I VINCITORI E I PREMIATI del 26° Festival CinemAmbiente

I VINCITORI E I PREMIATI
del 26° Festival CinemAmbiente
domenica 11 giugno 2023
Il 26° Festival CinemAmbiente, organizzato dal Museo Nazionale del Cinema e diretto da
Gaetano Capizzi, si conclude nella serata di oggi, domenica 11 giugno, con la cerimonia di
premiazione dei film vincitori, alle ore 19, al Museo Nazionale del Cinema – Mole
Antonelliana.
I film vincitori e una selezione degli altri titoli proposti nel cartellone di quest’anno sono
visibili gratuitamente online tramite il sito del Festival, www.festivalcinemambiente.it,
fino al 18 giugno, sulla piattaforma OpenDDB (capienza di 500 accessi per ciascun titolo).
PREMI
I premi attribuiti al termine della 26^ edizione del Festival sono:
➢Premio Asja Ambiente Italia per il miglior documentario della sezione internazionale,
di $ 5000, assegnato dalla giuria composta da Anne de Carbuccia, artista ambientale e
regista, Marco Gisotti, giornalista, docente di Teorie e linguaggi della comunicazione
scientifica all’Università di Tor Vergata, Nicole Gratovsky, antropologa, regista e produttrice,
Roberto Mastroianni, filosofo, curatore e critico d’arte, George Ovashvili, regista, a:
Lynx Man di Juha Suonpää (Finlandia/Estonia 2023, 80’52”)
con la seguente motivazione:
Per aver saputo restituire una sapiente sintesi di ricerca etnografica, narrazione poetica e qualità
estetica dando vita a un film capace di raccontare il rapporto cultura-natura, trascendenza-immanenza,
uomo-animale, rompendo la visione antropocentrica senza cedere a una retorica eccessivamente
romantica. Nello stesso tempo, il film restituisce in modo quasi realistico una cultura locale, quella
finlandese e artica, che concepisce la protezione della biodiversità e del patrimonio naturale come
compito esistenziale dell’individuo e delle comunità.
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Il film presenta così con stile intimistico simbolico un’immagine del rapporto con la natura presente
nella cultura e nella società europea capace di convivere con un mondo in grande trasformazione,
attraversato da conflitti e sommovimenti prodotti dalla crisi climatica, energetica in corso.
La giuria ha inoltre assegnato una menzione speciale a:
Nuclear Nomads di Kilian Armando Friedrich & Tizian Stromp Zargari (Germania 2023, 73’)
con la seguente motivazione:
Per aver saputo mettere al centro della propria narrazione il tema dell’energia, indagando le
conseguenze nell’organizzazione sociale di uno sviluppo industriale e di sfruttamento delle risorse non
sostenibile. Il film racconta in modo iconico la riorganizzazione delle vite individuali e comunitarie
attorno al nucleare portando all’attenzione un tema poco conosciuto ma di grande impatto sul mondo
del lavoro e sulla quotidianità.
➢ Premio Terna per il miglior cortometraggio della sezione internazionale, di $ 1500,
assegnato dalla giuria composta da Andrea Gatopoulos, regista, Monica Goti, program
manager del Trieste Film Festival, e Luca Vicini (Vicio), musicista, a:
Zug Island di Nicolas Lachapelle Plamondon (Canada 2022, 22’)
con la seguente motivazione:
Nel cercare l’origine di un suono che sembra provenire da una grande oscurità, questo film si immerge
negli inferi di una comunità distrutta dall’industrializzazione, portandoci nelle fauci marce della
devastazione capitalista, dove i pochi esseri umani rimasti a vivere sembrano – e forse sono – i
protagonisti di una narrazione distopica. Il regista si immerge senza compromessi in questa realtà,
facendoci vivere sulla nostra pelle presagi di un possibile futuro spietato e realizzando così un film di
grande portata ideologica e documentaristica.
La giuria ha inoltre assegnato menzioni speciali a:
Holy Cowboys di Varun Chopra (India/USA 2022, 24’17”)
con la seguente motivazione:
Per il coraggioso messaggio politico. Il regista ci risveglia, documentando in maniera dura, cruda ma
doverosa una realtà contraddittoria, estrema, ipocrita e in preda ad un flusso di atti di odio e
intolleranza, che alla fine non sono unicamente religiosi. Un film importante che ci ricorda quanto il
cinema svolga anche un ruolo di stimolo ad un pensiero critico risvegliando in noi consapevolezza. La
società rappresentata in Holy Cowboys raffigura in qualche modo tutte le società: il confine tra il bene
e il male è sottile e universale e il rischio di cadere dalla parte sbagliata è costante e comune.
