I fisici USA si ravvedono: il riscaldamento globale non è antropogenico, di Roberto Vacca, 28/01/2010

I fisici USA si ravvedono: il riscaldamento globale non è antropogenico,

di Roberto Vacca, 28/01/2010

Recentemente i rovinografi che vaticinano un forte ed esiziale riscaldamento globale causato dall’uomo, sono stati presi con le mani nel sacco. A novembre 2009 uno hacker ha pubblicato una lunga serie di e-mail che P. Jones (Climatic Research Unit britannico) e M.E. Mann (Penn State University). si scambiavano negli ultimi anni in cui discutevano trucchi statistici per negare l’esistenza del periodo caldo medioevale e della piccola era glaciale (dal XV al XVIII secolo) e nascondere misure recenti di temperature calanti che contraddicevano i drammatici aumenti menzionati nei loro articoli. Si accordavano anche su come evitare che note riviste scientifiche pubblicassero lavori di scienziati che non condividevano la loro fede nell’esistenza di un surriscaldamento antropogenico dell’atmosfera.

L’Istituto russo di Analisi Economiche ai primi di dicembre 2009 (v. “Rionovosta” su Google) ha denunciato che il Centro Hadley sui Cambiamenti Climatici, facente parte dell’Ufficio Meteo Britannico a Exeter, ha eliminato dalle sue basi dati fra il 60% e il 75% dei rilevamenti ricevuti dalle stazioni meteo russe. Secondo l’Istituto russo, il Centro Hadley avrebbe eliminato i dati che non indicavano aumenti di temperatura, riportando solo quelli provenienti da grandi zone cittadine influenzate da riscaldamento urbano.

Il 20 dicembre 2009 il Daily Telegraph di Londra ha pubblicato un servizio sulla fortuna accumulata da Rajendra Pachauri, presidente dell’IPCC, mediante  i suoi traffici con le aziende attive nel carbon trading, il commercio di crediti e permessi per l’emissione di anidride carbonica. Ironia della sorte: i catastrofisti climatici hanno accusato (senza mai addurre prove) scienziati critici delle loro posizioni di essere pagati dai petrolieri; invece proprio Pachauri, il loro capo, è stato direttore di India Oil, la più grossa azienda indiana, e della National Thermal Power Generating Company. Pachauri è stato descritto come un guru del clima – invece è ingegnere ferroviario e ha una laurea in economia. Dal 2001 dirige il Tata Energy Research Institute (TERI) creato dal Gruppo Tata che produce acciaio, auto, energia, telecomunicazioni e ha comprato fra l’altro Jaguar e Land Rover. TERI ha una filiale a Washington che conduce attività di lobbying su questioni di energia e ambiente, ha ottenuto contratti per rimettere a posto i disastri lasciati da Saddam durante l’invasione del Kuweit. TERI Europe gestisce un progetto sulle bio-energie, finanziato dall’Unione Europea. La TERI non pubblica bilanci – le entrate di Pachauri sono segrete.

La Tata è attiva nel carbon trading. Pachauri ha incarichi anche da altri enti e aziende che possono trarre benefici dalle misure invocate dall’IPCC. Fra questi: ONU, Siderian (finanziaria californiana specializzata in tecnologie sostenibili), Credit Suisse, Rockefeller Foundation, Pegasus (fondi di investimento), Nordic Glitnir Bank, Indochina Sustainable Infrastructure Fund, Climate and Energy Institute dell’Università di Yale, Comitato di Consulenza Economica per il Presidente del Consiglio dei ministri indiano, Deutsche Bank, Istituto Giapponese per le Strategie Ambientali Globali, SNCF (Ferrovie dello Stato francesi). Chi è interessato, potrebbe andare a lezione di Conflitto di Interessi.

La American Physical Society (APS) nel novembre 2007 aveva affermato: “L’emissione di gas serra dovuti ad attività umane modificano l’atmosfera e il clima terrestre. Le prove sono incontrovertibili. Il riscaldamento globale è in corso. La APS sollecita governi, università, laboratori ad appoggiare misure per ridurre l’emissione di gas serra.” Ora membri autorevoli dell’APS hanno proposto di rivedere quella dichiarazione riconoscendo che “… misure e ricostruzioni di temperature terrestri indicano che quelle del XX e XXI secolo non sono eccezionali né persistenti, che i dati storici e geologici mostrano che in periodi passati le temperature erano maggiori delle attuali. Inoltre la letteratura scientifica dimostra gli effetti benefici di un aumento dell’anidride carbonica sia per le piante, sia per gli animali.”

Questo ravvedimento dei fisici americani è tardivo. Erano disponibili da tempo grafici della temperatura atmosferica degli ultimi 11 millenni elaborati dalla NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration). Il grafico seguente mostra gli aumenti della temperatura ogni 1000 anni rilevati dai carotaggi di ghiaccio profondo nella Groenlandia centrale. La tabella riporta i valori più alti della velocità di crescita della temperatura: simili e in 2 casi doppi di quello di circa mezzo grado per secolo verificatosi negli ultimi due secoli.

 

 

 

Anni prima del presente Aumento medio temperatura °C/secolo
   1000     0,3
   3300     0,7
   7000     1,07
   8000     1,29

 

Il 22/12/2009 il mensile SPECTRUM dell’Institute of Electrical and Electronics Engineers ha pubblicato sulla conferenza di Copenhagen una corrispondenza allineata sulle posizioni convenzionali dei catastrofisti. Dopo poche ore pubblicava on line duri commenti critici mio e di altri.

Ora John Beddington, professore di scienze ambientali e capo dei consulenti scientifici del Governo inglese, ha condannato gli scienziati che, per non essere criticati, rifiutano di rendere noti i dati su cui basano le loro analisi. Ha ricordato che la critica è vitale per la scienza (va meditata, non soffocata) che previsioni e modelli matematici del clima sono affetti da grosse incertezze e quindi, le previsioni vanno diffuse come ipotesi e non come certezze.

Sono emersi, infatti, vari passi falsi dell’IPCC. Nel 2007 annunciò che i ghiacciai Imalaiani si scioglieranno nel 2035, citando un articolo divulgativo del 1999 su New Scientist che indicava la data del 2350. Ha stimato che i ghiacci artici spariranno nel 2020, ma la loro area è variabile e negli ultimi 2 anni è cresciuta. Ha dichiarato che il riscaldamento globale causa un aumento di uragani e inondazioni, citando un lavoro di R. Muir-Wood, il quale rettifica: “Mi hanno male interpretato e l’idea che le catastrofi causino danni maggiori a causa del cambiamento climatico è del tutto fuorviante.” Diedero credito a queste visioni distorte anche Miliband, ministro inglese di energia e ambiente, e il Primo Ministro Brown. Molti, come loro, sono ora in imbarazzo: la bolla del riscaldamento globale si sta finalmente sgonfiando.