ROMA XIV (2019) : L’età giovane  (recensione di Anna Piccini)

ROMA XIV (2019) : L’età giovane  (recensione di Anna Piccini)

(credits  sinossi da cinematografo.it)

L’età giovane

Le jeune Ahmed

BELGIO, FRANCIA – 2019

Un adolescente belga trama di uccidere la propria insegnante dopo aver abbracciato un’interpretazione estremista del Corano.

  • Regia: 

Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne

Interpreti e personaggi
·         Idir Ben Addi: Ahmed

·         Olivier Bonnaud: educatore

·         Myriem Akheddiou: Inès

·         Victoria Bluck: Louise

·         Claire Bodson: mamma di Ahmed

·         Othmane Moumen: Youssouf

Young Ahmed

  • Durata:84′
  • Colore:C
  • Genere:DRAMMATICO
  • Specifiche tecniche:(1:1.85), ARRI ALEXA 65
  • Produzione:JEAN-PIERRE DARDENNE, LUC DARDENNE PER CENTRE DU CINÉMA ET DE L’AUDIOVISUEL DE LA FÉDÉRATION WALLONIE-BRUXELLES
  • Distribuzione:BIM
  • Data uscita31 Ottobre 2019

NOTE

– PALMA D’ORO PER LA MIGLIOR REGIA AL 72. FESTIVAL DI CANNES (2019).

– ALLA XVII EDIZIONE DI ‘ALICE NELLA CITTÀ (2019), SEZIONE AUTONOMA E PARALLELA DELLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA, FUORI CONCORSO

Recensione di Anna Piccini : Ai  mitici fratelli Jean-Pierre  e Luc Dardenne sta succedendo un po’ quello che sta avvenendo al nostro Marco Bellocchio. Con l’avanzare dell’età badano (sempre) di più alla semplicità ed alla essenzialità’ delle storie che raccontano. Abbandonando , o, quantomeno, attenuando le rigidità ed i rigorismi formali, che pure li hanno resi famosi e pluripremiati. Conseguenza ne e’ un avvicinamento al pubblico degli spettatori medi. Senza pero’ perdere quelli cinefili e più’ esigenti. Perche’ siamo sempre nei dintorni del grande cinema d’autore (non a caso questo film e’ stato insignito a Canne 72 della Palma d’Oro per la Migliore Regia). I fratelli Dardenne si sono interrogati sul fenomeno degli attentati terroristici di matrice islamica. E, segnatamente, quelli che si generano all’interno di paesi occidentali più esposti, come quelli europei. “L’età giovane”e’ un film esemplare. Per certi versi agghiacciante. Ci immerge nel processo di radicalizzazione di un giovanissimo belga di origini magrebine. Indottrinato da uno dei tanti predicatori, Imam, teorizzatori dell’ instaurazione della legge coranica (sharia), mediante una guerra santa (Jihad). Il giovane protagonista viene pedinato, secondo il “Dardenne touch”, nel progressivo processo di chiusura, con crescente rifiuto di comunicazione e di confronto , perfino con i familiari più stretti. Sino alla trasformazione in un ossessionato automa, inarrestabile nella sua missione di “Terminator Junior”(se la cose non fosse maledettamente serie, Mel Brooks ne avrebbe fatto, probabilmente, una parodia con questo titolo…). Il giovanissimo Ahmed, mano a mano che la sua radicalizzazione si completa, parla e comunica sempre meno. Formidabile la direzione dei Dardenne sul giovane attore, del quale fanno (progressivamente) parlare solo il linguaggio del corpo. I Dardenne sono abili nella costruzione, facendo propria la grande lezione di Alfred Hitchcock, tenendo sempre lo spettatore in sospensione, per l’intera durata del film, ed anche dopo. Con un finale aperto ed ambiguo lasciano allo spettatore trarre le proprie conclusioni. Come tutti i grandi artisti non propongono risposte o soluzioni, ma solo grandi quesiti. Da non perdere.

Curiosità’: la sezione indipendente della festa di Roma Alice nella Città ha fatto davvero un bel colpo nel portare a Roma i fratelli Dardenne. I quali, oltre a portare questo loro ultimo film, mostreranno anche la copia restaurata di “Rosetta” e terranno una Master class per studenti ed addetti ai lavori. I direttori artistici di Alice nella Città Gianluca Giannelli e Fabia Bettini ne possono andare davvero fieri. .

 

Valutazione sintetica : 8