Siamo tutti, potenzialmente, dei “guardiani di simboli sacri” e quindi facili prede di fondamentalismi.
e a:
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Stromy a my (Trees and Us) di Tereza Motýlová (Repubblica Ceca 2022, 11’)
con la seguente motivazione:
Del film sono sicuramente apprezzabili idea, sceneggiatura e regia, quest’ultima davvero notevole. La
menzione, però, va principalmente al sound design e al commento sonoro, tra minimalismo ed
elettronica organica, partiture che sembrano suonate direttamente dagli oggetti animati.
➢ Premio IREN del pubblico, di $ 1500, assegnato dagli spettatori del Festival al miglior
documentario in gara nel Concorso documentari, a:
Le Système Total, anatomie d’une multinationale de l’énergie di Jean-Robert Viallet
(Francia 2022, 92’)
➢Premio Casacomune, istituito dal Festival e da Casacomune scuola e azioni, assegnato
al film o all’autore che meglio sia stato in grado di riflettere temi legati alla spiritualità
intesa come dimensione strettamente legata alla natura di cui facciamo parte, a:
Nicole e Alexander Gratovsky, autori di I, Beast
➢ Premio Ambiente e Società, istituito dal Festival e dalla Cooperativa Sociale
Arcobaleno, per il film, scelto dai lavoratori e dalle lavoratrici della Cooperativa, che
meglio abbia saputo coniugare i temi ambientali e la dimensione sociale, assegnato a:
Breaking Social di Fredrik Gertten (Cile/Svezia 2023, 93’)
con la seguente motivazione:
Un film che rende evidente la connessione tra la questione ambientale e l’etica dell’economia invitando lo
spettatore ad interrogarsi su quale sia la direzione del nesso causale che le lega tra loro; al contempo ci
ricorda che ecologia è parola che esprime tutto il suo potenziale solo se la si coniuga in termini di giustizia
sociale, giustizia economica e giustizia ambientale. Condividiamo e raccogliamo l’invito a credere che la
speranza sia racchiusa nei gesti quotidiani di ognuno di noi.
Riconoscimenti speciali:
➢Premio Stella della Mole green, istituito dal Museo Nazionale del Cinema in occasione
del Festival CinemAmbiente, per un artista che attraverso il linguaggio cinematografico
declini nella sua opera temi legati all’ambiente e alla natura, assegnato a Victor
Kossakovsky.
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➢ Premio Ciak verde, istituito dal Festival e da SMAT, per una figura del mondo del
cinema e dello spettacolo italiano impegnata nella difesa dell’ambiente che metta a
disposizione la propria immagine e capacità comunicativa per sensibilizzare il pubblico
sulla gravità dell’attuale crisi ambientale, assegnato a Andrea Pennacchi.
➢ Premio letterario Le Ghiande di Cinemambiente, istituito dal Festival, conferito ad
autrici o ad autori che abbiano fatto dell’ecologia in senso ampio un elemento essenziale
della propria produzione, o abbiano espresso nel proprio percorso artistico un rapporto
profondo e originale con l’ambiente, il paesaggio e la natura, assegnato a Claudio Morandini
con la seguente motivazione:
Nei suoi romanzi, che spaziano dal gotico al giallo, l’ambiente non è uno sfondo, ma un personaggio a tutto
tondo. È presenza perturbante con una volontà tutta sua che si mescola e intralcia e scompagina le
intenzioni degli umani. Sono pietre che si moltiplicano nel salotto di casa e ghiacci che rivelano tracce di
delitti, animali sornioni, oggetti animati e paesaggi inquieti. In mezzo, noi: esseri umani spiazzati da nuove
e strane intimità. È questa frizione l’immagine più adatta a descrivere l’Antropocene, l’epoca geologica che
porta il nostro nome, ma che marca il passaggio dall’illusione della centralità umana allo spaesamento di
fronte a un pianeta che sbatte la coda e si riprende la scena. Morandini ha fatto parlare umani e non umani,
mettendoli a confronto e spesso in conflitto, in situazioni familiari eppure imprevedibili, e sempre con
un’ironia, una leggerezza e un’originalità rare nell’orizzonte italiano.
