The Reason I Jump RECENSIONE DI CATELLO MASULLO  

FESTA DEL CINEMA DI ROMA 15 / 25 OTTOBRE 2020

Sinossi e credits da cinematografo.it

The Reason I Jump RECENSIONE DI CATELLO MASULLO

GRAN BRETAGNA, USA – 2020

Sinossi : Basato sul best seller di Naoki Higashida, è una coinvolgente esplorazione cinematografica della neurodiversità attraverso le esperienze di soggetti autistici non parlanti di tutto il mondo. Il film riunisce le intuizioni rivelatrici di Higashida sull’autismo, scritte quando aveva solo 13 anni, con ritratti intimi di cinque giovani straordinari, aprendo una finestra su un universo sensoriale intenso e travolgente, spesso gioioso. I momenti della vita di ciascuno dei personaggi si intrecciano con passaggi dal testo di Higashida, in cui un ragazzo giapponese intraprende un viaggio attraverso un paesaggio epico, scoprendo gradualmente cosa significa per lui stesso l’autismo, le differenze della sua percezione del mondo e dei suoi comportamenti rispetto agli altri, le ragioni per cui “salta”. Tutto ciò per dimostrare che, anche se non si è in grado di parlare, questo non significa che non si abbia niente da dire.

  • Regia:

Jerry Rothwell

  • Attori:

Jordan O’Donegan

  • Durata: 82′
  • Colore: C
  • Genere: DOCUMENTARIO
  • Tratto da: libro “Il motivo per cui salto” di Naoki Higashida (ed. Sperling & Kupfer)
  • Produzione: AL MORROW, JEREMY DEAR, STEVIE LEE PER MET FILM PRODUCTION, THE IDEAS ROOM, RUNAWAY FRIDGE PRODUCTIONS, VULCAN PRODUCTIONS

OTE

– PRESENTATO ALLA XV FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2020) NELLA SEZIONE ‘TUTTI NE PARLANO’.
– PREMIO MIGLIOR FILM STRANIERO ALLA DECIMA EDIZIONE DEL PREMIO CRITICA SOCIALE ALLA  XV FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2020).
– REALIZZATO CON IL SUPPORTO DEL BFI.

RECENSIONE DI CATELLO MASULLO:

Un film urgente, di cui si sentiva il bisogno. Il cinema ci ha abituato a vedere gli esseri umani affetti da autismo come geni, o fenomeni da baraccone, capaci di gesta incredibili e spettacolari, come il protagonista di “Rain Man” o di “Codice Mercury”. Mai nessun film che invece avesse avuto la voglia di indagare sul mondo particolare percepito dagli autistici. I quali, spesso e in tutti i paesi, sono derisi, osteggiati e finanche sterminati, come indemoniati, per la loro diversità. Si ha sempre paura del diverso, perché non lo si conosce. Per non averne più paura, occorre conoscerli. E questo film ci fa fare un grande passo avanti nel difficile cammino della conoscenza. Grazie anche allo straordinario libro da cui e’ tratto, scritto da un autore autistico, non parlante, giapponese, all’epoca solo 13enne. Il film e’ sorprendente. Molto interessante. Di altissimo livello. Da non perdere e da proiettare in tutte le scuole.  

Curiosità : ho chiesto al regista : “Jerry, come hai scelto le 5 storie? Che differenze ci sono? Ci sono tante forme diverse di autismo. Sono tutte decifrabili? Le storie scelte sono rappresentative, paradigmatiche? La voce fuori campo, dal romanzo, e’ perfetta, speriamo che questo film possa essere molto visto, per poter cambiare il nostro punto di vista, e soprattutto il nostro modo di rispettare, ascoltare e decifrare i messaggi che ci arrivano dalle persone affette da autismo, le quali si esprimono anche con il linguaggio del corpo”. Questa la risposta del regista Jerry Rothwell : “grazie mille. Nel romanzo, all’inizio si dice : non capisco perché sono nato così. Alla fine invece dice che non vorrebbe cambiare il suo stato, anche potendo. Volevamo capire questo mondo. Come la nostra società  guarda all’autismo, un modo diverso di guardare al mondo. Ad esempio il quadro di cui si colgono solo i dettagli. Abbiamo seguito Joss più degli altri, per due anni. E ci ha dato la possibilità di crescere”.  Ha poi aggiunto il produttore Jeremy Dear: ”abbiamo voluto fare un ritratto globale. Dato che in genere si parla solo degli autistici americani”.

Ha posto una sua domanda anche Rossella Pozza : “spero che molti possano vedere questo film e che comprendano come si devono comportare con questi ragazzi. Il desiderio dei genitori e’ sempre: cosa sarà dopo di noi? Ci sono organizzazioni che li possono curare come le famiglie?”. Ha risposto il produttore : “e’ questa la mia preoccupazione maggiore. Ci sono progressi rispetto a 20 anni fa, ma la strada e’ lunghissima, in UK ci sono pochi posti dove potrebbe vivere mio figlio. Spero che questo film possa migliorare la situazione”.

Curiosita’ 2 : il titolo, “il motivo per cui salto”, viene dal libro omonimo che ha ispirato il film, di Naoki Higashida (ed. Sperling & Kupfer), e si riferisce al passaggio in cui l’autore, allora 13enne, scrive che quando salta (ad esempio su un tappeto elastico) e’ come si liberasse di corde che lo trattengono, come se avesse le ali e potesse volare via dalla sua condizione di costrizione.

VALUTAZIONE SINTETICA : 8