FOGLIE AL VENTO recensione di Catello Masullo

 

FOGLIE AL VENTO recensione di Catello Masullo

(sinossi e credits da MYMOVIES E ANTONIOGENNA.NET)

 

FOGLIE AL VENTO

Kuolleet lehdet

Premio della Giuria al Festival di Cannes

 

FINLANDIA, GERMANIA 2023

Sinossi: Due persone sole si incontrano per caso una notte a Helsinki. È l’ultima occasione per trovare il primo, unico e definitivo amore della loro vita. Il percorso è però intralciato dall’alcolismo di lui, dai numeri di telefono persi, dal non conoscere nomi o indirizzi reciproci…

Regia: Aki Kaurismäki

Attori: 

PERSONAGGI INTERPRETI DOPPIATORI
ANSA Alma Pöysti VALENTINA MARI
HOLAPPA Jussi Vatanen EMILIANO COLTORTI
HUOTARI Janne Hyytiäinen SIMONE D’ANDREA
LIISA Nuppu Koivu ILARIA STAGNI
BARISTA Simon al-Bazoon STEFANO CRESCENTINI
TOMPURI   LUCA BIAGINI
CAPO DI ANSA Martti Suosalo EDOARDO STOPPACCIARO
TONJA Alina Tomnikov ISABELLA BENASSI
RAUNIO Martti Suosalo  
INFERMIERA Maria Heiskanen  

Sceneggiatura: Aki Kaurismäki

Fotografia: Timo Salminen

Montaggio: Samu Heikkilä

Altri titoli: Fallen Leaves

Durata: 81’

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: MISHA JAARI, AKI KAURISMÄKI, MARK LWOFF

Distribuzione: LUCKY RED

Data uscita: 2023-12-21

TRAILER

NOTE

– PREMIO DELLA GIURIA AL 76. FESTIVAL DI CANNES (2023).

 

Recensione di Catello Masullo:

Aki Kaurismaki, come pochi altri grandi cineasti, ha il marchio di fabbrica. I suoi film si riconoscono anche da pochi fotogrammi. Sono inconfondibili: manifesti di ironia surreale e sublime in un contesto atemporale, che denunciano il mal di vivere imposto da una società alienante, sempre meno sensibile alle esigenze dell’essere umano in quanto tale, realizzando così una vita che pone continui ostacoli a chi cerca la propria felicità, costringendo gli individui ad una esistenza di malinconia profonda. Kaurismaki dal 1986 al 1989 aveva proposto al (suo) pubblico una trilogia esemplare della sua visione del mondo. Iniziata con “Ombre in Paradiso”, nel quale il sogno dell’ascesa sociale agognata dal netturbino Nikander e dalla cassiera di supermercato Llona si infrangeva contro una realtà impietosa verso i non predestinati. Seguito da “Ariel”, ancora sul mancato raggiungimento degli obiettivi dei suoi protagonisti. E, ultimo, “La fiammiferaia”, nel quale Iris, la operaia fiammiferaia del titolo, con un gesto disperato di ribellione avvelenava coloro che causavano la sua infelicità. Con questi tre film il discorso sembrava perfettamente concluso. Ma 34 anni dopo Kaurismaki ha sentito l’urgenza di realizzare questo “Foglie al Vento”, che ne è ideale continuazione, quasi a formare una quadrilogia. Perché i tempi non solo non sono cambiati, ma, anzi, sono perfino peggiorati (con la guerra che sembrava un lontano ricordo che viene di nuovo a bussare alle porte di casa, come la radio ricorda di continuo in questo film, con le cronache da Mariupol e dagli obiettivi civili continuamente centrati dagli invasori russi in Ucraina). Un mondo del lavoro spietato (la controllora apostrofa la protagonista, Alma Pöysti, rimproverandola aspramente: “Sei ancora in ritardo, di 4 minuti. È la terza volta questa settimana!”, e non batte ciglio quando lei le ribatte, disarmante: “Oggi è lunedì!”) che arriva all’assurdo di licenziare la protagonista che si porta a casa un prodotto scaduto e già avviato al macero, e di licenziare il protagonista, Jussi Vatanen, momentaneamente inabile al lavoro a causa di un infortunio causatogli dal lavoro stesso, con il pretesto della sua attitudine all’alcool. Una esistenza priva di senso (significativo il colloquio tra il protagonista ed un suo collega operaio: “Che ti prende? Mi fai venire sonno. /Sono depresso. / Perché sei depresso? / Perché bevo troppo. / Perché bevi troppo? / Perché sono depresso. / È un circolo vizioso! / Cos’è? / Lasciamo perdere!”.) (sembra una citazione/omaggio di “Comma 22”…). Kaurismaki sa anche non prendersi troppo sul serio. Ironizzando su tutto, anche sul cinema, come quando due spettatori uscendo dal cinema fanno citazioni colte, del tipo: “Bel film, mi ha ricordato “Diario di un curato di Campagna” di Robert Bresson” / A me ha ricordato “Bande  à Part” di Jean-Luc Godard”, salvo il fatto che avevano appena visto una parodia leggera e disimpegnata di film sugli zombies con Bill Murray e Adam Driver… Ironia che sa diventare feroce, quando il protagonista chiede al vicino di stanza : “Puoi prestarmi la tua giacca? Ho un appuntamento importante e sono impresentabile. / Una donna? / Si / Deve essere disperata!”. E la cifra del surreale che si sublima nel nonsense, come nel dialogo tra l’infermiera, Alina Tomnikov, ed il protagonista, Jussi Vatanen: “Tieni, sono del mio ex marito, sembra ti vadano. / Te li restituisco appena posso fare spese. / Non serve, non credo tornerà, spero, ho cambiato la serratura!”. Il cinema di Kaurismaki, tuttavia, lascia intravedere, in questo quarto film tardivo della quadrilogia, uno spiraglio di luce, quando le due solitudini, che si erano fugacemente incontrate e che sembravano essersi perse per sempre, si ritrovano e lei chiede a lui : “E adesso?”, e lui le risponde : “Andiamo al cinema?”. La magia del cinema ti può far superare la disperazione della tua condizione e ti può quindi salvare la vita? Ai posteri… In ogni caso, un cinema da non perdere.

Curiosità: l’apprezzabile tono mélo è conferito al film da una pregevole compilation di canzoni, tra le quali quella che fornisce  il titolo al film stesso.

Valutazione Sintetica: 8