SINOSSI E BIOGRAFIE DEI PREMIATI
Lynx Man di Juha Suonpää (Finlandia/Estonia 2023, 80’52”)
Barba folta e sguardo indagatore, il pensionato finlandese Hannu si è esiliato dalla società civile e vive
nei boschi a stretto contatto con la natura e gli animali. In particolare, attraverso l’installazione di
videocamere a circuito chiuso, Hannu è riuscito a creare un sistema di monitoraggio della vita delle sue
amate linci, il cui habitat rischia di essere compromesso dall’attività antropica. Attraverso l’alternanza
di riprese dal vivo a colori e immagini di sorveglianza in bianco e nero, il racconto si trasforma quasi in
un viaggio ipnotico dai forti connotati onirici mentre i pensieri di Hannu, esposti davanti alla macchina
da presa, testimoniano la necessità di ritrovare quell’armonia tra uomo e natura che sembra ormai
irrimediabilmente perduta.
Juha Suonpää, fotografo e regista finlandese, è professore a contratto di Fotografia artistica, ambientale, naturalistica
e di cultura visuale presso l’Università di Scienze applicate di Tampere. Le sue opere fotografiche, accompagnate in gran
parte da pubblicazioni monografiche, sono conosciute a livello internazionale. Dopo Vuores (2000), nel 2013 realizza il
lungometraggio documentario Wolfman, la storia di un uomo che vive a stretto contatto con i lupi.
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Zug Island di Nicolas Lachapelle Plamondon (Canada 2022, 22’)
Dal complesso produttivo di Zug Island, situato al confine tra Usa e Canada, proviene un misterioso
ronzio conosciuto come “Windsor Hum”. Alla ricerca della fonte di questa strana emissione acustica,
un tecnico del suono si mette in viaggio e incontra diverse persone costrette a fare i conti con decenni
d’incontrollata devastazione industriale. Un’indagine sul tema dell’ecocidio perpetrato in epoca di
capitalismo selvaggio e condotta con un linguaggio che coniuga quello del cinema-verità, del
documentario investigativo e del saggio poetico.
Nicolas Lachapelle Plamondon, regista, sceneggiatore e direttore della fotografia canadese, studia cinema a Montreal.
Inizia la sua carriera con documentari che esplorano la relazione fisica e metafisica fra la popolazione e i paesaggi del
Québec, tra i quali spicca Lights above Water del 2016. Nel 2021 realizza il premiato audiodocumentario Par-delà la
138, registrazione di un’escursione nella natura selvaggia del Lower North Shore.
Le Système Total, anatomie d’une multinationale de l’énergie di Jean-Robert Viallet (Francia
2022, 92’)
Nel 2021 la TOTAL, una delle cinque maggiori compagnie petrolifere del mondo, cambia il suo
nome in TotalEnergies e annuncia un nuovo progetto imprenditoriale orientato verso la
transizione energetica, suscitando così una diffusa perplessità. Numerose interviste a scienziati e
ricercatori dimostrano, tuttavia, la scarsa attendibilità di questo cambiamento, come manifestano
anche le attività che il colosso industriale svolge in diverse parti del mondo come il Texas, l’Uganda
o il Golfo del Messico. Inoltre, a fungere da contrappunto alle opinioni di esperti e analisti c’è
l’attività di uomini e donne che si battono contro le menzogne della multinazionale e a favore dei
diritti dei cittadini e della protezione dell’ambiente: uno sforzo che sembra sempre più
assomigliare a un aggiornamento della lotta tra Davide e Golia.
Jean-Robert Viallet, regista e giornalista francese, esplora temi di rilevanza politica e sociale come povertà,
immigrazione, traffico d’armi e problemi ambientali. Nel 2010 vince il premio Albert Londres per la serie documentaria
La Mise à mort du travail. Tra i suoi film ricordiamo Breakpoint. A Counter-history of Progress (2018), in concorso al 22°
CinemAmbiente, L’Homme a mangé la terre (2019), sulla dissipazione delle risorse naturali, e Des Hommes (2019),
sull’istituzione carceraria.
Alexander e Nicole Gratovsky, antropologi, ricercatori, registi e sceneggiatori russi, sono i fondatori
del centro internazionale Dolphin Embassy e di White Hole – Institute of Curiosities. Ideatori, inoltre,
di NOW Assembly, iniziativa finalizzata al confronto su temi, idee e scoperte riguardanti l’umanità nel
suo insieme, sono autori di diversi libri sull’interazione uomo-delfino e su programmi trasformativi
riguardanti il rapporto uomo-natura. Nel 2014 realizzano il documentario My Pilot, Whale (2014),
seguito da Intraterrestrial. A Fleeting Contact (2017) e Revelation of Jonah (2020) entrambi presentati
rispettivamente alla 20^ e 23^ edizione di CinemAmbiente.
