Certamente, forse, recensione di Riccardo Rosati

Certamente, forse, recensione di Riccardo Rosati

 

Genere: sentimentale

Nazione: UK/USA/Francia
Anno produzione: 2008
Durata: 112’
Regia: Adam Brooks
Cast: Ryan Reynolds, Abigail Breslin, Elizabeth Banks, Isla Fisher, Rachel Weisz, Kevin Kline

Produzione: Working Title
Distribuzione: Universal Pictures
Sceneggiatura: Adam Brooks
Links: Sito ufficiale http://www.cinema.universalpictures.it/website/certamenteforse/

 

L’amore raccontato a una bambina

Will Hayes è il giovane padre di una bambina di dieci anni (Maya) e che sta attraversando un momento delicato della sua vita a causa del divorzio dalla moglie. Incalzato dalle bambina, Will ripercorre la sua giovinezza, da quando nel 1992 era un idealista di provincia con aspirazioni politiche, fino al momento in cui decise di trasferii a New York, per fare carriera nelle file dei democratici. Questo racconto lo porta anche a rivivere insieme alla figlia i tre grandi amori della sua vita. Mentre Maya mette insieme i pezzi del movimentato passato sentimentale del padre, lei comincia anche a capire che l’amore è pieno di bivi e che, qualche volta, non è troppo tardi per tornare indietro e riprendere la strada giusta.

 

 

Il mélo che non ti aspetti

Non aiutato certo dal titolo (un po’ sciocchino e non molto attinente con l’essenza della storia) e da un inizio tipico di molte commedie americane degli ultimi anni, ecco dopo qualche minuto d’attesa “comparire” il cinema, con la sua arte che è da sempre quella di intrattenere. Sì, perché definire questa pellicola originale, acuta, umana, sarebbe un po’ banale. La storia di Brooks è cinematografia di alto livello, poiché ti incolla due ore sulla poltrona, senza permetterti di guardare se chi ti sta affianco stia ridendo o commuovendosi come te.

 

Una storia piena di personaggi belli, che ti fa riconciliare con una umanità unica, proprio perché varia. Un cast rivelatosi di eccezionale talento (la bellissima e meravigliosa attrice Isla Fisher su tutti) regala minuti su minuti di allegria e passione, mostrando finalmente una America fatta di quei buoni sentimenti tanto cari al cinema del grande Frank Capra. Persino quando si mostrano la disillusione verso ideali rivelatisi inesistenti, la narrazione non si abbandona mai alla depressione, concedendosi per converso qualche attimo di romantica malinconia.

Accurata la rappresentazione del passaggio dagli anni ’90 ai nostri giorni, con l’enfatizzazione dell’avvento dei cellulari e di internet, ma anche il ricordo di un periodo in cui negli Stati Uniti fumare non era ancora ipocritamente considerato come una pratica asociale.

 

In conclusione, si esce dalla sala più leggeri e con i sensi riattivati per qualche minuto, prima che vengano purtroppo rispenti rapidamente  dallo smog e dai clacson, comunque sempre sufficiente per accorgersi che, proprio come diceva Capra, “la vita è meravigliosa”.

Riccardo Rosati