto dei cambiamenti climatici con il dissesto idrogeologico.

Le aree a pericolo di alluvioni sono sempre le stesse, ma aumentano sempre di più le aree a rischio di alluvione. Un’area a pericolo di alluvione, se non ha insediamenti di persone o cose, è a rischio zero. Il rischio esiste, se c’è qualcuno o qualcosa che ne può essere affetto. Quindi più che di cambiamenti climatici, è corretto scientificamente parlare di cambiamenti della risposta idrologica dei bacini, a causa della azione antropica che ne impermeabilizza i territori sempre di più.

Quindi i “cambiamenti climatici” non hanno effetto sugli eventi estremi. I record assoluti italiani in termini di eventi idro-meteorologici estremi, tutt’ora imbattuti, non si riferiscono agli ultimi anni. Sempre più spesso, invece, i media parlano di eccezionalità degli eventi meteorologici, usando locuzioni e neologismi come  “bomba d’acqua”, “tropicalizzazione del clima”, “cambiamenti climatici”, “piogge mai viste prima”, e simili. Ma le analisi effettuate evidenziano che non sono tanto i fattori climatici a giustificare tali tendenze, quanto il complesso delle modificazioni antropiche. Diversi studi su piogge e calamità idrogeologiche dimostrano la generale tendenza al calo della piovosità e dell’intensità di pioggia, mentre sono in aumento le calamità a causa dell’uso del territorio con crescente utilizzo di aree a non trascurabile pericolosità idrogeologica. In Italia, infatti, sono decenni che si consumano in media 75 ettari di terreno al giorno. La crescente impermeabilizzazione dei terreni riduce fortemente il potere di trattenuta, di infiltrazione ed evapotraspirazione dei suoli, ed altera totalmente i coefficienti di deflusso. Occorre valutare gli effetti delle politiche pianificatorie sui rischi e le alternative progettuali di contrasto al rischio con effetti positivi o negativi. Le conoscenze servono ad illustrare alle comunità gli scenari di rischio, per poi valutare cosa succede se non facciamo nulla o se attuiamo politiche di pianificazione dell’uso del suolo. Si può arrivare alla pianificazione del rischio accettabile, per uno sviluppo sostenibile. Dobbiamo valutare la vulnerabilità degli insediamenti agli eventi calamitosi ed aumentare la capacità di reagire.

Keywords: piogge, intense, clima, cambiamenti, dissesto

 

References

  1. Masullo C.(2013), Dal dissesto ideologico al dissesto idrogeologico, in Il parere dell’ingegnere 19 del 30/10/ 2103. (http://www.ilpareredellingegnere.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3633 )