I, Beast di Nicole & Alexander Gratovsky (Georgia/Spagna 2023, 53’)
«Quando entri nel Labirinto, la Bestia appare al centro. Cambia ad ogni tuo agire. Al momento dell’incontro, le attribuisci
una parola, una definizione che lei incarnerà. Non esistono deviazioni nel Labirinto. Tutti si ritrovano al centro e
l’incontro con la Bestia è inevitabile, poiché è lei la somma del Sentiero e del Guardiano della Porta. Tutti cercano di
trovare l’uscita dal Labirinto, ma per farlo bisogna superare la Bestia».
La storia eterna di Teseo e del Minotauro, dell’Uomo e della Bestia. Suggestivo film-parabola in cui persone provenienti
da venti Paesi diversi sono invitate a costruire e percorrere il Labirinto, lo strumento più antico per comprendere il
percorso della vita, al centro del quale ognuno di noi attende l’inevitabile incontro e la conseguente scelta tra il Bene e
il Male.
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Breaking Social di Fredrik Gertten (Cile/Svezia 2023, 93’)
Un’indagine che analizza i modelli della cosiddetta plutocrazia globale fondata sull’estrattivismo,
ovvero l’accaparramento indiscriminato delle risorse naturali che causa danni irreversibili
all’ecosistema, e sui profitti accumulati spesso illegalmente e protetti tra le mura invalicabili dei
paradisi fiscali. L’affilato sguardo di alcuni giornalisti investigativi mostra come un piccolo nucleo di
plutocrati abbia preso il controllo del mondo, demolendo i principi su cui si basa il contratto sociale.
Malgrado ciò il documentario travalica il mero cinismo o le derive pessimiste, raccontando anche come
la rabbia e la frustrazione, dinanzi a un’evidente ingiustizia, possano essere incanalate per realizzare
un vero cambiamento e cercare di dare vita a una società autenticamente migliore.
Fredrik Gertten, regista pluripremiato, sceneggiatore e produttore svedese. Molti dei suoi lavori sviluppano temi locali
in questioni di risonanza globale. Ricordiamo Bananas!* (2009), Big Boys Gone Bananas!* (2011), Bikes vs Cars (2015),
vincitore del concorso internazionale del 18° CinemAmbiente, Push (2019). Fondatore della casa di produzione WG
Films, nel 2017 viene insignito di una onorificenza da parte della Facoltà di Cultura e Spettacolo dell’Università di Malmö.
Victor Kossakovsky (San Pietroburgo, 1961) nel 1978 inizia a lavorare agli Studi del Documentario di
Leningrado come assistente alla regia e montatore per poi diplomarsi ai Corsi Superiori di Regia e
Sceneggiatura di Mosca. Conquista l’attenzione della critica internazionale con Belovy (1994) seguito
da Pavel e Lyalya (1999), Tishe! (2003) e Svyato (2005). Nel tempo sviluppa un peculiare sguardo sulla
contemporaneità e la sua relazione con la natura, ben espresso nei film ¡Vivan las antipodas! (2011),
Aquarela (2018) e Gunda, tutti presentati e pluripremiati nei principali festival internazionali.
Andrea Pennacchi (Padova, 1969), attore di teatro di grande carisma, al cinema ha iniziato recitando
la parte di Sandro in Io sono Li di Andrea Segre. Per Carlo Mazzacurati ha recitato ne La sedia della
felicità. Altre sue apparizioni sono in Leoni, Suburra e Il colore nascosto delle cose di Silvio Soldini. Per
la televisione, oltre ad essere stato il Ragionier Galli ne Il paradiso delle signore, ha lavorato in L’Oriana,
Grand Hotel, Non Uccidere 2, Don Matteo, A un passo dal Cielo e, nel ruolo di protagonista, in Pluto, di
Renzo Carbonera. È al fianco di Paola Cortellesi nella serie Sky “Petra”. Il venerdì è ospite fisso del
programma Propaganda live, su La7, che ha reso celebre il suo personaggio “Il Pojana”.
Claudio Morandini è nato ad Aosta nel 1960. Dal 2006, dopo anni di radiocommedie, si dedica al
romanzo (da ricordare, tra i primi titoli, Le larve, 2008; Rapsodia su un solo tema, 2010) e ai racconti,
ospitati su numerose riviste e in antologie. Ha scritto letteratura per ragazzi (Le maschere di Pocacosa,
2018), ha raccontato insolite storie di montagna (Neve, cane, piede, premio Procida – Isola di Arturo –
Elsa Morante 2016; Le pietre, 2017; Gli oscillanti, 2019), ha esplorato i confini tra reale e fantastico e
sperimentato il connubio tra forme e generi differenti (A gran giornate, 2012; Catalogo dei silenzi e
delle attese, 2022). I suoi libri sono tradotti in diverse lingue.