Per Niente al Mondo (Recensione di Catello Masullo)

Per Niente al Mondo (Recensione di Catello Masullo)

(sinossi e credits da cinematografo.it)

 

  • PER NIENTE AL MONDO

ITALIA 2022

Sinossi: Bernardo è un uomo affascinante, di successo, pieno di amici, sempre alla frenetica ricerca della sua libertà. Per un brutto scherzo del destino un giorno tutto cambia e si ritrova di fronte a una scelta: accettare quello che è successo o diventare un altro, per riprendersi quello che la vita gli ha tolto. Una decisione dalla quale non potrà tornare indietro, per niente al mondo.

Regia: Ciro D’Emilio

Sceneggiatura: Ciro D’EmilioCosimo Calamini

Fotografia: Salvatore Landi

Musiche: Bruno Falanga

Montaggio: Gianluca Scarpa

Scenografia: Antonella Di Martino

Costumi: Veronica Fragola

Durata: 105

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: ANDREA CALBUCCI E MAURIZIO PIAZZA PER LUNGTA FILM, VISION DISTRIBUTION, IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA E SKY

Distribuzione: VISION DISTRIBUTION

Data uscita: 2022-09-15

NOTE

– REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO DELLA CULTURA.

– OPERA SECONDA DEL REGISTA CIRO D’EMILIO DOPO ‘UN GIORNO ALL’IMPROVVISO’ (2018).

IN  CONCORSO  AL 25° FESTIVAL “INVENTA UN FILM” LENOLA 2023

Recensione di Catello Masullo: Ciro D’Emilio conferma tutto il talento che gli è stato riconosciuto per la sua fulminante opera d’esordio, “Un Giorno all’Improvviso”, vincitore del Premio Cinema Giovane & Festival delle Opere Prime 2019. Facendo ancora un passo avanti nella sua ricerca della qualità cinematografica totale. Sempre nel solco della ricerca sul reale, costruisce sapientemente un film che fa della assoluta credibilità, di ogni inquadratura, di ogni scena, di ogni fotogramma, la sua bandiera. Rispetto alla sua opera prima, che era fondata sul tema della cura, in questo secondo film si concentra sul tema della fiducia. Meglio, sulla fiducia e sul riconoscimento del talento. I fatti diventano uno strumento narrativo per il bilancio di un’anima ed un tentativo di rinascita. Lo stile piega la forma, a differenza del film di esordio, qui lo spazio ed i luoghi assurgono a co-protagonisti. Lo spazio giudica e pregiudica e non riconosce il talento del protagonista. Ispirato a fatti realmente accaduti, il racconto procede alternando più piani temporali. Con ritmo e linguaggio incalzanti. Aggiungendo tessera dopo tessera ad un mosaico il cui svelamento progressivo avvince e convince con atmosfere da thriller. La verità del film si impone soprattutto grazie ad interpreti superlativi, nella cui direzione D’Emilio è un campione di razza. Nel suo film d’esordio portò Anna Foglietta a realizzare la sua migliore interpretazione di sempre. Si ripete, alla grande, in questa sua opera seconda, che segna, a sua volta, la migliore interpretazione di sempre di Guido Caprino. Potentissima la sua chimica con lo straordinario attore serbo Boris Isaković, già molto apprezzato in “Quo Vadis, Aida?”, e con la giovanissima ed insuperabile Irene Casagrande, nel ruolo della figlia del protagonista, Giuditta. Il film dimostra una assoluta padronanza del mezzo espressivo da parte del regista. La scena finale è un talentuoso unico piano sequenza di 7 minuti, che testimonia un impegno produttivo enorme. Elevatissima la cura dei particolari, come la costruzione del ristorante, realizzato con un palcoscenico con le luci basse, o la cucina, resa con luci fredde ed acide. Temi alti, come la mala giustizia, il libero arbitrio prima ancora della giustizia, la mortificazione della deontologia e del garantismo, fino a sfiorare l’analfabetismo iconico. Ingredienti di un racconto intimo universale, girato con uno stile internazionale che non ha nulla da invidiare alle cinematografie globali.   Da non perdere.  

Valutazione sintetica: 9