PETER VON KANT (Recensione di Catello Masullo)

  • PETER VON KANT (Recensione di Catello Masullo)

(credits e sinossi da cinematografo.it e AntonioGenna.net)

 

  • PETER VON KANT

FRANCIA 2021

Sinossi: Peter von Kant è un regista di successo che vive da solo col suo assistente Karl, sul quale esercita un dominio assoluto. La famosa attrice Sidonie, sua amica e musa ispiratrice, gli fa conoscere il bellissimo Amir, un giovane di umili origini e senza prospettive. Peter se ne innamora e proponendogli di trasferirsi da lui con la promessa di un futuro di successo nel cinema. Inizia così una relazione che diventa ben presto fonte d’immensa sofferenza per Peter, i cui sentimenti vengono maltrattati dal giovane, nel frattempo rivelatosi un approfittatore cinico e superficiale.

Regia: François Ozon

Attori: 

PERSONAGGI INTERPRETI DOPPIATORI
PETER VON KANT Denis Ménochet ALBERTO BOGNANNI
SIDONIE VON GRASSENABB Isabelle Adjani CHIARA COLIZZI
AMIR BEN SALEM Khalil Ben Gharbia STEFANO BROCCOLETTI
ROSEMARIE Hanna Schygulla ANNA MELATO
GABY Aminthe Audiard LAURA PETRONE
KARL Stefan Crepon ——————–

Sceneggiatura: François Ozon

Fotografia: Manuel Dacosse

Musiche: Clément Ducol

Montaggio: Laure Gardette

Scenografia: Katia Wyszkop

Costumi: Pascaline Chavanne

Suono: Julien Roig

Durata: 85’

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: libero adattamento del film “La lacrime amare di Petra von Kant” di Rainer Werner Fassbinder (1972)

Produzione: FRANÇOIS OZON PER FOZ SAS

Distribuzione: ACADEMY TWO

NOTE

– IN CONCORSO AL 72. FESTIVAL DI BERLINO (2022).

Recensione di Catello Masullo: “libero adattamento del film “La lacrime amare di Petra von Kant” di Rainer Werner Fassbinder (1972)”, recitano i flani. Che Francois Ozon fosse affascinato dall’universo di Fassbinder era risaputo, e, peraltro, testimoniato dalla precedente riduzione di altro celeberrimo dramma teatrale del regista tedesco, “Gocce d’ acqua su pietre roventi”, di 22 anni precedente. Con questa seconda trasposizione Ozon omaggia la cura estetica delle immagini e delle inquadrature del cinema di Fassbinder. Ne è esempio mirabile la rappresentazione di consistenza materica della concupiscenza dell’oggetto del desiderio nell’incontro tra il regista Peter ed il giovane Amir. Colpo di fulmine che trafigge Peter come lo era stato San Sebastiano, le cui raffigurazioni sono ben in vista. Ozon dissemina il suo film di citazioni/omaggi del suo mito cinematografico, come la versione tedesca di Each Man Kills the Thing He Loves, il celeberrimo brano interpretato da Jeanne Moreau nell’ultimo film di Fassbinder, Querelle (1982), qui riproposta da una stella del cinema di von Kant, Sidonie (una sempre fascinosa Isabelle Adjani). Ritroviamo, ancora, le dinamiche di potere  di quel cinema. Manca però l’ironia amara, carnale, proletaria e feroce di Fassbinder. Emerge, invece, l’ironia borghese di Ozon, quella che gli riesce meglio. Come negli impagabili sguardi attoniti di riprovazione e di gelosia, del servitore tutto fare Karl. L’esercizio filmico è comunque notevole. Interpretazioni stellari, di un cast in stato di grazia: Denis Ménochet strabordante nel ruolo von Kant/Fassbinder, miracolosa interpretazione di linguaggio del corpo di Stefan Crepon, tutta in sottrazione, totalmente convincente Khalil Ben Gharbia, luminoso l’ingresso in scena della inossidabile Hanna Schygulla, azzeccato recupero dal lontano originale, e, infine, una Isabelle Adjani che buca lo schermo ad ogni entrata, sino alla meravigliosa scena madre finale, in cui così sferza il suo regista :”Nei film sei sempre dalla parte del più debole. Ma nella vita è la legge del più forte. Grande cineasta, ma uomo di merda!”.

Valutazione sintetica: 8