Black Dahlia, recensione di Riccardo Rosati

Black Dahlia

 

 

Genere: thriller/noir
Nazione: Stati Uniti
Anno produzione: 2006

Durata: 116’
Regia: Brian De Palma
Cast: Josh Hartnett, Scarlett Johansson, Hilary Swank, Aaron Eckhart, Mia Kirshner, Mike Starr, Fiona Shaw, Rachel Miner. Ted

Distribuzione: 01 Distribution

Soggetto: James Ellroy
Sceneggiatura: Josh Friedman

Scenografia: Dante Ferretti 

 

Anime violente

Lee Blanchard e Bucky Bleichert sono poliziotti nella Los Angeles del 1947. Ex pugili in categorie differenti, si scontrano sul ring e nella vita, dove condividono l’amore per la stessa donna e un’ossessione: risolvere l’orribile assassinio della giovane Elizabeth Short. La ragazza, ex prostituta e aspirante attrice soprannominata dai giornali Dalia Nera, viene rinvenuta in un campo vicino a una strada isolata, con il corpo martoriato da ogni tipo di brutalità. I due poliziotti si tuffano in una indagine che assume man mano l’aspetto di un persistente incubo, dove nessuno può evitare di “sporcarsi”.

 

 

 

Una storia vera

Il soggetto riprende un vero fatto di cronaca nera: nel 1947, il brutale assassinio di una starlet hollywoodiana, tanto orrendo da indurre le autorità a non divulgarne le immagini, sconvolge gli USA. Trattasi del primo omicidio della storia a essere seguito in modo morboso dai media, e rimane  tutt’oggi irrisolto.

I fatti: 15 gennaio 194, Betty Bersinger, 25 anni, casalinga e madre di famiglia, uscì dalla sua casa di Norton Avenue, nella zona di Los Angeles chiamata Leimert Park. All’angolo della Norton con la 39esima, in un campo abbandonato, la Bersinger scorse quello che le sembrò un manichino rotto. Uno sguardo più attento le permise di capire che in realtà si trattava del corpo orribilmente mutilato di una ragazza.

Molte delle prove più importanti (tra cui 13 lettere inviate dal supposto killer a stampa e polizia) sono sparite.

I nostri luoghi oscuri

Del noir, il film possiede tutte le note peculiari (il romanzo omonimo di Ellroy gli fa da canovaccio): il narratore intradiegetico, le donne fatali (la bionda e la mora), l’ambiente corrotto della polizia, i bassifondi cupi e i quartieri loschi o in rovina contrapposti alle dimore dei sudici padroni della città, il dramma di vite irrimediabilmente sporcate.

Ancora una volta Brian De Palma ci delizia con i suoi celebri virtuosismi registici, segnatamente quella slow motion di scuola peckinpahiana che sublimò anche in alcune scene de Gli intoccabili (1987). Guardando Black Dahlia, vengono in mente proprio l’ambientazione, la scenografia e le atmosfere che contribuirono al successo del film dell’87, e che il regista sembra riproporre in questa opera in un tono decisamente più cupo.

Nella storia riveste inoltre una certa importanza la messa a nudo dei lati più oscuri del patinato mondo di Hollywood. Non poteva essere differentemente, visto che (Ellroy docet!) ogni fatto viene raccontato avvolto da un buio che non appartiene solo alla notte, ma anche a quei lati a dir poco tetri che molti di noi tentano, spesso senza successo, di nascondere.

Infine, il film contiene un omaggio a L’uomo che ride (1928) di Paul Leni e un simpatico cammeo della cantante K. D. Lang, la quale appare in una scena in un club gay. Da notare come la città di Los Angeles sia stata completamente ricostruita in Bulgaria, soprattutto grazie al talento del nostro Dante Ferretti.

Riccardo Rosati

 

DVD
Caratteristiche tecniche

Formato Video : 2.35,1, anamorfico (colore)

Formato audio: italiano dolby digital, inglese 5.1

Sottotitoli: italiano per non udenti

Contenuti speciali

Davvero buoni i contenuti speciali, specialmente grazie alle interviste al cast e allo  stesso James Ellroy.

Trailer

Backstage

Interviste al cast

Speciale Brian De Palma