I LIMONI D’INVERNO, (Recensione di Catello Masullo)

  • I LIMONI D’INVERNO, (Recensione di Catello Masullo)

(credits e sinossi da cinematografo.it)

 

 

 

  • I LIMONI D’INVERNO

ITALIA, POLONIA 2023

Sinossi: Grazie alla vicinanza dei rispettivi terrazzi, due sconosciuti alle prese con la propria attività di giardinaggio incominciano a intessere un dialogo profondo, che li aiuta ad alleviare il dolore per qualcosa di grave, un segreto, che ognuno dei due cerca di nascondere a sé stesso e a chi gli sta vicino. In quella sorta di limbo sospeso tra la terra e il cielo, lontano dalla velocità della città, Pietro ed Eleonora si insegnano a vicenda a seguire il proprio cuore, a credere ancora nella “possibilità di essere felici”, prima che le loro strade si separino di nuovo.

Regia: Caterina Carone

Attori: Christian De Sica – Pietro, Teresa Saponangelo – Eleonora, Francesco Bruni (II)Luca LionelloMax MalatestaAgnese Nano

Soggetto: Mario LuridianaRemo Tebaldi

Sceneggiatura: Mario LuridianaRemo TebaldiAlessio GalbiatiAnna PavignanoCaterina Carone

Fotografia: Daniele Ciprì

Musiche: Nicola Piovani

Montaggio: Enrica Gatto

Scenografia: Giuliano Pannuti

Durata: 110

Colore: C

Genere: COMMEDIA SENTIMENTALE

Produzione: MASSIMO DI ROCCO E LUIGI NAPOLEONE

Distribuzione: EUROPICTURES

Data uscita: 2023-11-23

NOTE

– PRESENTATO NELLA SEZIONE ‘GRAND PUBLIC’ ALLA XVIII FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2023).

Recensione di Catello Masullo: Opera seconda di Caterina Carone, che si era già fatta apprezzare per un notevole esordio con “Fräulein- Una Fiaba d’Inverno”, una commedia agrodolce, che quasi si potrebbe considerare la prova generale di questo “I Limoni d’Inverno”. Perché, prese le misure al mezzo espressivo, l’autrice si è sentita di spingere su una storia dai connotati caratterizzati da ancora maggiore sobrietà, con apprezzabili vene di drammaticità. Finalmente un film garbato, sussurrato, mai gridato, che ha per protagonisti persone buone, che si prende a cuore delle persone e delle cose.  Che ne ha cura, a cominciare da quella delle piante, per finire alla salute, propria e quella degli altri. Sarebbe davvero un mondo migliore se tutti si (pre)occupassero, avessero attenzione dei propri congiunti, amici, vicini di casa (e se tutti potessimo prestare maggiore attenzione alle tecniche per ridurre i nostri stress: il film è dedicato ad Andrea Luridiana, immagino perché è un valente fisioterapista che insegna ai suoi pazienti a respirare per prevenire e controllare lo stress). Questo gioiello di film ce ne dà esempio fulgido, gradevole, toccante, coinvolgente. Da non perdere.

Curiosità, ho chiesto alla regista: “Caterina, dalla fiaba d’inverno di Fräulein a I limoni d’inverno, perché questa passione per l’inverno? in effetti le atmosfere crepuscolari che accomunano i due film suggerirebbero piuttosto l’autunno. Come hai lavorato con i due mostri sacri Daniele Ciprì alla fotografia e Nicola Piovani alle musiche? Ancora una volta riesci ad ottenere una grande interpretazione drammatica da Cristian De Sica, che si conferma uno dei nostri attori più bravi e versatili, riuscirai con questo film ad ottenere per lui finalmente importanti e meritati riconoscimenti?”. La risposta di Caterina Carone: “si, se lo merita,  speriamo. Sono appassionata di inverno, il prossimo l’ho pensato per l’autunno. Con Ciprì e Piovani incontro meraviglioso. Due maestri del cinema veri. Molto umili ed artigiani. È stato bello lavorare all’opera con loro, questa passione per il lavoro per far cinema senza pensare ai tappeti rossi ed ai festival. Fare cinema significa risolvere 4 mila problemi, incontrare persone, avere produttori che ti danno fiducia. Con gli sceneggiatori è stato un vero confronto e quindi il film non è monocorde contiene tante voci, rispetta tutte le sensibilità, io ero l’antenna che captava la sensibilità di tutti e avevo il compito di metterle in una forma di coerenza. Da Ciprì e Piovani ho imparato a stare sul film ed avere rispetto dei grandi artisti del passato che soffrivano tantissimo di fare il loro lavoro al meglio, sperando che allo spettatore arrivasse qualcosa sul perché siamo al mondo.

 

Valutazione sintetica: 8