I leoni di Sicilia, recensione di Catello Masullo

 

 I leoni di Sicilia, recensione di Catello Masullo

(credits e sinossi da wikipedia)

I leoni di Sicilia
Paese ItaliaStati Uniti d’America
Anno 2023 – in produzione
Formato serie TV
Genere drammaticobiograficostoricosentimentale
Stagioni 1
Episodi 8
Lingua originale italiano
Rapporto 2,39:1
Crediti
Regia Paolo Genovese
Soggetto dai romanzi di Stefania Auci
Sceneggiatura Ludovica RampoldiStefano Sardo
Interpreti e personaggi
· Michele Riondino: Vincenzo Florio

· Miriam Leone: Giulia Portalupi

· Donatella Finocchiaro: Giuseppina Saffiotti

· Vinicio Marchioni: Paolo Florio

· Eduardo Scarpetta: Ignazio Florio, figlio di Vincenzo

· Paolo Briguglia: Ignazio Florio

· Ester Pantano: Giuseppina Saffiotti da giovane

· Adele Cammarata: Giovanna d’Ondes

Fotografia Fabrizio Lucci
Scenografia Massimiliano Sturiale
Costumi Alessandro Lai
Produttore Marco BelardiRaffaella LeoneFederico ScardamagliaFrancesco Scardamaglia
Produttore esecutivo Paolo Sciarretta
Casa di produzione Compagnia Leone CinematograficaLotus Production
Prima visione
Dal 25 ottobre 2023
Al in corso
Distributore Disney+

Sinossi: Dal momento in cui sbarcano a Palermo da Bagnara Calabra, nel 1799, i Florio guardano avanti, irrequieti e ambiziosi, decisi ad arrivare più in alto di tutti. A essere i più ricchi, i più potenti. E ci riescono: in breve tempo, i fratelli Paolo e Ignazio rendono la loro bottega di spezie la migliore della città, poi avviano il commercio di zolfo, acquistano case e terreni dagli spiantati nobili palermitani, creano una loro compagnia di navigazione… E quando Vincenzo, figlio di Paolo, prende in mano Casa Florio, lo slancio continua, inarrestabile: nelle cantine Florio, un vino da poveri – il marsala – viene trasformato in un nettare degno della tavola di un re; a Favignana, un metodo rivoluzionario per conservare il tonno – sott’olio e in lattina – ne rilancia il consumo… In tutto ciò, Palermo osserva con stupore l’espansione dei Florio, ma l’orgoglio si stempera nell’invidia e nel disprezzo: quegli uomini di successo rimangono comunque «stranieri», «facchini» il cui «sangue puzza di sudore». Non sa, Palermo, che proprio un bruciante desiderio di riscatto sociale sta alla base dell’ambizione dei Florio e segna nel bene e nel male la loro vita; che gli uomini della famiglia sono individui eccezionali ma anche fragili e – sebbene non lo possano ammettere – hanno bisogno di avere accanto donne altrettanto eccezionali: come Giuseppina, la moglie di Paolo, che sacrifica tutto – compreso l’amore – per la stabilità della famiglia, oppure Giulia, la giovane milanese che entra come un vortice nella vita di Vincenzo e ne diventa il porto sicuro, la roccia inattaccabile.

Recensione di Catello Masullo: La Sicilia di oggi non sarebbe tale se non ci fossero stati i Florio. Una famiglia che ha creato un impero economico straordinario. Con una grande visione. Questa serie tv, che viaggerà in tanti paesi grazie alla Disney che l’ha prodotta, ne disegna la storia epica ed epocale. Con un cast di oltre 250 attori di livello, un impiego di mezzi colossale. Alla regia l’esperto Paolo Genovese.  Qualità elevatissima, certamente di livello cinematografico.

Curiosità, ho chiesto al regista: “Paolo, dal punto di vista storico, Vincenzo Florio era davvero così arrogante, spregiudicato, spudorato, ma anche sensibile al benessere dei lavoratori, ultimi anello della catena? Come avete lavorato sulle musiche che con la loro modernità sembrano quasi contrastare la ambientazione storica?”. Questa la risposta di Paolo Genovese: “il fascino di questo personaggio contraddittorio è che non era monocolore. Spregiudicato con gli affari. Quando si poneva un obiettivo voleva raggiungerlo a tutti i costi. Innamorato della sua visione, non si fermava mai. Io non sbaglio, io vedo quello che glia altri non vedono, che è la ricetta del progresso. Aveva momenti di vicinanza verso il popolo in memoria delle sue radici, si commuove verso i bambini della solfatara. Chiede di dare mangiare alle famiglie. Crea posti di lavoro, ai fini utilitaristici, ma crea anche benessere. Umanamene è combattuto. Ha un grandissimo amore, ma sente la responsabilità di sposare una nobile per affrancarsi dalla puzza di lavoro. Vuole il figlio maschio che mantenga la dinastia. Cambia idea. Combattuto. Le tante sfaccettature. Le musiche, per capire la scelta occorre vedere tutta la serie. Non ci sono note antiche o moderne. Solo un modo per metterle insieme. Servono come amplificatore delle emozioni che vengono dalle scene. Alcune scene non ne hanno bisogno. Non credo che ci sia una stretta relazione tra il periodo storico rappresentato e quello in cui sono composte le musiche. Non importa se siano musiche classiche o moderne. Un uso assoluto della musica”.

 

 

Valutazione Sintetica: 7.5