Fortuna RECENSIONE DI CATELLO MASULLO 

FESTA DEL CINEMA DI ROMA 15 / 25 OTTOBRE 2020

Sinossi e credits da cinematografo.it

Fortuna RECENSIONE DI CATELLO MASULLO

ITALIA – 2020

Sinossi : Nancy è una bambina timida che vive con i genitori in un palazzone incastonato come un meteorite in un angolo del mondo dimenticato dal bene. Chiusa da qualche tempo in un silenzio che allarma sua madre, viene seguita da Gina, una psicologa dell’Asl distratta e scostante. La bambina sembra non riconoscersi nel nome con cui gli adulti la chiamano e sente di non appartenere a ciò che la circonda. Come in una favola a cui a volte stenta a credere, pensa di essere una principessa in attesa di tornare sul suo pianeta nello spazio. Sono Anna e Nicola, i suoi amici del cuore, a chiamarla Fortuna. Ed è solo con loro che condivide un segreto indicibile, che appartiene a un mondo nero di adulti senz’anima. Una storia liberamente ispirata a fatti realmente accaduti.

  • Regia:

Nicolangelo Gelormini

  • Attori:

Valeria Golino

Rita/Gina,

Pina Turco

Gina/Rita,

Cristina Magnotti

Fortuna,

Giovanni Ludeno

Mimì,

Marcello Romolo

Medico/Professore tossicodipendente,

Libero De Rienzo

Pietro,

Anna Patierno

Rosalba,

Luciano Saltarelli

Maria,

Denise Aisler

Anna,

Leonardo Russo

Nicola

  • Durata: 108′
  • Colore: C
  • Genere: DRAMMATICO
  • Produzione: DAVIDE AZZOLINI PER DAZZLE COMMUNICATION CON INDIGO FILM E RAI CINEMA

NOTE

– SELEZIONE UFFICIALE ALLA XV FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2020).
– PREMIO MIGLIOR FILM ITALIANO ALLA DECIMA EDIZIONE DEL PREMIO CRITICA SOCIALE ALLA  XV FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2020).
– REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DI BANCO BPM; CON IL PATROCINIO UFFICIALE DI SAVE THE CHILDREN. CON LA COLLABORAZIONE DI FILM COMMISSION REGIONE CAMPANIA.

RECENSIONE DI CATELLO MASULLO:

Opera di esordio al lungometraggio di finzione di Nicolangelo Gelormini, già assistente di Paolo Sorrentino. Un’opera prima fulminante. Coraggiosa, possente, che lascia il segno. Che usa atmosfere favolistiche, surreali, intimistiche, delicate e tenere, per raccontare una storia agghiacciante. Altrimenti irraccontabile. Sguardo originale, costruzione misterica, enigmatica, fatta di potenti metafore (le gabbie in cui i personaggi sono rinchiusi). Sapiente direzione degli attori, con la esordiente piccola Cristina Magnotti che buca lo schermo. Atmosfere inquietanti degne de “L’Inquilino del Terzo Piano”, del grande maestro Roman Polanski.  Da non perdere.  

Curiosità : ho chiesto al regista : “Nicolangelo, che difficoltà hai avuto a trovare i mezzi per produrre un’opera prima? Come e’ andata la collaborazione con la produzione di Indigo di Francesca Cima e Nicola Giuliano, che e’ una specialista per le opere prime? Il tuo essere architetto ti ha portato a curare degli interni straordinari che sembrano un ossimoro rispetto al degrado esterno dell’edificio? Una storia agghiacciante, ma raccontata con la fantasia, che e’ l’unica arma per difendersi dall’orrore, con la strepitosa protagonista che alla fine vince su tutti ascendendo nel suo mondo immaginario?”. Questa la risposta di Nicolangelo Gelormini: “hai centrato il tutto, il riscatto sulla realtà, dare a Fortuna una possibilità di salvezza. Che ti da solo il cinema. Questa funzione e’ enorme e carica il cinema di una responsabilità per i produttori. E’ stato un rischio per me. Girare un film in 4 settimane. Ma eravamo tutti animati da un focus chiaro, eravamo uniti. Empatia di fondo. Ho parlato di esperienza cubista. Non tutti sapevano tutto. L’unica visione di insieme ce l’avevo io. Me la sono cavata con istinto. L’architettura c’entra, ma più per l’estetica che per la struttura della sceneggiatura per i due atti che guidano sul tradimento. Tradendo lo spettatore a metà film. Estetica come mondo ricreato, gabbia che può essere fotografica, pittorica. Ho pensato ai grandi fotografi. Far esplodere i personaggi all’interno di gabbie ha a che fare con l’architettura. In cui l’essere umano si deve muovere. Questi interni antitetici rispetto alla periferia mostruosa ha consentito a me di creare una bolla. L’estetica va in una direzione opposta a quella dell’azione”.

 “Gli opposti si tradiscono”,  aggiunge chiosando Valeria Golino.

VALUTAZIONE SINTETICA : 7.5