LE COMMEDIE DI NATALE AL CINEMA (Commento di Antonietta Pasanisi) 

LE COMMEDIE DI NATALE AL CINEMA (Commento di Antonietta Pasanisi)

 

È un classico fare bilanci in questo periodo. Un anno che va e uno che inizia, ma preferisco porre la mia attenzione sul numero: 2020.

Se penso a quando ero bambina negli anni 80 e ragazza negli anni 90 ricordo il mio fantasticare un 2020 stile “Odissea nello spazio” o “Star Wars”, tutti vestiti di luce con macchine volanti.

Eppure nonostante la sempre più sofisticata tecnologia moderna, mi ritrovo ancora intrappolata nella gravità, illuminata semmai da leds made in China.  Al sogno di un’Europa unita, oggi la Brexit e tanti Stati in perenne campagna elettorale alla ricerca di un pensiero lungimirante ma sempre mancante.

Eppure osservando bene c’è un’ Epifania.

Se penso a quegli anni ricordo i tanti cinepanettoni, oggi per carità tutto è cult, ma monopolizzavano veramente le feste natalizie, forse a causa di satolli pranzi che offuscavano la mente del pubblico o perché dovevano tranquillizzare certe case di produzione per tutto l’anno, ma era quasi impossibile trovare in sala altro. Oggi non è proprio così. Le commedie sono sempre protagoniste al botteghino nelle feste natalizie, ma oltre alla risata c’ è un pensiero.

I nuovi comici si pongono e ci pongono domande e spesso ipotizzano soluzioni. Non più battute volgari, esibizioni di donne slabbrate, magari se ci fossero ancora quei cinepanettoni oggi ad interpretarle sarebbero certe influencers, ma per fortuna non è più così. Grazie a Ficarra e Picone che con il loro Il Primo Natale restituiscono il giusto significato al presepe, facendoci intraprendere un viaggio interiore e spirituale, contro l’ignoranza e la strumentalizzazione bigotta di chi pur facendolo il presepe non ha più un’anima da nutrire. Oppure Checco Zalone che ci prova ad affrontare l’immigrazione nella sua Odissea, ricordandoci che siamo tutti degli eterni stranieri.

Si piange e si ride, questa è la vita! Protagonisti buffi, talvolta cinici, mediocri, deboli, pieni di vizi, ma anche virtù, talvolta caricaturali, ma con sfumature e zone grigie che ognuno di noi ha. Eroi degli ultimi, talvolta cinici talvolta coraggiosi, profetici, ma soprattutto ci permettono di riappropriarci della scelta, quella anche di entrare in altre sale e perdersi nelle atmosfere magiche dell’ universale fiaba di Pinocchio del talentuoso Matteo Garrone, fissando atavici e riscoperti ricordi direttamente nel cuore come ci sussurra La Dea Fortuna di Ferzan Ozpeteck.

 

Antonietta Pasanisi