Butterfly Kiss, recensione di Riccardo Rosati

Butterfly Kiss

Genere: thriller

Nazione: Regno Unito

Anno produzione: 1995

Durata: 74′ ca.   

Regia: Michael Winterbottom

Cast: Amanda Plummer, Saskia Reeves, Des Mcaleer, Lisa jane Riley, Ricky Tomlinson, Katy Murphy

Sceneggiatura: Frank Cottrell Boyce

Distribuzione: Koch Media

 

Se non ami, non uccidi!

Eunice e Miriam: la prima è disincantata e aggressiva, tanto quanto la seconda è ingenua e mite. La loro storia è un racconto che si snoda sulle strade dell’Inghilterra del Nord. Una vicenda ai limiti dell’omosessualità e del sadismo, che tocca con intensità le delicate corde della follia umana, generata dalle difficoltà di un quotidiano che si rivela difficilmente sopportabile quando non si ha nulla e, ancor più grave, ci si sente di valere nulla. Violenza, perversione e un legame inscindibile tra le due donne che le porterà a sperimentare gli abissi dell’amore e della morte.

Ti farò diventare cattiva   

Freddo, cattivo, con un’ambientazione plumbea perfettamente congrua alle emozioni dei personaggi, Butterfly Kiss è un film che dà voce e forma all’assurdo del vuoto esistenziale che causa il più delle volte incontrollabili pulsioni di violenza. Michael Winterbottom mette in scena la disperazione e l’amore, la passione e la ricerca di una improbabile redenzione.

Una storia eccessiva, una sorta di Thelma & Louise in chiave dramma proletario, in cui all’amicizia si sostituisce l’omosessualità, alla stravaganza la follia, alla difesa della dignità femminile l’omicidio seriale. Così, tra un delitto e l’altro, prende forma una riflessione sull’ambiguità del bene e del male, su quanto sia impossibile coltivare la speranza di essere “salvati”; ragion per cui tanto vale abbandonarsi a tutte quelle follie che la mente umana sa produrre e che alle quali, fortunatamente, non diamo mai ascolto. Il personaggio di Eunice fa invece proprio questo: dà retta alla parte peggiore di lei, diventando una assassina spietata e sadica.

Un film di indubbia forza, grazie alla fredda ironia, alle belle immagini on the road, che evidenziano quel paesaggio inedito e ostile del Lancashire e così tipico di tutto il nord dell’Inghilterra, col suo verde vivo e bagnato che ti fa sentire freddo anche quando splende il sole. La macabra ironia delle due omicide, insieme al loro finto lesbismo, è aggravata dal nonsense dei loro gesti.

Uno stile della regia essenziale e freddo, ma allo stesso tempo ben attento ai cromatismi caldi, ricorda in alcune sequenze quello dei film del giapponese Kiyoshi Kurosawa. Essendo un road movie, la colonna sonora riveste ovviamente notevole importanza, difatti essa presenta artisti del  calibro di Björk, The Cranberries e i New Order.

Riccardo Rosati

 

 

Caratteristiche tecniche

Formato Video: 1.85:1

Formato audio: Dolby Digital 2.0 italiano e inglese

Sottotitoli: italiano

 

 Contenuti speciali

Il DVD non presenta contenuti extra.