UN RICORDO DI PATRIZIA SALVATORI e DEL CINEMA ALPHAVILLE, di Francesco Sirleto

UN RICORDO DI PATRIZIA SALVATORI

 

Con iniziale incredulità seguita da un dolore lancinante ho appreso la notizia della morte improvvisa di Patrizia Salvatori, mia amica da oltre vent’anni, tramite un whatsapp che mi ha svegliato nel cuore della notte tra il 2 e il 3 gennaio scorso. Nel messaggio mi si informava che i funerali sarebbero stati celebrati il mattino successivo, nella chiesa superiore di San Luca alle ore 11,30. Ho parlato di iniziale incredulità: ci eravamo sentiti telefonicamente, infatti, appena due mesi prima, in occasione dell’anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini; lei mi aveva informato che aveva già messo in programma la proiezione di “Accattone” nella nuova sede di Alphaville in via Romanello da Forlì n. 30. Io, da parte mia, le comunicai la mia intenzione, poi realizzata nella mattina del 2 novembre, di dar vita ad una piccola cerimonia laica, aperta al pubblico, ai piedi del monumento (la stele in acciaio, opera della scultrice Laura Cristinzio, installata nella fontana di piazza Eratostene) eretto in ricordo del grande scrittore-regista e del suo speciale legame con il quartiere del Pigneto. Patrizia si disse dispiaciuta di non poter partecipare perché, in quei giorni, si trovava a Soriano nel Cimino, nella sua amata Tuscia, per una breve vacanza; aggiunse anche che il giorno prima aveva visitato, a pochi chilometri di distanza, il bosco di Chia, all’interno del quale si trova la torre medievale che Pasolini aveva acquistato pochi mesi prima della sua morte. Mi informò che mi avrebbe volentieri incontrato, al suo ritorno, per parlarmi dei suoi molti progetti e per esaminare insieme i termini di una nostra collaborazione futura in vista del cinquantenario della morte di Pasolini nel 2025. Mi era sembrata, come sempre, allegra, felice di risentire la mia voce, animata dalla consueta volontà di contribuire alla vita culturale del suo quartiere e di allargare e diffondere l’attività della sua creatura, lo storico cineclub Alphaville.

Avevo conosciuto Patrizia subito dopo la nascita del cineclub, nel lontano 2001, partecipando da spettatore (e continuai a farlo per anni, nonostante fossi già socio di un altro storico cineclub, il Cinecircolo romano) ad alcune delle sue famose rassegne dedicate ai più famosi autori italiani e internazionali, oppure al cinema di lontani paesi latino-americani, asiatici o dell’est europeo. In quelle rassegne, da lei illustrate attraverso dotte presentazioni sulla cultura di quei paesi e sul curriculum dei vari autori, era possibile incontrare e interloquire con famosi registi e interpreti. La visione di un film, presso la sede di Alphaville o nei vari siti (circoli culturali, biblioteche, centri anziani, piazze durante l’estate) nei quali si dispiegava l’attività di Alphaville, non era soltanto un momento ricreativo ma anche un’occasione di conoscenza e di crescita culturale.

Per qualche stagione avevo anche proficuamente collaborato con lei nell’organizzazione di “estati al cinema” svoltesi nei principali centri anziani del quartiere, come quello di via De Magistri e quello che avevo contribuito a far nascere in via Isidoro di Carace (Casa delle culture e delle generazioni). Ricordo anche molto bene il suo prezioso apporto alla commissione municipale che si occupava dei vari campi della cultura nel periodo, dal 2006 al 2008, in cui fui consigliere con delega alle attività culturali e alla memoria storica nell’ex VI Municipio, prima che questo venisse unito all’ex VII per formare l’attuale V Municipio.

Patrizia era una personalità poliedrica, in possesso di uno straordinario bagaglio di conoscenze, curiosa e sensibile alle novità e ai cambiamenti, così come alla riscoperta e alla conservazione della memoria storica che trasuda da ogni angolo e strada dei nostri quartieri, in particolare del Pigneto, un quartiere che amava visceralmente, per il quale aveva realizzato, nel 2006, un interessante docufilm relativo ai molti film di importanti registi italiani (Rossellini, Visconti, Pasolini, Germi, Monicelli, ecc.) che vi erano stati girati, e per il quale non nascondeva le sue preoccupazioni originate dalla crescita del fenomeno della gentrificazione, concausa di una “movida” notturna molto spesso rumorosa, fastidiosa e fonte di insicurezza e degrado.

Credo che, con la scomparsa di Patrizia Salvatori, il Pigneto e il V Municipio perdono una protagonista della vita culturale degli ultimi trent’anni, una donna che, attraverso Alphaville, si era opposta con determinazione ed intelligenza al vuoto rappresentato dalla scomparsa delle molte sale cinematografiche che caratterizzavano il nostro territorio fino alla metà degli anni settanta. Rimane Alphaville, una preziosa eredità che abbiamo il compito di difendere e possibilmente rafforzare ed estendere.

Francesco Sirleto

 

(docente liceale di storia e di filosofia in pensione, scrittore e pubblicista, autore di libri sulla storia del territorio, traduttore dal tedesco, ex consigliere municipale, ex delegato alla memoria storica municipale, incaricato delle celebrazioni per il centenario pasoliniano nel V Municipio)