VENEZIA 76 : Life as a B-Movie: Piero Vivarelli (RECENSIONE DI Catello Masullo)

Life as a B-Movie: Piero Vivarelli

VENEZIA 76 : RECENSIONE DI Catello Masullo

(Credits e sinossi dal sito della biennale)

Life as a B-Movie: Piero Vivarelli

Venezia Classici Documentari

Regia: Fabrizio Laurenti, Niccolò Vivarelli
Produzione: Teatime Film (Marcantonio Borghese, Taku Komaya), Istituto Luce Cinecittà, Wildside
Durata: 83’
Lingua: italiano, francese, spagnolo
Paesi: Italia
Interpreti: Adriano Aragozzini, Beppe Attene, Pupi Avati, Lars Block, Beryl Cunningham, Steve Della Casa, et al.
Fotografia: Fabrizio Laurenti
Montaggio: Fabrizio Laurenti
Suono: Riccardo Cimino
Note: ricerche di archivio Ilaria Giaccio, Fiorentina Sensini

Sinossi

La vita irrequieta e la filmografia caleidoscopica di Piero Vivarelli si intrecciano in questo ritratto di un provocatore rivoluzionario. Regista di B-movies italiani di tutti i generi, paroliere di successi musicali, tra cui 24.000 baci di Celentano, e sceneggiatore dello spaghetti western Django, amato da Quentin Tarantino, l’unico non cubano, oltre a Che Guevara, ad avere una tessera del Partito Comunista Cubano firmata da Fidel Castro. Spaziando da Urlatori alla sbarra, film musicale con Celentano, Chet Baker e Mina sul mondo giovanile che comincia a muoversi a ritmo di rock, a film di attualità politica come Oggi a Berlino, a Django che anticipa uno stile di spaghetti-western destinato a far scuola, Vivarelli cavalca l’onda del nuovo. Dà corpo ai fumetti con Satanik e Mister X e mette in scena la rivoluzione sessuale con Il dio serpente. Attraverso una narrazione creativa, il documentario esplora in profondità un territorio trascurato della cultura pop Italiana e mondiale e, al contempo, scava in una vita che è essa stessa un film di genere, un film ‘alla Vivarelli’: esagerato, ironico, sensuale, pieno di vitalità, musica, e tanta azione.

Commento dei registi

Raccontando la vita di Piero Vivarelli, rivisitando il suo cinema, ci piace rendere omaggio a un cinema italiano che abbiamo amato e col quale siamo cresciuti. Un cinema non considerato d’autore e che non ha mai vinto Palme o Leoni, ma che ha plasmato l’immaginario di un’intera generazione. Una generazione che ha tifato, mescolandoli un po’, Django e Che Guevara, e si è immaginata in mondi più o meno esotici in cui liberarsi, una volta per tutte, dei panni e dei tabù della società cosiddetta ‘civile’. Una generazione che ha vissuto ogni suo film come un piccolo stimolo a non fermarsi, un incitamento verso una meta (utopia?) rivoluzionaria: piccola o grande che sia, quella in noi stessi.

Produzione/Distribuzione

PRODUZIONE 1: Marcantonio Borghese,Taku Komaya – Tea Time Film
Via di Pallacorda, 14
00186 – Roma, Italy
Tel. + 39 3408690610
marc@teatimefilm.com
http://www.teatimefilm.com

PRODUZIONE 2: Istituto Luce Cinecittà
Via Tuscolana, 1055
00173 – Roma, Italy
Tel. + 39 067228 6399
a.massatani@cinecittaluce.it
http://www.cinecitta.com

PRODUZIONE 3: Wildside
Viale G. Mazzini, 9
00195 – Roma, Italy
Tel. + 39 06 9451 6900
dantonio@wildside.it

Home

DISTRIBUZIONE ITALIANA: Istituto Luce Cinecittà
Via Tuscolana, 1055
00173 – Roma, Italy
Tel. + 39 067228 6399
a.massatani@cinecittaluce.it
f.dibiagio@cinecittaluce.it
http://www.cinecitta.com

UFFICIO STAMPA: Marlon Pellegrini – Istituto Luce Cinecittà
Via Tuscolana, 1055
00173 – Roma, Italy
Mob. +39 334 9500619
m.pellegrini@cinecittaluce.it
http://www.cinecitta.com

 

RECENSIONE : A proposito di film di serie B, bella la osservazione, riportata nel film, fatta da Quentin Tarantino, notoriamente fan sfegatato di cosiddetti B-movies italiani, il quale alla Mostra di Venezia dichiarava : “Credo che B stia per Buono, Bello, Beatiful!”. Piero Vivarelli e’ stato forse uno dei maggiori protagonisti, teorici, realizzatori di quel genere di film che e’ stato etichettato “B-movie”. Fondamentalmente Vivarelli e’ stato una sorta di anarchico della vita. Che ha detto e fatto solo quello che riteneva giusto. Infischiandosene del politicamente corretto. Non hai mai preso un Oscar, una Palma o un Leone d;oro. Ma ha fatto epoca. La sua sessa vita e’ un film. Si vantava : “Oggi a Berlino”e’ un film che mi piace… mi faccio onore che e’ stato proibito sia a Berlino est che a Berlino Ovest!”. Oppure : “Quando e’ uscito in Francia , dissero che con meta’ delle idee di “Mr. X” si potevano fare 3 film di 007!”. Straordinario il racconto che fa della genesi di un film che ha fatto storia, “Django”, di Sergio Corbucci, del 1966. Era un’epoca in cui i soldi per fare un film li ottenevi da un produttore non facendogli leggere una sceneggiatura completa, ma solo raccontandogli un pezzo di storia, o addirittura una sola scena. E’ stato il caso di “Django”. Corbucci ottiene il finanziamento solo dicendo “il film comincia con uno che si trascina dietro una bara nel fango”. Ottenuti i soldi, si rivolge al senese Franco Rossetti e gli dice : “Scrivi la sceneggiatura”. Rossetti gli chiede : “ma che succede dopo, che c’e’ nella bara?”. “E che ne so”, risponde Corbucci, “lo devi scrivere te!”. Nell’impasse, Corbucci ottiene un contratto per la revisione della sceneggiatura per il nostro eroe, l’altro senese,  Piero Vivaelli. Il quale firma il contratto e poi chiede a Corbucci la sceneggiatura da revisionare. “Nun ce sta ‘ a sceneggiatura, la devi scrivere tu con Rossetti!”, la risposta. Meraviglioso. Come la vita avventurosa di Vivarelli, una vita vera, che, come osserva acutamente Salvatores, non e’ un film d’autore, ma e’ un B-movie!.  Da non perdere.

VALUTAZIONE SINTETICA COMPLESSIVA : 8