ROMA XIV (2019) : L’agnello (recensione di Anna Piccini)

ROMA XIV (2019) : L’agnello (recensione di Anna Piccini)

(credits  sinossi da cinematografo.it)

L’agnello

ITALIA – 2019

Anita ha diciassette anni e vive da sola con suo padre Jacopo, che è malato di leucemia e avrebbe bisogno di un trapianto con urgenza. I tempi d’attesa per la ricerca di un donatore sono troppo lunghi rispetto al progredire della malattia, e anche se i parenti hanno più probabilità di essere compatibili, non lo sono né Anita né suo nonno Tonino – un vecchio pastore che vive sull’altopiano. Jacopo ha un solo fratello, Gaetano, che vive dall’altra parte dell’isola. I due non si parlano da anni a causa di un feroce litigio che non sembrano intenzionati a dimenticare. Con l’aiuto del nonno, ad Anita non resta che presentarsi a casa dello zio, determinata a ricucire gli strappi del passato, pur di convincerlo a fare le analisi che potrebbero salvare la vita di suo padre.

  • Regia: 

Mario Piredda

  • Attori: 

Nora Stassi

– Anita,

Luciano Curreli

– Jacopo,

Piero Marcialis

– Tonino,

Michele “Dr. Drer” Atzori (Michele Atzori)

– Gaetano

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NOTE

– ALLA XVII EDIZIONE DI ‘ALICE NELLA CITTÀ (2019), SEZIONE AUTONOMA E PARALLELA DELLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA, NELLA SEZIONE ‘ALICE| YOUNG ADULT (CONCORSO)’

– PRODOTTO DA IVAN OLGIATI, CHIARA GALLONI, RICHARD MAGNIEN E MARIE MOUCHEL-BLAISOT

Recensione di Anna Piccini : Mario Piredda, dopo aver sfiorato il David di Donatello per Miglior Cortometraggio nel 2010 , con “Io sono qui” (nominaion), e averlo ottenuto  nel  – 2016 con  “A casa mia”, esordisce nel lungometraggio con questo “ L’agnello”, di cui firma, come per i precedenti, sceneggiatura e regia.  Una storia di disagio, di grave malattia, di tradizioni ancestrali e di modernità. Con atmosfere di malinconia e tristezza crepuscolare, ma anche, paradossalmente, di grande vitalità. Incarnata soprattutto dalla giovane protagonista Nora Stassi, una vera rivelazione. Che buca lo schermo ad ogni fotogramma. Il film denota una buona padronanza del mezzo espressivo. Ed un uso dosato ed efficace dell’ironia. Che stempera, opportunamente, le atmosfere di forte drammaticità del film, con una scena di dialogo non sense, da antologia, di inarrestabile comicità, quando nonno e nipote si recano a casa dello Zio Giovanni, oppure nel dialogo, sempre tra nipote e nonno, relativo all’agnello che da il titolo al film : “Come mai non e’ nel gregge? / Problemi. / Che problemi, sentimentali finanziari? / E’ morta la madre e non mangia, camperà’ poco. / e che significa, anche io ho perso la madre, ma mangio!”.  .

 

 

Valutazione sintetica : 6.5/7