Dragonball – Evolution, recensione di Riccardo Rosati

Dragonball – Evolution

 

Genere: fantastico

Nazione: USA

Anno produzione: 2009

Durata: 84’

Regia: James Wong

Cast: Justin Chatwin, Chow Yun-Fat, Emmy Rossum, Jamie Chung, James Marsters, Joon Park, Eriko, Randall Duk Kim

Sceneggiatura: Ben Ramsey. Tratto dalla serie a fumetti  Dragonball di Akira Toriyama

Produzione: Star Overseas

Distribuzione: 20th Century Fox

 

Il segreto di Goku

Arriva anche nelle sale italiane il live-action basato sul popolare manga giapponese, riadattato negli anni sia in videogiochi che in una serie televisiva di enorme successo. Dragonball è da tempo esploso come un fenomeno globale in grado di generare più di quattro miliardi di dollari di merchandising ed è ormai considerato un modello per i videogiochi basati sugli anime. La serie a cartoni, che comprende ben 500 episodi, ha fatto registrare ascolti record in Europa, Asia e Stati Uniti.

Questo film-episodio si ricollega alla leggenda delle Sette Sfere del Drago e al misterioso passato di Goku (l’assoluto protagonista della Saga), che non ha mai conosciuto i suoi genitori. Tutto nasce dall’imminente eclissi solare che si rivela, come predetto nelle antiche superstizioni, il segnale di una futura apocalisse. Gohan, il nonno di Goku, promette di rivelare il segreto del suo passato al ragazzo durante la speciale cena di compleanno che sta preparando per il nipote, ma il vecchio viene ucciso la sera stessa da un misterioso guerriero alla ricerca delle sfere. L’unico modo per fermarlo è trovarle per primi. Goku non ha molto tempo, ma in suo aiuto arrivano degli strambi, quanto utili alleati…

 

Quando il cinema vola troppo basso

Se si esclude un buon uso del wirework (l’utilizzo di funi e imbracature per le scene acrobatiche), e non è certo una sorpresa considerando che il regista, James Wong, è di Hong Kong, dove questa tecnica ha raggiunto livelli eccelsi da anni, il film in questione vale poco o forse nulla.

Tanto per citare uno dei numerosi limiti di questo prodotto, poiché solo di ciò si tratta, notiamo una quasi totale assenza di scene con arti marziali “vere”. Incredibile a dirsi, poiché tutta la vicenda di  Dragonball si incentra per l’appunto sull’utilizzo di tecniche di combattimento sempre più letali. Tuttavia in questo caso si è preferito proporre dei volti giovani e scialbi a professionisti della  lotta prestati al cinema, e non che ne manchino in giro! Il risultato è che i combattimenti sono assolutamente ridicoli.

Il tentativo mal riuscito di rendere un po’ più “adulta” una storia principalmente pensata per un pubblico molto giovane ha fatto sì di scontentare tutti: troppo stupida questa pellicola per un adulto; troppo noiosa per un bambino. Inoltre, risulta quasi imbarazzante l’assurdo miscuglio di stereotipi asiatici presente nella storia, dove sembra che India, Cina e Giappone siano la stessa cultura. Per farla breve, decisamente improbabile per qualsiasi spettatore di una certa qualità e certamente da evitare anche solo per farlo vedere ai propri figli, visti i tanti film di animazione in giro, poiché nel caso di Dragonball son soldi sprecati.

 

Infine, una postilla più generica: quand’è che dei produttori ignoranti cesseranno di riversare tutto nel cinema? Ovvero, è necessario trattare la Settima Arte alla stregua di una pattumiera, nella quale infilare ogni genere di cosa? Ecco, l’unico aspetto utile di questo “prodotto” è infatti quello di far riflettere, e molto, su tale annosa problematica.

Riccardo Rosati